Il PCI saluta il caro Compagno Mommo Tripodi

Di Redazione. A nome del PCI, pubblichiamo questo bel ricordo di Mommo Tripodi, scritto da Stojan Spetic, della Direzione Nazionale.

Dopo una lunga vita dedicata ai lavoratori ed alla sua terra ci ha lasciato Mommo Tripodi. Robusto, forte, una faccia espressiva, tratti decisi, nasce in una famiglia non abbiente della Calabria e sin da bambino conosce il duro lavoro dei campi. Farà il bracciante agricolo per molti anni e lavorando la terra scopre non solo la fatica, ma anche ed in primo luogo gli altri, i suoi compagni e le loro difficoltà. Così a poco più di vent’anni comincia ad organizzare le prime lotte per i diritti e la dignità del lavoro. Diventa sindacalista della CGIL, si iscrive naturalmente al PCI e come comunista si impegna anche nell’individuare i bisogni reali della popolazione nella sua Polistena, nella piana di Gioia Tauro.

Mommo ce ne parlava quando si pranzava insieme al “tavolo dei comunisti” nel ristorante del Senato, a volte scambiava qualche battuta con Sandro Pertini, Arrigo Boldrini, Luciano Lama.

La sua militanza comunista era totale, coinvolgente ed includeva tutti coloro che incontrava, ma in particolare la sua famiglia. Non è un caso che sulle sue orme si siano messi figli e nipoti.

Era una passione che l’aver raggiunto posti di rilievo, nella sue terra ed in parlamento, non si è spenta mai. Mommo venne più volte eletto alla Camera dei deputati ed al Senato proprio dalla gente cui aveva dedicato ed organizzato le sue lotte.

Rimanendo, per tre decenni, anche Sindaco di Polistena, vicino alla sue gente che lo ha ricambiato con il voto e la fiducia.

Mi capitò, per ragioni professionali, di visitare la Calabria e scoprii che il nome di Tripodi apriva le porte ed i cuori anche in coloro che erano stati suoi avversari politici. Grande era il rispetto per questo combattente onesto ed incorruttibile. Si scontrò duramente con la n’drangheta locale, dedicò buona parte della sua vita parlamentare alla lotta contro le mafie e le condizioni materiali che le alimentavano. Dovette subire la scorta delle forze dell’ordine. Ricordo una conversazione che ebbe con la figlia di Aldo Moro, anche lei sotto scorta, che si era lamentata perché si sentiva privata di ogni intimità.

Mommo soffrì molto l’agonia del PCI, ma si ribellò, come era nella sua indole. Lui, comunista disciplinato, non poté tollerare la decisione del gruppo dirigente del partito di sostenere l’aggressione imperialista all’ Iraq. Ci riunimmo e decidemmo di votare contro. Ci fu chi ci propose l’astensione, che a Palazzo Madama vale come un voto contrario, ma decidemmo di far sentire e vedere la nostra voce dissidente.

Ci fu qualcuno che volle deferirci alla Commissione di controllo del CC del PCI e ci inviarono una lettera. A Mommo gliela consegnarono a mano e vidi il suo sguardo duro mentre al solerte funzionario rispose: “Non ci sarà nessun procedimento disciplinare, perché il Partito lo state liquidando.” Così fu. Il PCI venne sciolto e Mommo fu tra coloro che decisero la strada difficile di far vivere una forza comunista nel paese che ebbe l’onore del più grande partito comunista dell’ Occidente.

Il gruppo dei senatori “dissidenti” fu così il nerbo ed il centro organizzativo della nascente Rifondazione comunista.

Ci fu un solo momento in cui vidi Mommo veramente arrabbiato. Per isolarci il PDS ottenne che il corridoio che portava alle nostre stanze fosse murato. “Ecco, esaltano il crollo del muro di Berlino, ma ne costruiscono un’altro per separarsi dai compagni.”

Mommo fu coerente con i suoi ideali e non poté condividere la deriva bertinottiana per cui partecipò alla costituzione del Partito dei comunisti italiani cui dette il suo contributo generoso e disinteressato.

Ora riposa nella sua terra che aveva fecondato col suo sudore e con la sua passione, tra la gente  di cui aveva strenuamente difeso la dignità.

I comunisti non lo dimenticheranno.

 

One Comment

  1. PARTITO COMUNISTA ITALIANO

    MI UNISCO AL DOLORE CHE HA COLPITO LA FAMIGLIA DEL COMPAGNO MOMMO TRIPODI.
    MOMMO LASCIA UN GRANDE VUOTO NELLA MILITANZA, NEL MOVIMENTO OPERAIO ITALIANO, FIGURA ESEMPLARE COMUNISTA DEL NOSTRO PAESE.
    LASCIA A NOI ALTRI IL TESTIMONE DI CONTINUITA’ DELLA BATTAGLIA POLITICA E IDEALE COMUNISTA DA TRASMETTERE ALLE FUTURE GENERAZIONI.
    SENTITE CONDOGLIANZE E FRATERNI SALUTI ALLA FAMIGLIA
    ED AL COMPAGNO MICHELANGELO TRIPODI.
    IL COMPAGNO GIOVANNI VALENTE
    E TUTTI I COMPAGNI DELLA SEZIONE “ANTONIO GRAMSCI”
    DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO DI BISCEGLIE

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