TAV Torino-Lione. La bocciatura della Corte dei Conti europea.

di Edoardo Castellucci, Segreteria Nazionale e Responsabile Ambiente e Territorio PCI

La bocciatura, da parte della Corte dei Conti Europea, del progetto TAV Torino-Lione, insieme ad altri progetti, tra cui il traforo del Brennero, tutti appartenenti al programma Ten-T, quello dei Corridoi europei, varato circa 30 anni fa insieme al trattato di Maastricht, ha finalmente dato ragione a quanti hanno lottato e continuano a lottare per la salvaguardia del proprio territorio contro la miopia dei Governi nazionali, Regionale e Comunali che si sono succeduti negli anni, contro la militarizzazione della Valle di Susa e lo Stato di Polizia da parte di chi i cittadini deve difenderli e non aggredirli.

Una bocciatura che ha assestato un duro colpo, quello inferto dalla Corte dei Conti europea, che ha giudicato il progetto TAV errato nei tempi di realizzazione, costoso per i preventivi falsi, non sostenibile ambientalmente, sballato nelle previsioni di traffico, ai sostenitori delle Grandi Opere, inutili e dannose, ai rappresentanti dei partiti di Governo e opposizione, nonché dei governi di Piemonte etc.

Un colpo anche al Piano del Rilancio di Colao e dei manager, complici della redazione, e a quanti basano la crescita dell’Italia sulla realizzazione di TAV, autostrade e grandi opere, inutili e dannose, come il Ponte sullo Stretto, mentre c’è bisogno di un piano straordinario pubblico di manutenzione del territorio e delle infrastrutture.

Una bocciatura che ha certificato la vittoria del popolo NoTav, di Nicoletta Dosio che ha affrontato il carcere per una giusta causa, la vittoria di chi ha lottato per salvaguardare il paesaggio armonico e organico della Val di Susa, quel paesaggio che da due millenni esprime una perfetta simbiosi tra la “strada” e la Valle.

Una simbiosi che ha legato l’ambiente con l’infrastruttura sin dai tempi preistorici.

Una bocciatura che ha sancito di fatto la sconfitta: della irresponsabile politica economica dell’Europa e di chi l’ha accettata supinamente come i Governi nazionali, da Berlusconi a Renzi, la Regione Piemonte e il
Comune di Torino; della politica delle infrastrutture ad ogni costo; della legge di chi vuol fare gli affari sulla salvaguardia dell’ambiente e del territorio, e sulla salute della gente e dei cittadini; della politica di chi vuole
fare sistema.

Quel sistema economico che si impone contro gli interessi dell’ambiente, del territorio, della popolazione, dei cittadini che vivono le aree interessate dai progetti, compromettendone le relazioni e la salute.

Quel sistema che ha generato il partito del PIL, che ha avuto nel PD l’artefice principale e che è stato supportato in modo trasversale da sindacati e Confindustria, dalla destra di Salvini, Meloni e Berlusconi, dai
manifestanti SiTav, e dal capitale che fa gli affari sulla pelle dei cittadini.
Quel sistema che da comunisti continueremo ad avversare convinti delle ragioni che stanno alla base del nostro programma + Stato – Mercato.

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