Petrolio in Basilicata: Disastro ambientale e danni permanenti alla salute dei cittadini

PCI – Basilicata

La Basilicata dopo l’ondata delle terre irrigate, le zone industriali è sopraggiunta l’ondata del petrolio che poteva facilmente attrarre soldi pubblici sempre per raggiungere l’obiettivo dell‘occupazione permanente di tutti i cittadini di Basilicata, compresi i preti e suore. Purtroppo lo stato italiano e quindi la regione Basilicata hanno consumato ancora una volta tantissimi miliardi senza raggiungere l’obiettivo da sempre osannato. Il petrolio in terra di Basilicata è stato una iattura e tale rimarrà nel tempo e sarà ricordata da moltissime generazioni. Esso ha distrutto un territorio, Io ha inquinato, Io ha avvelenato, ha tolto la terra a tanti contadini che l’avevano comprata con immenso sudore e una vita di stenti in terra straniera, ha distrutto tante aziende attive con prodotti di eccellenza, ha cacciato tanti giovani pensanti dalla propria terra, ha rafforzato le mafie, ha arricchito la cultura della collusione politica attraverso tangenti e poltroni viaggianti, per ringraziare amici ,calmare o zittire chi aveva osato nella protesta non per un amore innato verso l’ambiente pulito ma unicamente per raggiungere qualche obiettivo, per cui una volta raggiuntolo si è allineato ed è diventato muto per convenienza. Noi , non ci siamo mescolati e non ci mescoliamo a tanta sporcizia culturale.

Negli anni passati quando alcuni denunciavano l’inquinamento del territorio di Basilicata venivano accusati di allarmisti, terroristi, comunisti . Finalmente oggi anche i ciechi, i sordi e i distratti per eccellenza si son dovuti ricredere , anche se Io affermano la sera e Io negano la mattina. A seguito di inquinamento del territorio di Basilicata, l’ENI viene denunciata da contadini e da associazioni ambientaliste. Processi lunghi, senza colpevoli, associazioni che una volta compaiono come parte civile, una volta scompaiono senza motivazioni, lo sversamento di tantissime tonnellate di petrolio nel territorio di Viggiano non viene riconosciuto come disastro ambientale . cosi come recita Il’art.452 del codice penale del 2015 .Rinvii dopo rinvi delle udienze, forse si vuole imboccare la strada che porta alla prescrizione. Tutte le sentenze vanno rispettate, sia quando ci assolvono che quando ci condannano ,però dobbiamo ammettere che la storia del petrolio in Basilicata è piena di pagine molto contraddittorie, poco trasparenti, ricche di collusioni gravi a vari livelli e pagine molto tristi come la falsificazione dei codici dei rifiuti pericolosi in rifiuti non pericolosi, che permetteva alla multinazionale ENI un risparmio tra i 34 e 76 milioni di C in un anno, e alcuni morti eccellenti con il punto interrogativo .

I nostri nonni e genitori , nobili e onesti contadini hanno sudato mille camice per farci studiare , pensando che noi fossimo stati più onesti , più nobili e ricchi di ideali di rispetto e di tutela del territorio, invece noi li abbiamo traditi, abbiamo falsificato documenti, e siamo stati collusi con le mafie , siamo stati in vendita a tutti i mercati e alla migliore offerta e mentre estrinsecavamo tali comportamenti, contemporaneamente andavamo in chiesa senza pudore a pulire la nostra coscienza sporca, che nonostante tutte le preghiere e le candele accese, rimaneva sempre più sporca. Con la distruzione , con l’avvelenamento del territorio, con la perdita di eccellenze agricole , con le falde acquifere inquinate, con vari mali fisici e mentali ,con vantaggi ad amici, parenti e compari, noi in Basilicata conviviamo pacificamente e questo , a mio modesto avviso è molto grave. A poco sono servite le proteste e le denunce di contadini e ambientalisti non collusi con le multinazionali , anche se hanno dato origine a due filoni di indagini, quello del centro olio di Viggiano delI’ENI e quello della Total a Tempa Rossa, nel territorio di Corleto Perticara. Nel processo chiusosi nel 2021 è emersa una verità processuale con pochissimi imputati e con pene lievi. Povera Basilicata, orfana, senza difensori, con molti sfruttatori, molti ladri, molti mafiosi, molti camaleonti, tace la cultura, tacciono le scuole, la droga del petrolio ha stordito

tutti , tanto è vero che nessuno vede, nessuno sente e nessuno parla. Solo pochi , tra mille difficoltà mantengono accesa la lanterna di tutelare, risanare, liberare la Basilicata da tutte le mafie radicate nel mondp economico malato, politico e in varie istituzioni ed enti pubblici, quali carrozzoni inutili, ma serviti a dotare di poltrone a politici a fine carriera o trombati dagli elettori. Le multinazionali devono andarsene daJJa terra di Basilicata, dopo averla risanata e risarcito i danni causati. Il popolo di Basilicata deve riappropriarsi della sua terra, deve tutelarla, rispettarla e invertire il modello di sviluppo sino ad ora creato,

basato suII’assenza di una vera programmazione, sulla confusione generale di interventi, oggi in un settore , domani in un altro per certi aspetti in contrasto e spesso sovrapposti, unicamente per gestire e sperperare danaro pubblico , senza mai risolvere un problema. Il popolo di Basilicata , probabilmente dovrebbe

affidare il coordinamento della cosa pubblica a persone oneste, sagge, colte e qualificate e non a qualunquisti, improvvisatori , privi di alcuna competenza e pronti a collusioni mafiose di vario tipo. Lo sviluppo naturale ,la grande ricchezza della Basilicata è in totale contrasto con la presenza delle multinazionali e la Ioro azione distruttrice , vista da ogni osservatorio serio e scientifico, per cui le multinazionali ,prima lasciano la terra di Basilicata meglio si può parlare di un futuro più armonioso e più attento alla salute e al benessere dei cittadini .

La terra di Basilicata nel suo piccolo dovrebbe da subito abbandonare le risorse energetiche basate sul petrolio e sostituirle con quelle pulite e rinnovabili, in un’ottica di armonizzazione con il territorio, senza incorrere come è stato con l’eolico selvaggio , che si è trasformato da simbolo di energia pulita in energia nelle mani della mafia e a danno dei cittadini. In Basilicata con la mafia abbiamo convissuto pacificamente e non deve essere la magistratura a sconfiggerla ma un popolo serio, partecipe, attivo , colto che ha a cuore la propria terra e intende trasmetterla ai propri figli con gioia perché pulita , libera, democratica e legale. Le multinazionali, le varie mafie, le miriade collusioni a vari livelli, le infinite storture, non so proprio cosa devono fare più sul territorio di Basilicata per far prendere coscienza e iniziare da subito, con fermezza e razionalità una svolta del suo sviluppo, visto da sempre come uno sviluppo di rapina , irrazionale, a danno dei cittadini e nell’interesse di pochi.

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