Il PCI contro il governo che impone il ‘Rosatellum’

di Segreteria Nazionale PCI

Il voto di fiducia posto su una pessima legge elettorale è uno schiaffo al Parlamento,

Legge Acerbo, Legge Scelba e adesso il Rosatellum.

Non occorrerebbe specificare oltre i motivi per cui questa legge elettorale è una ferita alle regole democratiche in sé.

Eppure questa nuova legge elettorale, al di là del metodo vergognoso con cui viene imposta al paese, da un governo che, come i suoi pessimi predecessori, vi pone la fiducia per garantirne l’approvazione, riesce anche a manifestare gravi tratti di incostituzionalità, sancendo l’ennesimo vulnus alla rappresentanza democratica, al fine di consegnare all’Italia un Parlamento che per due terzi sarà nominato da segreterie di partiti, che oggi gestiscono il potere e rispondono alle lobbies economiche che li foraggiano, senza che i cittadini italiani abbiano la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, grazie a listini bloccati ed assenza di preferenze.

Sono stati 307 nella prima votazione e 308 nella seconda. Un numero, in entrambi i  casi inferiore alla soglia di 316 che corrisponde alla metà più uno dei deputati. Una fiducia ottenuta grazie a  Lega e FI che si sono astenuti dal voto. Un voto che dimostra in maniera plastica la natura autoritaria e assai poco democratica del governo Gentiloni e del maggiore partito che lo sostiene, il PD. Togliamo per sempre la patente di “sinistra” al “partito” di Renzi. Altro non è che un comitato elettorale e d’affari, una formazione politica che ha scelto di stare comodamente dalla parte più “conveniente” della barricata: a destra.

Il Partito Democratico con la complicità di Forza Italia e della Lega nord sta compiendo un atto di prepotenza politico- istituzionale, un attentato alla democrazia che ci auguriamo non sfugga alla Corte Costituzionale, che dovrebbe vegliare sulla corretta applicazione delle regole democratiche.

Il PCI, che sta partecipando e dando vita a movimenti unitari di protesta contro una legge pessima imposta al Paese con arroganza e violenza istituzionale, ribadisce che l’unica legge elettorale democratica è quella prevista dalla costituzione della repubblica: il voto libero ed uguale, il voto con una legge proporzionale, che garantisca la rappresentanza di tutti gli interessi che compongono una società complessa. Oggi in Italia gli interessi dei lavoratori non sono degnamente rappresentati in Parlamento, ai comunisti spetta di nuovo la battaglia per la democrazia, per riportare gli interessi di chi lavora al centro dell’agenda politica del Parlamento.

 

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