POLONIA, USA, BRASILE: I VIAGGI DI SALVINI VERSO L’ESTREMA DESTRA

di Fosco Giannini, Responsabile Dipartimento Esteri PCI

Il PCI esprime la propria profonda e severa critica per gli incontri in corso e i vicini appuntamenti politici internazionali del ministro degli Interni e leader della Lega Matteo Salvini. E intende diffondere, oltre la propria critica, un sentimento di particolare attenzione per l’essenza reazionaria e il pericolo democratico che la politica internazionale della Lega, oggi partito guida del governo italiano, struttura per il nostro intero Paese: in che ambiti internazionali oscuri intende collocare l’Italia, la Lega di Salvini?

Oggi, mercoledì 9 gennaio, Salvini incontrerà a Varsavia sia il ministro degli Interni polacco, Brudzinsky, che, soprattutto, Jaroslaw Kaczynski, il leader del partito di estrema destra polacco “Diritto e Giustizia” ( Pis), il partito che governa con un reazionario pugno di ferro la Polonia e che sta mettendo fuori legge il Partito Comunista Polacco. Kaczinsky non è a capo del governo, la forza del partito che guida lo rende, tuttavia, il vero e incontrastato capo della Polonia. Salvini è a Varsavia nel tentativo di ratificare l’alleanza politica tra Lega e “Pis” polacco in vista delle prossime elezioni al Parlamento europeo. Un’alleanza di estrema destra, che vede già uniti la Lega, il “Rassemblement National” di Marine Le Pen in Francia (che ha superato nei sondaggi Macron), i “Democratici Svedesi” e i “Veri Finlandesi”, di natura politica fascista, gli spagnoli di “Vox”, dichiaratamente neofranchisti e che vede vicini anche i neonazisti tedeschi di “Alternative fur Deutschland”.

Per poter avviare la discussione con Salvini, Kaczynski aveva chiaramente posto alcuni paletti, aveva chiesto almeno tre, ineludibili, garanzie politiche: una netta posizione filo USA e filo NATO della Lega, una posizione più smarcata da Putin, una posizione meno contraria all’Ue, in quanto alta è nel popolo polacco la fiducia verso l’Ue ( il 75% dei cittadini polacchi sono per l’Unione europea).

Nell’incontro con Kaczinsky, Salvini può oggi portare sul tavolo della trattativa, in virtù di un rapido, quanto profondo processo di cambiamento e “adattamento” della Lega, le tre condizioni richieste.

Per ciò che riguarda il rapporto tra la Lega e gli USA di Trump e la NATO non vi sono certo più dubbi: la Lega è oggi, in Italia, un altro bastione, assieme al PD, del filo imperialismo americano e dell’Alleanza Atlantica. Il sottosegretario leghista agli Esteri, Guglielmo Picchi, è da tempo al lavoro sia per un incontro, che potrebbe essere a breve, tra Trump e Salvini a Washington, che per la partecipazione di Salvini al grande raduno ( “Conservative political action conference”), politicamente molto importante negli USA, degli ultraconservatori americani, che si terrà nel Meryland tra la fine del prossimo febbraio e i primi di marzo.

Risolta la questione del filo imperialismo americano, da parte della Lega, anche l’altro problema sollevato da Kaczinsky, quello del rapporto Salvini-Putin, è stato in qualche modo risolto nei fatti, attraverso l’accettazione supina e ripetuta, da parte del governo italiano dove la Lega spadroneggia, delle nuove e pesanti sanzioni economiche anti russe imposte dall’Ue e accettate anche da Salvini.

Per ciò che riguarda la terza richiesta del partito della destra polacca a Salvini ( non acutizzare la critica all’Ue) anche tale questione si è risolta nello sviluppo dei fatti concreti, che hanno visto il governo italiano accettare, di fatto, che la sua manovra di governo fosse riscritta dai funzionari di Bruxelles.

Da tutto ciò appare verosimile che la proposta che Salvini avanzerà all’estrema destra polacca per un’intesa alle prossime elezioni europee, potrà essere accettata.

Ma l’ambizione di Salvini di poter giungere ad una vera e propria Internazionale populista, razzista e reazionaria passa anche per il viaggio già preventivato in Brasile, per l’incontro con il neo presidente di estrema destra, razzista, omofobo, violentemente maschilista e antifemminista, amico dei padroni della terra e dei generali golpisti, Jair Bolsonero.

L’affermazione politica della Lega in Italia è un pericolo, che si aggrava ancor più in relazione ad una possibile affermazione politica internazionale di Salvini. Siamo tenuti a ripeterlo anche in virtù di alcune simpatie che anche da strani ambiti di sinistra sono state manifestate alla Lega e al suo leader. Forse in virtù di una critica all’Ue abbandonata da molta sinistra moderata e anche meno moderata e ripresa da Salvini. Ma come i fatti concreti dimostrano, la critica della Lega all’Ue è in gran parte di facciata e ciò che invece prevale nella linea Salvini è la totale subordinazione agli USA e alla NATO, la consustanzialità agli interessi capitalistici nazionali e al capitale transnazionale europeo, oltre il razzismo e una quanto mai equivoca inclinazione di Salvini per l’esercito, i militari e le forze dell’ordine, in buona compagnia col suo prossimo amico Jair Bolsonero, golpista.

Lo stesso progetto strategico di Salvini, la formazione di un gruppo parlamentare unico di estrema destra a Bruxelles, dopo il 26 maggio, che porti fuori la Lega dal gruppo in cui ora è collocata, l’Europa delle Nazioni e delle Libertà (Enf), puntando ad un gruppo di almeno 150 deputati di lezzo fascista pronto a governare con il Partito Popolare Europeo ( PPE, filo europeista, filo americano, filo NATO e liberista, in qualche modo “berlusconiano” e dove milita anche Orban, che Salvini vede come un possibile ponte tra il futuro gruppo di estrema destra e il PPE) la dice lunga sull’essenza politico-culturale del leghismo, come il fascismo subordinato al grande capitale e pronto, per il grande capitale, a gestire politiche razziste, reazionarie, antioperaie e antidemocratiche.

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