UN INTERESSANTE SEMINARIO PRESSO L’AMBASCIATA CINESE

di Bruno Steri

Il 9 novembre scorso, su invito dell’Ambasciatore della Repubblica Popolare della Cina S.E. Li Junhua, si è svolto un seminario dal titolo “Xinjiang è una terra meravigliosa”. Erano presenti alcuni partiti e associazioni della sinistra di classe italiana, tra cui una delegazione del Partito Comunista Italiano e rappresentanti del partito della Rifondazione Comunista e dell’associazione Marx21. Lo Xinjiang (letteralmente “Nuova Frontiera”) è una regione autonoma situata a Nord Ovest della Cina che ospita differenti gruppi etnici: i più numerosi sono gli Uiguri, (45%, la maggioranza della popolazione) e l’etnia Han, costituita da residenti cinesi (41%); inoltre vi risiedono kazaki, tagiki, mongoli, kirghizi. L’incontro – che ha messo a disposizione filmati, testimonianze e interviste a cittadini e responsabili istituzionali locali – aveva l’obiettivo di ribadire la posizione ufficiale cinese rispetto al conflitto separatista che da anni caratterizza la suddetta regione, peraltro inasprito dall’influenza dell’Islam radicale: non sarà infatti un caso se le stesse Nazioni Unite hanno definito organizzazione terroristica il Partito Islamico del Turkistan, ispiratore di alcuni degli attentati terroristici ad opera della parte più estremista del separatismo uiguro. Ciò è servito anche a contrastare certa propaganda occidentale anticinese, alimentata in particolare dagli Stati Uniti d’America e tesa ad accreditare una condotta repressiva ai danni dell’etnia uigura in quanto tale nonché della religione musulmana, anche a mezzo di un indebolimento della presenza musulmana stessa e il rafforzamento di una maggioranza non musulmana. Sin dal titolo, l’iniziativa ha inteso ricondurre alla realtà dei fatti una regione multietnica in continuo e complessivo progresso. Tra le altre cose è stato ricordato che, negli ultimi 60 anni, la vita media nello Xinjiang è passata da 30 a 72 anni; che, nelle aree rurali, tre milioni e mezzo di persone sono state liberate dalla povertà; che ciò ha ovviamente riguardato 11 milioni di musulmani su una popolazione totale di 25 milioni; che dal 2010 al 2018 le minoranze etniche sono cresciute del 22% e, tra queste, del 13% i musulmani. Sono dati significativi.   

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