PIAZZA MONTECITORIO: I COMUNISTI E I MOVIMENTI CONTRO LA GUERRA

di Milena Fiore, Comitato Centrale PCI

Roma, 5 agosto 2016, piazza Montecitorio, di fronte alla Camera dei deputati: i comunisti e la Rete “No War”, in una calura africana e in una stupita disattenzione romana, provano a dire il loro “NO” all’ennesimo attacco imperialista USA contro la Libia. E ci riescono: verso le ore 18.00, l’ora dell’appuntamento, le bandiere rosse del PCI, quelle del PRC e gli striscioni della Rete “No War” iniziano a materializzarsi di fronte alla folta presenza in piazza della polizia. Alle 18.30 piazza Montecitorio è piena: chi dice “NO” alla guerra ce l’ha fatta ancora a farsi sentire, a far capire che un’opposizione c’è, che c’è un “NO” ai disegni USA e NATO, alla complicità bellica dell’Unione europea; c’è una risposta Alle menzogne della stampa italiana, tutta schierata con i bombardamenti sulla Libia, c’è una risposta alla televisione di Stato e a quella di Berlusconi, tutte volte a far credere che l’immenso apparato distruttivo bellico USA sia di nuovo in campo per attaccare l’ISIS.

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I comunisti  e le comuniste del PCI e del PRC, i militanti della Rete “No War” l’hanno detto chiaramente di fronte alla Camera dei deputati: il nuovo attacco alla Libia non ha nulla a che vedere con la lotta all’Isis, ma punta chiaramente a ratificare sul terreno la divisione della Libia, regione per regione, tribù per tribù, un pezzo agli USA e un pezzo alla Francia, un pezzo all’Italia ed un pezzo ad un altro Paese “volenteroso”, col sangue alla bocca e avido del petrolio e dell’acqua della Libia, dell’oro nero e dell’oro bianco. Un Paese, quello libico, da cannibalizzare, da spartire, un boccone per uno per le varie fiere imperialiste. Quella di questo 5 agosto, di fronte alla Camera dei deputati, è stata una giornata importante, forse l’avvio di una, tanto necessaria, unità di lotta tra i comunisti e i movimenti contro la guerra, per rimettere in piedi un movimento per la pace e il disarmo che, sotto i cieli ormai sempre più pieni di cacciabombardieri USA e NATO, è ancora troppo fragile rispetto al compito che ha di opporsi ai disegni sempre più guerrafondai degli USA e della NATO. Il PCI, per questa manifestazione di Roma, ha svolto un compito centrale: quello di lavorare per l’unità dei comunisti nella lotta e nella piazza e per l’unità con i movimenti. E i compagni e le compagne di Roma, dirigenti e militanti, hanno svolto egregiamente il loro compito: quello, quasi folle, di riempire piazza Montecitorio in una giornata di piena estate, in un giorno d’agosto in cui Roma è tutta fuori Roma. Ma anche questo sacrificio dei compagni romani del PCI dimostra la nuova passione che muove il Partito appena nato: il Partito Comunista Italiano.

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E importante, in piazza, è stata anche l’unità di fatto e di intenti che ha legato i compagni del PCI, i compagni del PRC e i militanti ei movimenti. Questo ha rimarcato Fosco Giannini, responsabile del Dipartimento Esteri del PCI, in piazza, tra i compagni, e questo hanno rimarcato sia Giovanni Russo Spena, del PRC, che Marinella Correggia, della Rete “No war”: per ciò che riguarda la necessaria unità del movimento contro la guerra, questo 5 agosto contro le bombe USA in Libia, potrebbe essere il giorno dell’inizio del lavoro e della lotta unitaria. Il PCI è giunto a questo appuntamento in piazza Montecitorio anche sulla scorta di una campagna nazionale. “Per l’uscita dell’Italia dalla NATO” che sta estendendo la propria azione dalla Toscana a Brescia, dal Veneto al Friuli, dalle Marche alla Sicilia, dalla base di Cameri, a Novara, alla Sardegna. Luoghi, tutti, dove crescono come funghi maledetti le basi USA e NATO, gli ordigni di guerra più tradizionali e quelli nucleari. Fosco Giannini, di fronte alla Camera dei deputati, in piazza, è stato chiaro: “L’odierno attacco alla Libia non è altro che una prosecuzione dell’orrenda azione di macelleria sul popolo libico praticata senza pietà dagli USA e dalla NATO nella guerra del marzo 2011, che distrusse la Libia, provocò 300 mila morti libici e portò all’assassinio di Gheddafi da parte delle truppe imperialiste, che trucidarono il leader libico come si fa con una bestia. E, sempre, col petrolio e le ricchezze libiche in testa”. E chiara è stata anche, in piazza, Eleonora Florenza, eurodeputata del PRC: “L’Unione europea, di nuovo, è complice delle guerre imperialiste”. Come netta è stata, di fronte alla Camera dei deputati, Marinella Correggia, della Rete “No War”: “Oggi più che mai, di fronte alla subordinazione totale del governo italiano alle politiche di guerra degli USA e della NATO, è attuale la parola d’ordine “fuori l’Italia dalla Nato”. Renzi ha già, come un suddito silente, tacitando il Parlamento, concesso le basi di Sigonella e Aviano per far decollare i cacciabombardieri USA e NATO contro la Libia: è tempo dell’azione, della lotta, dell’unità dei comunisti e dei movimenti. È tempo di mettere finalmente in campo un più forte, vasto e unitario movimento contro la guerra. Il PCI è presente.

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