L’UE MILITARIZZATA DI MACRON E LA BOMBA NUCLEARE DELL’ IMPERIALISMO EUROPEO

di Fosco Giannini

Lo scorso 21 ottobre, all’Eliseo, il presidente francese Emmanuel Macron rilascia una lunga intervista al settimanale britannico L’Economist, voce autorevolissima del grande capitale europeo e mondiale. Le affermazioni tranchant del capo dell’Eliseo sono giganteschi sassi nello stagno. Con un esordio fulminate (“Ciò che stiamo vivendo attualmente è la morte cerebrale della NATO”), Macron si avvia poi a rilevare la crisi storica dell’Alleanza Atlantica, la mutata natura degli USA (sospinti da Trump all’isolazionismo) e, dunque, a chiedere e delineare un’Europa (un’Unione europea) come nuovo ed autonomo polo politico, economico e militare, al di là degli USA e della NATO.

L’intervista di Macron, densissima sul piano concettuale, politico e strategico ha fortemente attirato l’attenzione dei media borghesi italiani (oltreché di quelli internazionali), mentre la stessa attenzione non sembra averla destata nel campo comunista e della sinistra italiana.

Quali sono le questioni più importanti che ha sollevato Macron?

Primo: il presidente francese lancia un messaggio ai Paesi dell’Ue dicendo loro che non si può più fare affidamento, per la difesa militare, alla NATO. Per Macron l’Europa si trova “sull’orlo di un precipizio”, la NATO e le politiche isolazioniste di Trump l’abbandonano a sé stessa ed essa deve iniziare a pensarsi, in modo assolutamente autonomo e strategico, come una nuova potenza geopolitica, e se ciò non avvenisse l’Europa “non avrebbe più il controllo del proprio destino”. Per chi ha seguito e denunciato politicamente il costituirsi dell’Ue come nuovo polo imperialista mondiale in progress le affermazioni di Macron non sono una novità: dovrebbero esserle per chi crede ancora alla “favola bella” di un’Ue come “democratico ponte” tra i popoli europei.

Secondo: Macron, attraverso un’argomentazione lucidissima per ciò che riguarda gli interessi autonomi del neo imperialismo dell’Ue evoca con chiarezza lo scontro inter imperialista (in parte ancora in potenza, in parte in atto ma, con ogni probabilità, ben presto totalmente e duramente in atto) tra USA ed Ue, affermando: “Il Presidente Trump, per cui ho molto rispetto, pone la questione della NATO come un progetto commerciale. Secondo lui è un progetto in cui gli Stati Uniti forniscono una forma di ombrello geopolitico, ma in cambio deve esserci un’esclusività commerciale, è un motivo per comprare americano. La Francia non ha firmato per questo…Per 70 anni abbiamo realizzato un piccolo miracolo geopolitico, storico e di civiltà: un’equazione politica senza egemonia che ha consentito la pace. (…) Ma oggi ci sono una serie di fenomeni che ci mettono in una situazione al limite del precipizio”. Aggiungendo che “Se gli europei non hanno un risveglio, una consapevolezza di questa situazione e la decisione di coglierla, il rischio è, in ultima analisi, che geopoliticamente scompariamo o in ogni caso non siamo più i padroni del nostro destino. Lo credo profondamente”.

Terzo, conseguentemente, l’esigenza che l’Ue giunga al più presto ad essere un’autonoma potenza militare: “L’Europa della Difesa, un’Europa che deve acquisire un’autonomia strategica e capacità a livello militare”. Naturalmente, ad aggravare la richiesta di un’Ue quale potenza militare ( progetto da tempo fortemente perseguito dagli Stati tradizionalmente imperialisti europei – Francia, Germania, Spagna e Italia, con un attuale forte traino dell’asse franco-tedesco – ) vi è la “novità” totalmente rilevata da parte di Macron, che questa militarizzazione dell’Ue dovrebbe essere funzionale al nuovo ruolo imperialista dell’Ue e al suo ruolo nella lotta inter imperialistica mondiale, a partire dalla lotta contro l’imperialismo USA. Macron non ha, naturalmente, affermato ciò in termini netti ma, come affermava Mozart, “la musica è tra le note”. Tant’è che, alla domanda del giornalista de L’Economist “sull’attuale efficacia dell’articolo 5 dello statuto della NATO” (quello che prevede l’intervento di tutta l’alleanza qualora uno stato membro venga attaccato e che rappresenta il principale effetto deterrente della Nato), la risposta di Macron è stata chiara, in relazione all’ “esigenza” dell’autonomia militare dell’Ue e del ruolo imperialista di questa autonomia militare: “Non lo so”, ha affermato il presidente francese “ma cosa significherà l’articolo 5 domani? Se il regime di Bashar al-Assad decidesse di vendicarsi in Turchia, ci impegneremo? Questa è una vera domanda. Ci impegniamo a combattere Daesh. Il paradosso è che la decisione americana e l’offensiva turca in entrambi i casi hanno lo stesso risultato: il sacrificio dei nostri partner sul campo che hanno combattuto contro Daesh, le forze democratiche siriane”. E non è difficile capire il senso compiuto di quanto Macron abbia voluto dire: tocca a noi, ora, tocca al neo imperialismo dell’Ue prendere il posto, nel mondo, che fu degli USA, che ora sembrano ritirarsi, tocca a noi imporre un ordine (anche militare) nel mondo.

Quarto: la questione cinese. Al posto degli USA, quale “diga” anticinese, deve esserci l’Ue. È ciò che si evince da questo passaggio dell’intervista a Macron, il quale, ad una domanda sui pericoli per l’Ue, risponde: “Non penso di drammatizzare le cose, cerco di essere lucido. L’Europa ha dimenticato di essere una comunità…”. Dunque, uno dei pericoli più gravi per l’Ue “E’ Il disallineamento della politica statunitense dal progetto europeo e l’emergere del potere cinese che emargina chiaramente l’Europa”.

Così parlò Emmanuel Macron, tra l’attenzione forte – come abbiamo preannunciato – dei media portavoce del grande capitale europeo e la strana indifferenza di tanta parte della sinistra. Il “Corriere della Sera”, “il Foglio”, “la Repubblica”, il “Financial Times” e tanti altri giornali europei del fronte liberista e borghese hanno rilanciato e applaudito i sassi nello stagno lanciati da Macron. In Italia Sergio Romano, uno dei più importanti alfieri del neo imperialismo europeo, ha probabilmente parlato per tutto il fronte borghese italiano. E su “la Repubblica” del 17 novembre u.s. ha scritto: “Macron non ha torto quando osserva che l’Unione europea, se vuole proseguire sulla strada della sua integrazione, non può lasciare ad altri le proprie responsabilità militari nelle zone da cui dipende la sicurezza. E non ha torto quando osserva che la NATO, ormai, non è più in grado di affrontare i problemi che maggiormente ci interessano. Ha fatto il suo dovere finché esistevano l’Unione Sovietica, il Patto di Varsavia e una quinta colonna comunista in molte società europee. Ma oggi, dopo la scomparsa di queste minacce, il presidente degli Stati Uniti la considera obsoleta ed è disposto ad accettarne l’esistenza solo se il Protettore americano verrà adeguatamente rimborsato…Quando Macron dice ai suoi partner europei che è giunto il tempo di assumersi le responsabilità della NATO…il presidente francese ha ragione”. E qui si chiude una parte del ragionamento di Sergio Romano, quello volto, con Macron, a delineare un neo imperialismo europeo autonomamente militarizzato e dunque in grado di battersi al meglio nella lotta inter imperialistica. Ma Romano, nel suo progetto di totale militarizzazione dell’Ue, va avanti, spedito come un treno, facendosi con tutta probabilità portavoce della borghesia europea più aggressiva e stanca del dominio dell’imperialismo USA su quello nascente dell’Ue. E scrive Romano: “Se Macron vuole davvero rendere credibile la sua politica deve completare il progetto mettendo al servizio dell’Europa la sua arma nucleare”. Chiudendo il proprio articolo con un appello diretto allo stesso Macron: “Se tiene davvero al suo progetto, signor Presidente, condivida ( con l’Ue, n.d.r.) questa bomba”.

Ecco: tra i comunisti (nemmeno tutti, poiché quella parte di loro che sono per l’Ue sono anche per l’esercito europeo) che denunciano la drammatica costituzione in atto di un’Ue neo imperialista dotata di un aggressivo esercito imperialista collocato nelle immediate retrovie della politica, ma che oltre la denuncia non sono ancora in grado di mettere in campo una mobilitazione sociale a livello del pericolo ed una “sinistra” compiacente verso l’Ue e il suo nascente braccio armato, va costituendosi un’Ue non solo armata ma già avviata all’arsenale bellico nucleare. Al di là e oltre la NATO. Perché gli interessi economici, mercantili e finanziari del nuovo polo imperialista con capitale Bruxelles non possono più sopportare di essere portati per mano, come bambini, dall’imperialismo USA. Quello dell’Ue è cresciuto, vuole uno spazio proprio, vuole gestire in autonomia le proprie pulsioni espansioniste e spoliatrici a livello mondiale. E per questo serve anche l’arsenale militare nucleare autonomo, che oggi la Francia di Macron deve “socializzare” Chi non ha capito ancora la natura imperialista dell’Ue; chi crede che essere “concreto” voglia dire schierarsi con l’imperialismo dell’Ue contro quello USA; chi subordina il pericolo della nuova unità imperialista sovranazionale dell’Ue alla “bellezza di girare l’Europa senza passaporti”, ha forse bisogno della prossima guerra di conquista dell’Ue (dopo quella contro la Jugoslavia), forse anche guerra nucleare, per capire, ravvedersi e uscire dal fronte della subordinazione per entrare in quello della lotta. Ancora troppo esiguo rispetto alla linea Macron, che è anche quella del grande capitale sovranazionale europeo.

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