Sul ritiro dall’Afghanistan.

di Mauro Alboresi, Segretario Nazionale PCI

In data odierna, diversi organi di stampa e di informazione, hanno sottolineato con enfasi la decisione degli USA di porre fine alla loro presenza in Afghanistan, avviando il ritiro delle proprie truppe dal prossimo 1° Maggio per concluderlo il successivo 1° Settembre, in occasione del 20° anniversario dell’attacco terroristico alle “torri gemelle”.

Una scelta che, ovviamente, investe anche altre nazioni parte dell’Alleanza Atlantica, ivi compresa l’Italia, che avevano seguito gli Stati Uniti in tale avventura pagando un rilevante tributo in risorse umane e materiali.
Il Ministro degli esteri italiano Di Maio si è spinto a parlare di “decisione epocale”, preannunciando rilevanti mutamenti di strategia da parte della Nato. Noi gli crediamo!

Ciò che muove la decisione degli USA, e a seguire quella dei propri alleati, infatti, non è, contrariamente a quanto dichiarato da Joe Biden, il necessario rispetto per l’autodeterminazione del popolo afghano, in quanto tale concetto è stato e continua ad essere calpestato dagli USA, come largamente dimostrato dalla loro storia, né la raggiunta stabilità di quel paese, in quanto la guerra in atto è in una situazione di stallo ed i negoziati di pace allo stato risultano appesi ad un filo.

Il punto è che tale area non riveste più lo stesso interesse strategico del passato per la NATO, che è dichiaratamente volta ad operare in altre aree del mondo, in chiave anti russa ed anti cinese, come testimoniano le sue crescenti e sempre più aggressive iniziative.

Gli USA ed i loro alleati, dopo vent’anni, pongono fine in tal modo e per queste ragioni ad una guerra che non avrebbero neppure dovuto incominciare, contro un nemico, i talebani, creato e sostenuto a suo tempo dagli Usa in chiave anti sovietica, che sfuggito al loro controllo è divenuto funzionale ad una politica di intervento in un’area che oggi, divenuta marginale al fine della imposizione della loro visione unilaterale del mondo, non serve più e quindi viene abbandonata, a prescindere dai costi sostenuti, da ciò che ne discenderà.

Un’altra ragione per dire no alla guerra, si alla pace, fuori l’Italia dalla NATO!

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