SULLA GRAVE INGERENZA DELL’AMBASCIATORE USA

di Fosco Giannini, segreteria nazionale PCI e responsabile Dipartimento Esteri

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Il Partito Comunista Italiano (PCI) stigmatizza severamente la posizione pubblica assunta dall’ambasciatore USA in Italia, John Phillips, in relazione al prossimo referendum sulle riforme istituzionali che si terrà nel nostro Paese.

“ Il NO – ha maldestramente e ferocemente affermato John Phillips – sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia …63 esecutivi in 63 anni  non danno garanzia ed il SI offre una speranza sulla stabilità di governo per attrarre gli investitori”. Ed  è difficile trovare – in una sola affermazione – un condensato così alto di pesante intrusione politica negli affari generali di un Paese teoricamente indipendente; di grave e sguaiata scelta di campo nel quadro politico  italiano ( a favore di Renzi) da parte di un Paese straniero;  di inquietante  minaccia economica (“ il NO, un passo indietro negli investimenti stranieri in Italia); di cinismo e sprezzo totale per la democrazia e la sovranità di un Paese che, seppur subordinato per la viltà degli attuali partiti di governo, non fa ancora parte degli Stati Unita d’America.

Davanti a tanta insolenza e prepotenza – i disvalori mostrati dall’ambasciatore USA – verrebbe da pensare, in prima battuta, a quale squallido livello sia giunta la scuola di diplomazia nordamericana.

Ma ciò in prima battuta, poiché solo un attimo dopo, collegando  il cinismo padronale di John Phillips alla tradizionale politica imperialista USA, ci si rende  conto che nelle parole dell’ambasciatore di Obama c’è, in verità, tutta la politica e la pseudocultura USA: in qualche modo, tra il napalm sul Vietnam  e l’aggressione verbale di John Phillips; tra l’appoggio della CIA ai golpe in Cile, Argentina, Grecia e ovunque nel mondo e l’odierno interventismo dell’ambasciatore USA a Roma c’è un nesso chiaro, un filo nero di continuità.

La pesante intrusione dell’ambasciata USA nella politica italiana, in uno snodo essenziale come quello del referendum sulle riforme costituzionali ed elettorali, è un’ulteriore lezione per coloro che accettano passivamente o subiscono ciecamente il dominio della NATO e degli USA sul nostro Paese. La lezione è chiara: gli USA e la NATO svolgono il classico compito, anche in Italia, di un esercito invasore e, attraverso la loro occupazione militare sentono di potersi permettere di dettare, in ogni campo ( militare, politico, economico, istituzionale) la Legge.

Sappia, l’ambasciatore USA (che i media glielo riportino!) che il PCI appena ricostruito sta lavorando in questi mesi, in tutto il Paese, per popolarizzare una parola d’ordine chiara: fuori l’Italia dalla NATO!

Le parole dell’ambasciatore USA non hanno offeso solo le forze politiche più avanzate e democratiche, i lavoratori e gli intellettuali del nostro Paese: esse hanno offeso l’intero popolo italiano, che non è servo degli USA!

Ragione e stile vorrebbero che l’ambasciata Usa in Italia chiedesse solennemente scusa al popolo italiano; che Renzi prendesse pubblicamente le distanze dall’ingombrante aiuto USA. Non sarà facile – per ragioni di arroganza l’ambasciata  e di viltà Renzi – che ciò possa accadere. Ma sappiano tutti che il PCI richiede con forza sia l’una cosa che l’ altra.

E si rivolge alle forze di sinistra e democratiche affinché possa prendere corpo, di fronte all’ambasciata USA a Roma, una manifestazione di protesta contro l’ingerenza USA in Italia, una manifestazione che ricordi all’esercito occupante degli USA e della NATO  che il popolo italiano – tutta quella sua grande parte che affonda le proprie radici nella lotta antifascista e di Liberazione nazionale –  non è servo, ma è pieno di dignità, e lotta in piedi per la propria indipendenza!

 

 

 

 

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