Maastricht fu sconfitta per lavoratori, portare l’analisi alle necessarie conseguenze politiche

di Francesco Valerio della Croce, segreteria nazionale Pci e responsabile Esteri

Nell’anniversario della firma di Maastricht ci dobbiamo dire che quello fu uno snodo fondamentale della sconfitta del movimento dei lavoratori in Europa occidentale (conseguenza anche della errata prospettiva d’analisi meramente eurocentrica che, ad un certo momento, divenne egemone anche nella nostra area, è che degeneró nel sostegno alla creazione di un aspirante polo imperialista), dell’equilibrio nel rapporto concreto tra stato, regime politico e Costituzione, conquistato dal pensiero marxista in due secoli di elaborazione e lotta. Un passo fondamentale, come confessò nelle sue memorie Guido Carli, per comprimere e progressivamente cancellare le conquiste popolari novecentesche.

Fatta questa premessa, ai comunisti oggi spetta il compito di essere coerenti fino in fondo nel giudizio sulla natura della UE e sulla sua irriformabilità (tanto più, di fronte ai molteplici e vari tentativi di irrigidimento in atto nella Fortezza Europa). Operare per la crescita della consapevolezza nella nostra classe, già da un piano economico immediato, smascherando così l’ideologia che innerva le politiche d’austerity, antistato e del vincolo esterno, per giungere ad una vera coscienza consapevole sui passaggi necessari per la ricostruzione di un’autentica prospettiva di progresso.

One Comment

  1. Gianfranco

    Cambiare nell’immaginario collettivo la prospettiva europea non è possibile. Si può a mio parere, unificare il movimento Comunista per una capacità incisiva di direzione del nuovo proletariato che solo unificandosi nelle lotte può far fronte alle multinazionali. Chiedere una uniformità di salari e di condizioni sociali in tutta europa è il modo di alzare il tiro e usare le contraddizioni del capitale per riaprire una prospettiva vincente.

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