TOSCANA: SULLA STRAGE DI VIAREGGIO

di PCI – Segreteria Regionale Toscana

Erano 7 anni e mezzo che Viareggio aspettava giustizia, da quel maledetto 29 giugno 2009 quando la prima cisterna di un treno merci si è forata, è fuoriuscito il gpl, un intero quartiere è stato distrutto e 32 persone sono arse vive nella sicurezza delle loro case.

I treni gridavano insicurezza, c’ era solo da ascoltarli: Viareggio è una strage annunciata, frutto di una politica del trasporto basata solo sul profitto, dove si investe solo sulle tratte più appetibili trascurando treni pendolari e merci.

I familiari, 10 mesi dopo la strage, si sono riuniti nell’associazione “il mondo che vorrei” : mai nome poteva essere più appropriato perchè i familiari, supportati dall’ Assemblea 29 giugno (costituita da lavoratori, cittadini, studenti, ferrovieri) invece di piangere e disperarsi all’interno delle loro case sono scesi coraggiosamente in piazza, hanno solidarizzato con i familiari di tante altre stragi (L’ Aquila, San Giuliano di Puglia, Moby Prince …) e hanno urlato la loro richiesta di giustizia ma anche di sicurezza: è stata da sempre una lotta per far sì che un’ altra Viareggio non si ripetesse e che i treni merci viaggiassero su rotaia in sicurezza.

E dopo 7 anni e mezzo di lotte, dopo 140 udienze, ecco finalmente il giorno tanto atteso: il 31 gennaio, giorno della sentenza di primo grado.

Mentre la politica aveva già assolto Moretti (Napolitano lo aveva nominato cavaliere del lavoro, Letta lo ha riconfermato AD delle ferrovie e Renzi lo ha promosso a Finmeccanica), i giudici del collegio di Lucca hanno avuto il coraggio di condannarlo: è la prima volta che questo succede, era considerato intoccabile ed era uscito pulito dai processi precedenti pur avendo pesanti responsabilità. I PM avevano chiesto 16 anni, i giudici lo hanno condannato a 7 anni ma è comunque una sentenza soddisfacente perchè con lui sono stati condannati tutti i vertici apicali (sia italiani che stranieri) ed è stata riconosciuta l’ esistenza del danno: la sentenza ha delle radici solide. Questo è senz’ altro frutto della lotta e della mobilitazione costante e pervicace dei familiari ma anche dell’appoggio di molte Amministrazioni Locali che ne hanno condiviso gli obiettivi.

Premesso che per loro qualsiasi sentenza, anche la più dura, non potrà mai ripagare il loro immenso dolore ( loro sono condannati all’ ergastolo) questo primo grado di giudizio è politicamente un segnale significativo.

I familiari, da subito, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza, sono già pronti a manifestare per chiedere le dimissioni di Moretti, per dire NO alla prescrizione che incombe su 2 capi d’ accusa (incendio colposo e lesioni gravi), per chiedere sicurezza nel trasporto ferroviario e per contestare le vergognose dichiarazioni dell’avvocato di Moretti : “ è una sentenza scandalosa frutto del populismo”. Questa è la migliore risposta che potessero dare.

Il PCI è a fianco di chi lotta per la ricerca della verità e della giustizia per questa come per tutte le stragi impunite di questo Paese e chiede con forza che i responsabili siano allontanati dagli incarichi loro assegnati per iniziare a restituire moralità a questo Paese.

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