Lubiana, Slovenia

Significative convergenze politiche nell’incontro tra PCI e “LEVICA”, la sinistra slovena

 

a cura del Dipartimento Esteri PCI

 

Lo scorso giovedì 27 dicembre si è svolto a Lubiana, capitale della Repubblica di Slovenia, un incontro tra una delegazione del PCI e i dirigenti di “Levica” (“Sinistra”) il partito della sinistra slovena che alle ultime elezioni parlamentari di giugno ha raccolto quasi il 10 % dei voti, diventando così elemento condizionante nella politica di questo stato centroeuropeo.

La delegazione del PCI era composta dal responsabile del dipartimento esteri, Fosco Giannini, dal compagno Stojan Spetic, del dipartimento esteri e dalla compagna Bruna Zorzini.

Luka Mesec: coordinatore nazionale di Levica

Simon Maljevac, sociologo, membro dell’Istituto per la pace e dirigente nazionale di Levica ha esposto in primo luogo, aprendo l’incontro tra PCI e Levica, il breve ma fortemente postivo percorso della sinistra slovena, che sei anni fa ha unito l’Iniziativa per la Democrazia Socialista, di ispirazione marxista, con i Verdi Ecosocialisti, il piccolo Partito Laburista ed altre correnti della società, presentandosi alle elezioni europee e poi parlamentari come Sinistra Unita ed il simbolo della stella rossa, raggiungendo un risultato lusinghiero attorno al 6% di voti ed una agguerrita pattuglia di deputati. In seguito l’Iniziativa per la Democrazia Socialista ed i Verdi Ecosocialisti si sono uniti nel partito Levica, con un gruppo dirigente in gran parte molto giovane. La loro linea politica anticapitalista, socialista ed ecologista è stata premiata alle ultime elezioni parlamentari e regionali, in cui Levica ha ottenuto il 10% della rappresentanza parlamentare e 9 deputati, diventando l’ago della bilancia per la formazione di un governo alternativo alle destre xenofobe e populiste. I due blocchi, centro sinistra e populisti di destra, si equivalevano e in questo contesto di paralisi politica Levica ha scelto, pur rimanendo all’opposizione, di permettere la nascita di un governo di centro sinistra col quale ha raggiunto un accordo programmatico. Levica aveva inizialmente proposto un referendum sull’uscita della Slovenia dalla NATO, ottenendone un rifiuto dai socialdemocratici e dalle forze di centro sinistra. Da qui la forma originale di un accordo che prevede una serie di interventi nello stato sociale e per i diritti dei lavoratori senza i quali il gruppo parlamentare di Levica non avrebbe votato e non voterebbe il bilancio dello stato. E’ stato deciso che ogni anno due proposte di legge di Levica saranno fatte proprie e approvate dal parlamento sloveno prima della sessione del bilancio.  Così per il 2018 il parlamento ha approvato la proposta di Levica che fissa a 720 euro il salario minimo mensile (al netto, senza altre voci della paga) per tutti, e oltre ciò interventi decisi contro il lavoro precario. Già è stata approvata anche una rivalutazione delle pensioni, mentre a tutti gli allievi delle scuole dell’obbligo (dalle materne alle medie) vengono forniti gratuitamente la prima colazione ed il pranzo. Per l’anno prossimo, 2019, Levica sta studiando quali proposte imporre alla maggioranza di centro sinistra. Con ogni probabilità si tratterà di importanti interventi fiscali contro i profitti da capitale e sgravi per i lavoratori.  Intanto Levica si batte per impedire aumenti di spesa per gli armamenti, richiesti a gran voce dalla NATO, riservandosi anche il diritto di raccogliere le firme per un referendum sulla permanenza della Slovenia in tale alleanza militare. Levica è anche decisamente contraria all’ipotesi di creazione di un esercito europeo.

Questi temi consentiranno anche una verifica sulle reali intenzioni dei partiti di centrosinistra, che saranno costretti o al rispetto degli accordi con Levica o ad aprire un dialogo con le destre per non dover cedere su temi importanti che hanno già suscitato reazioni e pressioni da parte degli imprenditori e dalla classe dominante.

Per quel che riguarda l’UE la Sinistra slovena esprime critiche radicali sul suo funzionamento, in particolare per le imposizioni di Bruxelles in merito alle privatizzazioni delle aziende e delle banche ancora in mano statale.

Pur essendo nato da pochi anni Levica, ha 1.400 militanti attivi (su 2 milioni di abitanti) e molti simpatizzanti. Sul piano della teoria della organizzazione va sottolineata la scelta leninista di Levica, diretta a privilegiare la militanza attiva alla semplice iscrizione. Ogni mese chiedono l’adesione al partito una cinquantina di persone. La stragrande maggioranza dei militanti sono giovani, studenti, intellettuali, lavoratori precari. Il partito è diretto da un comitato direttivo eletto in parte dal Congresso e in parte da delegati delle organizzazioni territoriali. L’esecutivo è coordinato da Luka Mesec, 31 anni, e presieduto dall’attrice e dirigente politica di origini bosniache Violeta Tomić, 55 anni.

Alle ultime elezioni amministrative Levica ha confermato la propria consistenza ed il radicamento, specie nelle regioni minerarie ed industriali (Lubiana, Trbovlje, Capodistria). Nelle provincie di confine, Levica collabora attivamente con le forze di sinistra italiane (PCI, PaP) partecipando in particolare a iniziative unitarie contro il fascismo ed il razzismo.

Fosco Giannini, Stojan Spetic e Simon Malievak all’incontro di Lubiana PCI- Levica

Dopo l’intervento di apertura del compagno Simon Maljevac, ha preso la parola il compagno Fosco Giannini, che ha voluto sottolineare il grande valore positivo del processo unitario delle forze di sinistra slovene che hanno portato alla costituzione del partito Levica; ha sottolineato il valore del Programma politico radicalmente antimperialista, anticapitalista e ambientalista di Levica; ha apprezzato l’attuale linea politica di Levica volta ad appoggiare il centro sinistra sloveno ( per evitare un governo di destra) senza entrare al governo ma legando l’appoggio esterno all’attuazione delle forti e significative misure sociali e popolari richieste da Levica; ha sottolineato l’importanza delle recenti vittorie elettorali e della forte crescita, in termini di militanza e radicamento, di Levica, rimarcando, per ultimo, l’importanza della linea politica generale di Levica, volta ad una critica radicale all’UE.

Giannini ha poi portato a conoscenza del compagno Malievak la recente storia della nascita del PCI ( modi e forme unitarie del Congresso Costituente di Bologna del 2006), la sua natura politico-ideologica ( l’antimperialismo, l’internazionalismo, l’anticapitalismo), le sue linee guida: il progetto politico dell’unità dei comunisti in un solo partito, l’unità di lotta tra PCI e forze della sinistra di classe, l’obiettivo di uscire dall’UE, dall’Euro e dalla NATO, la contrarietà all’esercito europeo, il giudizio positivo sullo sviluppo socialista cinese e sull’alleanza dei Paesi BRICS e, in ultimo, la netta opposizione del PCI all’attuale governo italiano della Lega e del M5S, un “governo totalmente subordinato all’imperialismo USA e alla NATO, fintamente critico dell’UE e dai caratteri razzisti”.

Giannini ha, infine, voluto sottolineare i molti punti di convergenza tra PCI e Levica e, sulla base di tali, profonde, convergenze, ha chiesto al compagno Malievak che i rapporti e le collaborazioni tra i due partiti si stringano, invitando i dirigenti di Levica a venire in Italia alle iniziative del PCI.

Un invito prontamente colto dal compagno Malievak che, a sua volta, ha invitato i dirigenti del PCI alle iniziative politiche, alle conferenze e ai dibattiti pubblici in Slovenia.

 

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