Manifestazioni oceaniche in Iraq contro l’occupante USA

di Francesco Valerio della Croce, segreteria nazionale Pci e responsabile Esteri

Le immagini che ci arrivano dall’Iraq, che incorniciano un fiume umano di milioni di iracheni nelle strade di Baghdad, sono straordinarie. Così come lo è, tuttavia, l’opera certosina di censura politica operata sui e dai nostri media principali (se si fosse trattato di Hong Kong o di Caracas avremmo i Tg a reti unificate con le telecamere puntate su quelle scene per giorni e settimane…).

Noi comunisti sosteniamo la lotta sacrosanta del popolo iracheno che chiede la fine dell’occupazione arrogante e disastrosa degli Usa, ininterrottamente protratta dopo l’invasione del 2003. Ribadiamo il sacrosanto diritto all’autodeterminazione e alla difesa dell’indipendenza dei popoli e degli Stati sovrani: lo facciamo sottolineando, ancora una volta, che nello scenario mediorientale, certamente complesso e peculiare, vi sia però un preciso e certo invasore, un’univoca fonte di prevaricazione e belligeranza rappresentata dall’imperialismo degli Stati Uniti d’America. Lo abbiamo visto, in modo eclatante nei giorni scorsi con l’assassinio del generale Quesam Soleimani, ma lo abbiamo visto da anni con lo strozzinaggio economico e la continua offensiva contro l’Iran. L’incapacità e la non volontà della politica europea, e di quella italiana in particolare, di esercitare qualsiasi funzione volta al rispetto delle prerogative sovrane degli Stati e dei popoli, alla denuncia delle evidenti responsabilità delle disastrose campagne militari Nato-Usa, è disarmante, quanto lo è – al contempo – la spinta all’accelerazione del progetto di unificazione militare della UE, a cui anche il nostro Paese, da settembre scorso, ha dato piena adesione, per partecipare attivamente alla nuova fase delle competizione internazionale e attrezzare anche il polo imperialistico dell’Unione.

Noi comunisti rifiutiamo ogni equidistanza: denunciamo chiaramente le responsabilità dell’imperialismo Usa, e di quello europeo al seguito; siamo dalla parte dei popoli e dei loro Stati sovrani contro la follia predatoria dell’imperialismo; contestiamo la partecipazione dell’Italia tanto alla NATO, quanto al nascituro esercito europeo. Lavoriamo per un Paese indipendente e che innervi la sua politica estera ai principi del diritto internazionale, alla cooperazione e al rispetto dell’autodeterminazione dei popoli e della sovranità degli Stati.

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