2 Comments

  1. Francesco Statti

    Il PCI si è presentato, credo, in diversi comuni e regioni nazionali; per quale ragione non sono stati riportati i dati dei voti ottenuti? Si è menzionato il referendum, e le altre elezioni?

  2. BRUNO GASPERINI

    Vorrei, se è possibili, vedere pubblicato sulla nostra rivista, la seguente volontà della mia sezione.

    NOI SIAMO QUI E CONTINUEREMO AD ESSERCI. ABBIAMO IL DOVERE DI ESSERCI ”PER SALVARE QUELL’ITALIA CHE LAVORA E CHE PRODUCE BENESSERE” L’attuale situazione è figlia dell’accumularsi di errori e dinamiche negative locali e nazionali di trent’anni di promesse e mai mantenute dalla sinistra. Tutto ciò, a determinato una grave svolta sociale e politica verso destra. Un monito severo, determinato dalle politiche liberiste da anni messe in atto dal centrosinistra, che non è stato in grado socialmente e culturalmente di risolvere i problemi, spianando la strada alle destre, destre pericolose, che vede l’affermazione della Lega e la spaventosa crescita di F. d’ I., trascinando quel che resta di Forza Italia. Se recidi i tuoi legami popolari più autentici e profondi, se operi con politiche progressivamente liberiste che sono quelle della destra, alla fine la destra vince e rompe ogni argine. Ed è ciò che purtroppo è accaduto e sta accadendo e che accadrà. Il PCI, pur in un quadro di impari confronto, sul terreno delle risorse e dei mezzi a disposizione, non dovrà esitare ad essere in campo col proprio simbolo, con la coerenza e passione, idee che sempre sono state proprie del p.c.i., cercando di realizzare la maggiore unità possibile delle sinistre, escludendo, come è ovvio il PD e affini. Ci dovremo confrontare su un programma condiviso con quelle sinistre che credono in una politica del lavoro e non nei mercati e nelle banche. Il nostro partito ha tuttavia scontato un ritardo da parte della propria organizzazione che ad oggi non è ancora adeguato alle necessità di un impegnativo lavoro di ricostruzione. I deludenti risultati conseguiti, costituisce si un punto di partenza. Ma dovremo ampliare il lavoro se vogliamo la crescita, dobbiamo puntare nella militanza con la presenza sui luoghi di lavoro, di studio, tra la gente che vive le contraddizioni di questo tempo. Facendo tesoro degli errori commessi, bisogna chiamare oggi a raccolta le forze migliori del lavoro, della cultura, perché da subito si prepari la necessaria opposizione, costruendo le condizioni per una controffensiva di un nuovo riscatto sociale. Il nostro è un paese che ha bisogno di una politica del lavoro, e non abbandonare il paese al liberismo più sfrenato, al razzismo di una destra violenta con ispirazioni che l’Italia ha cancellato da tempo con la resistenza.
    LA SEZIONE CE E CONTINUERA’ A BATTERSI PER MIGLIORARE LA DEMOCRAZIA CREATA DALLA RESISTENZA CON LE LOTTE E LE CONQUISTE SOCIALI.
    Sezione Nelson Mandela Rotodella MT.
    Il segretario Bruno Gasperini

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