L’americanizzazione della Sanità regionale

di Cesare Procaccini, PCI Marche

La “lettera” dell’ex presidente della regione Marche Vito D’Ambrosio sull’operazione Bertolaso, Ospedale da costruire alla “fiera” di Civitanova Marche e Ordine dei Cavalieri di Malta, inviata all’attuale Presidente della giunta regionale Luca Ceriscioli, è illuminante sullo stato della Sanità regionale e nazionale. La presa di posizione del Dott. D’Ambrosio è condivisibile sotto ogni punto di vista, oltre al merito ne ho apprezzato lo stile al di fuori di polemiche pretestuose, che in questa fase non servono.

La scelta di fare l’ospedale di terapia intensiva a Civitanova è molto discutibile, sia per i tempi di realizzazione, sia per la logistica. Per non parlare dell’incarico dato a Bertolaso e del soggetto che dovrà gestire i soldi: “Sovrano Militare Ordine di Malta”. Del resto gli stessi imprenditori “sottoscrittori”hanno chiesto più trasparenza!

Tuttavia questi aspetti importantissimi di emergenza sanitaria legata al “virus” non sono gli effetti di cose certo imprevedibili come possono essere le epidemie oppure i terremoti. Questa situazione è il risultato di una politica di graduale ma inesorabile attacco alla Sanità pubblica in atto da venti anni a questa parte. Cioè ha una data precisa: dallo scioglimento del P.C.I. e la fine dei partiti di massa.

Guardiamo alle Marche, dove il presidente della giunta del PD e’ anche assessore alla Sanità: l’ultima giunta regionale di centro – sinistra 2005/2010, con la presenza anche dei comunisti, ha “lasciato” una mobilità passiva, per prestazioni sanitarie verso altre strutture pubbliche fuori regione o cliniche private, di 26 milioni di euro (sempre tanti per carità). Dati del bilancio Marche 2018 della giunta Ceriscioli aveva una mobilità passiva 69 milioni di euro in larghissima parte a favore delle cliniche private. Con lo stesso bilancio è stata aumentata di 2 milioni di euro la quota per convenzioni con cliniche e laboratori privati.

Dal 2010 ai giorni nostri sono stati chiusi o depotenziati gli ospedali pubblici di polo in tutta la Regione, tipo Tolentino, Matelica, e Treia nella Provincia di Macerata, dove, non va dimenticato, venivano eseguiti interventi di chirurgia di ciclo breve. Questi ospedali erano insieme ai distretti socio sanitari filtri decisivi per il territorio per non intasare la media e l’alta specialità costituita dagli ospedali di rete e da Torrette di Ancona. Sono stati chiusi 3 “punti nascita” a Fabriano, Osimo e San Severino. La chiusura degli ospedali di polo ha comportato la privatizzazione del 16% di posti letto pubblici ubicati negli entroterra già messi in ginocchio dal terremoto! La riabilitazione è totalmente privata. Su 900 strutture esistenti tipo “casa di riposo” il 41% è privato, con il 77% dei relativi posti letto.

Nella nostra Regione la privatizzazione della Sanità ha assunto una forma di vero e proprio “Cartello” con la costituzione di una “rete di impresa” denominata Casa di Cura delle Marche, che raggruppa le principali cliniche private, che alla data del 2015 tra Stato e Regione aveva/avevano percepito 54 milioni di euro sottratti alla sanità pubblica. Anziché chiudere le sovrastrutture costosissime come l’Asur – Azienda sanitaria unica -, l’Ars – Agenzia sanitaria regionale -, unificare a livello provinciale i tanti distretti socio sanitari, sono stati soppressi ospedali! In Italia si è preferito, sotto la spinta ideologica del dopo muro di Berlino, dare corso all’americanizzazione anche della politica sanitaria nazionale e regionale. Non è un caso che i presidenti delle regioni si fanno chiamare e vengono chiamati “Governatori”, cosa assurda e ridicola visto che la Costituzione italiana non prevede tale figura “americana”.

Tutti ci auguriamo che gli scienziati e ricercatori di tutto il mondo trovino al più presto l’antidoto a questo virus ma se dopo tutto resterà come prima la prossima volta (auguriamoci di no) sarà peggio. Occorre ripristinare filosofia e sostanza della legge 833 del 1978 che ha istituito servizio sanitario nazionale pubblico. La salute non è una merce che può’ variare in base a logiche del “mercato”.

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