Per Enrico…

Mi è capitato di immaginare un incontro tra sogno e realtà con Enrico Berlinguer, ritornato tra i vivi, che mi chiede come sta il Partito, come va l’Italia.

Non avrei, forse, il coraggio di rispondergli… Oppure potrei raccontargli, in buona fede, che il suo Partito sta benissimo, che si è evoluto, che ha mantenuto saldi gli antichi principi, che la questione morale finalmente è risolta, che la democrazia ha vinto, che i diritti dei lavoratori e dei meno abbienti sono stati tutelati.

Tutto il contrario… La sua “casa” è stata distrutta da chi ha sciolto il più grande Partito Comunista d’occidente per fondare un Partito che, negli anni, è andato sempre più alla deriva fino ad allontanarsi del tutto dalla Sinistra e dai valori che la contraddistinguono per amore del potere e dei poteri forti.

È, anzi, arrivato a minare, pesantemente, proprio la Sinistra ed, in particolar modo, i Comunisti che, negli anni, sono stati, volutamente, demonizzati e colpiti.

Una parte dei Comunisti, sicuramente, ha contribuito mettendoci del suo con continue divisioni, con l’elezione, in certi frangenti, di personaggi come Bertinotti, uno dei principali responsabili (personalmente non l’ho mai votato) della distruzione subita dal fronte Comunista in Italia, con le loro alleanze, ancora oggi, alla ricerca di poltrone e del meno peggio (che regolarmente diventa il peggio) con un centrosinistra che si è rivelato la loro tomba e quella delle loro lotte.

Un’intera generazione che ha vissuto quei periodi ha mentito e sta mentendo a se stessa; si guarda dentro e si dice di essere rimasta la stessa mentre tutto è profondamente cambiato in peggio.

Diceva che non sarebbe mai morta Democristiana ma quello che sta accadendo con la deriva del PD è ancora peggio!

Ogni anno, all’anniversario della morte, commemorazioni, iniziative dove ognuno cerca di ricordare Enrico, di intestarsene l’eredità ma, attenzione, guardatevi dalle imitazioni, da chi insinua di essere il vero detentore del patrimonio morale e politico di Berlinguer per poi non perdere occasione per andare contro a quelli che sono i valori portanti della memoria che ci ha lasciato fino a strumentalizzarla in maniera indegna.

Con queste macchinazioni e dopo anni di Berlusconi prima, di Renzi poi, di antipolitica, di razzismo, fino ad arrivare al trasversale Governo Draghi, il Paese è, purtroppo, sempre più imbruttito! Dieci, forse venti, volte più imbruttito di come aveva sperato quella generazione di cui sopra.

Questa crisi allunga le sue ombre in tutti i meandri della società e, nel suo complesso, dell’attuale classe dirigente politica, economica e amministrativa che non vuole o non è in grado di risolverla mentre la rabbia, l’egoismo, l’ipocrisia, la superficialità, il qualunquismo della gente cresce a vista d’occhio.

La rabbia di chi non arriva a fine mese, di chi non ha possibilità di mantenere un figlio, di chi non può curarsi, di chi non può studiare.

Una rabbia che non deve cadere in trappole populiste, strumentali e di comodo ai poteri forti ma in una seria coscienza di classe e di lotta politica che solo grazie ad un Partito Comunista rapportato alla nostra epoca, ben saldo su certi valori, può avere sbocchi e prospettiva.

Alla costituzione del PCI, nel 2016, sapevamo di andare incontro ad un periodo cruciale, un periodo nel quale siamo stati, siamo e saremo al lavoro per ricostruire il PCI, un Partito necessario, fondamentale che ponga le basi per una trasformazione del sistema Paese nel suo insieme, che permetta di evitare un ulteriore declino destinato a diventare “slavina”, “valanga”, “frana” economica e sociale con conseguenze inimmaginabili.

Ecco, allora, che la memoria di Enrico Berlinguer torna utile.

Si tratta di leggere i suoi articoli sul Cile del 1973 che dettero luogo alla formulazione del “compromesso storico” per capire che non c’entra proprio nulla con le “larghe intese” (oggi diventate più strette ma non meno inquietanti) e nemmeno, per la verità, con questo PD!

Oppure rileggere il suo discorso alla festa dell’Unità di Genova del 1978 dove, a lungo, trattò, acutamente, l’analisi della crisi che, anche allora, stava colpendo il Paese dopo lo shock petrolifero, con una grave inflazione. Un discorso in cui la classe lavoratrice (allora classe operaia) si “assumeva” la piena responsabilità della situazione ma per cambiare profondamente l’indirizzo della politica economica.

Da qui si riparte, la lotta di allora è quanto mai attuale e non esistono altre strade per risollevare le sorti del Paese se non quella di fare politica con coerenza, con delle chiare priorità, dalla parte di chi, del Paese, ne è il “motore”.

Continuiamo a ricostruire il PCI con radici ben “affondate” nella storia, nei valori di quel grande Partito con la coerenza e la sensibilità che ci hanno sempre contraddistinto e con una linea politica, la più avanzata a sinistra, che sta, ampiamente, dimostrando dove va il PCI e dove vanno gli altri.

Proseguiamo, ostinatamente, in quella direzione, nell’intento di riunire i comunisti e di ricucire e far riemergere un “tessuto” morale e culturale di cui si sente un gran bisogno nel Paese.

Anche per Enrico.

Matteo Bellegoni
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Segretario regionale Liguria

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