Voci dall’estero

Federazione Metropolitana di Roma del PCI

Gennady Zjuganov, leader del Partito Comunista della Federazione Russa, maggior partito di opposizione alla Duma, Parlamento russo, ha espresso chiaramente la posizione dei comunisti sulla questione delle Repubbliche Popolari antifasciste di Donetsk e Lugansk. Come si legge nel sito ufficiale del partito, Zjuganov denuncia le provocazioni statunitensi contro la Russia, ricordando come, nella Storia, la Russia abbia sempre respinto ogni avversario, a cominciare dai nazifascisti, durante la Seconda Guerra Mondiale.


Riferendosi agli USA, Zjuganov ha fatto presente come questi “in termini di provocazioni e guerra ibrida, sono artigiani molto abili che sanno come minare la stabilità in altri Paesi”.
Allo stesso tempo, Zjuganov, denuncia l’azione del governo russo guidato da Putin, che ha ridotto la spesa pubblica in ogni settore sociale, da quello per la ricerca scientifica, l’istruzione pubblica, sino al settore sanitario. Ovvero il governo ha favorito unicamente l’oligarchia e le classi sociali più ricche, che in Russia continuano ad arricchirsi.


La guerra ibrida e le sanzioni degli USA e dei loro alleati, contro la Russia, dunque, secondo Zjuganov, non fanno che peggiorare ulteriormente le condizioni dei cittadini russi. La linea dei comunisti russi è dunque quella di proteggere il mondo russo post-sovietico, in Ucraina come in Kazakistan, passando per ogni Repubblica ex sovietica. In particolare è necessario assicurare la protezione dei 600.000 cittadini russi presenti nel Donbass, sottoposti alle violenze delle autorità ucraine e delle milizie neo naziste.

7 Comments

  1. Diego Bigi

    Al tempo dell’URSS è sempre stata mia convinzione che l’ostilità occidentale e NATO contro questo paese fosse certamente dovuta al suo essere socialmente diverso dall’Occidente capitalistico, ma non solo. Questo pensiero faceva certamente da idea traino, ma a lato e ben visibile si esprimeva anche l’ostilità contro questo paese in quanto “paese altro”, paese – popolo – società che dovevano comunque essere conquistati e sottomessi, dominati.
    Tante falsità si sono poi diffuse diventando quasi senso comune. Non è assolutamente vero che l’URSS abbia voluto la separazione della Germania, riunita poi dall’Occidente con il crollo del socialismo. L”URSS voleva una Germania unita e libera, ma disarmata, che non potesse più diventare la base di partenza di un altro attacco militare al proprio paese, e quindi non più dotata di armi offensive. Invece da parte statunitense, inglese, e francese si è proceduto a creare una moneta separata rispetto alla Germania dell’EST, la D.D.R. In questo modo veniva sancita la separazione dello Stato tedesco in due parti, con un forte riarmo di quello ad ovest. A questo si aggiungeva in tempi rapidi la creazione di una nuova struttura militare, la NATO, Di riflesso veniva necessariamente creata una moneta propria anche nella parte Est della Germania e veniva strutturata ad Est come contrappeso il Patto di Varsavia. L’idea di un attacco militare ad Ovest contro la parte capitalista dell’Europa non ha mai fatto parte del pensiero politico dell’URSS.
    E così si giunge ai giorni nostri , con gli USA e la NATO che portano le proprie armi di ogni tipo fin sotto ai confini della Russia.
    Diego Bigi – Parma (cittadino italiano senz’altro, ma anche cittadino europeo e del mondo).

  2. Diego Bigi

    Se ce n’è lo spazio vorrei completare il mio giudizio precedente.
    In questi anni ho sempre visto che gli USA considerano l’Europa il loro futuro campo di battaglia, che consenta di mettere e tenere al riparo il proprio territorio. in caso poi di guerra atomica i primi a scomparire sarebbero inevitabilmente il nostro popolo italiano e i popoli europei, dando così il tempo agli USA per una loro immaginaria vittoria.
    Si provi ad immaginare una situazione capovolta. Se Russia, Cina, Corea del Nord, Iran, e qualche altro paese , con una organizzazione militare che non si chiamasse Nato ma con altro nome, creassero basi aeree, missilistiche , depositi di armi atomiche. di mezzi corazzati e basi navali in Canada, nel Messico, poi in Brasile e in qualche altro paese del Centro America. Che si attuassero poi le opportune esercitazioni congiunte, preparative dell’aggressione militare, e aggiungendo spesso delle “sanzioni” per indebolire l’economia statunitense e e le sue capacità difensive, che cosa direbbero gli USA? Questa è la situazione che sta vivendo la Russia.
    Altro che Coronavirus! Il virus peggiore, che si sta diffondendo in modo silente in Europa, si chiama ora e da tempo: NATO. E se questo virus dovesse attivarsi in modo completo, non ci saranno vaccini atti a contenerne la capacità distruttiva verso i singoli e la collettività. Anche a questa infezione il governo Draghi dovrebbe prestare la dovuta attenzione.
    Io non disdegnerei un Governo a termine di salvezza nazionale, comprensivo di tutti coloro che intendono portare l’Italia furi dalla NATO. Ognuno poi riprenderebbe nella società il ruolo che riterrebbe più opportuno.
    Diego Bigi – Parma

  3. Marco

    La guerra è sempre il profitto di chi la scatena e la disperazione di chi le subisce, il popolo per primo. Noi il nemico lo abbiamo in casa e si chiama NATO, responsabile di aggressioni e guerre imperialistiche, dal Vietnam all’Iraq, passando per ina serie di aggressioni sulle alteui sovranità. I comunisti russi pure hanno il loro nemico in casa e si chiama Putin.
    Non si può accettare un imperialismo per contrastarne un altro.

  4. Marco

    Quando mi sono accorto che il mio commento a questo articolo è stato censurato, facevo fatica a crederlo!
    Perchè poi mi sono detto? Non per aver ribadito le mie posizioni anti NATO, anti UE e condanna all’imperialismo occidentale o per aver usato termini non civili, ma forse per aver espresso perplessità al plauso incondizionato verso il governo russo e la sua azione bellica. Ci ho dormito una notte, anche perchè avevo commentato in un impeto personale quanto sentimentale. Il giorno dopo mi sono andato a leggere tutte le posizioni al di fuori dell’informazione schierata del nostro paese. Allora mi sono accorto di non essere più solo e di potermi anche per giunta sentire appartenere ancora a qualche riserva indiana che creda nel socialismo vero!
    Dal comunicato ufficiale del Fronte Comunista, ai ragazzi del Fronte della Gioventù comunista al Partito Comunista del Lavoratori, tante erano le posizioni simili alla mia. Posizione ribadisco censurata. Perchè la critica va accettata, la censura no, almeno da una certa parte!Tutti filo-neonazisti ucraini? Tutti meritevoli sono di una censura seza un minimo di confronto? Alla faccia del “cantiere aperto” e del progetto di riunire tutti in un unico contenitore! Alla faccia del dialogo!
    Potete censurare anche questo commento, non importa, non è per me, ma la via ed i suoi modi sono sbagliati e vi lascio con grande delusione….
    Sotto copio e incollo una delle tante posizioni a cui dovreste porre attenzione e non bandire….
    ” La crisi in Ucraina negli ultimi giorni si è ulteriormente intensificata. Lo scontro inter-imperialistico tra USA-NATO-UE e la Federazione Russa è sempre più aspro e foriero di rischi di guerra generalizzata. Nonostante i pretesti utilizzati da entrambe le fazioni, la reale ragione di questo scontro tra potenze imperialiste è la contesa di sfere d’influenza, per il controllo di materie prime, delle vie commerciali, delle rotte di approvvigionamento energetico e di quote di mercato per i rispettivi monopoli, un conflitto combattuto tanto sulla pelle del popolo ucraino, quanto di quello russo e, soprattutto, di quello del Donbass.

    La responsabilità di un’escalation che rischia di degenerare in un conflitto generalizzato dalle conseguenze imprevedibili, ma sicuramente tragiche, ricade sul blocco imperialista USA-NATO-UE, che ha perseguito una politica aggressiva di espansione verso est e di accerchiamento della Russia, una politica che condanniamo senza se e senza ma. Al tempo stesso, è innegabile la responsabilità del regime borghese russo, che utilizza la drammatica situazione delle popolazioni del Donbass per affermare gli interessi imperiali dei propri monopoli. Il riconoscimento delle cosiddette “repubbliche popolari” di Donetsk e Lugansk è avvenuto dopo ben 8 anni dalla manifestazione di volontà, espressa dal popolo del Donbass nel referendum del 2014, un lasso di tempo che ha permesso all’imperialismo russo di eliminare fisicamente i dirigenti politico-militari della rivolta popolare e antifascista del 2014, snaturandone il carattere di classe e imponendo alle due repubbliche un governo corrotto, espressione delle oligarchie finanziarie russe. Nella stessa logica si inserisce l’arresto imposto all’avanzata delle milizie popolari del Donbass e il loro congelamento nel ristretto quadro degli accordi di Minsk, peraltro mai rispettati dall’Ucraina. Sulla base di queste esperienze, occorre essere consci che il regime borghese russo può in ogni momento tradire e svendere le aspettative e gli interessi dei lavoratori del Donbass a seconda delle convenienze delle proprie oligarchie finanziarie.

    Ignobile e inaccettabile è il delirio anticomunista e neo-imperiale, espresso dal presidente russo nel suo discorso alla nazione a giustificazione dell’intervento armato, dove individua le radici dell’attuale situazione nella costruzione del socialismo, mistificando la storia e attribuendone la responsabilità a Lenin e Stalin, ma, soprattutto, cercando di nascondere il proprio coinvolgimento nella distruzione di un sistema che aveva garantito la convivenza di popoli di nazionalità diversa in pace e libertà per oltre 70 anni, quando in realtà la responsabilità per l’attuale situazione ricade sulla controrivoluzione e la conseguente restaurazione del capitalismo sia in Russia che in Ucraina

    In considerazione dell’uguale natura imperialista di entrambe le parti contendenti, il proletariato non deve cadere nella trappola di conflitti che nascondono sotto motivazioni etnico-linguistiche la vera natura dello scontro che è in atto tra monopoli e stati imperialisti, evitando di schierarsi sotto la bandiera dell’uno o dell’altro contendente a difesa di interessi con cui non ha nulla a che vedere. La classe operaia e i ceti popolari di Russia, Ucraina e Donbass devono piuttosto lottare uniti in una guerra di classe contro i loro sfruttatori, per abbattere il capitalismo e i regimi oligarchici dei rispettivi paesi, per ristabilire il socialismo che, unico, può garantire la pace e la fraternità tra popoli e nazioni.

    Il Fronte Comunista, mentre esprime la propria solidarietà ai comunisti, alla classe operaia e al popolo del Donbass, dell’Ucraina e della Russia, chiama alla mobilitazione i lavoratori del nostro paese contro i piani imperialisti del blocco USA-UE-NATO in Ucraina, contro ogni coinvolgimento, diretto o indiretto, dell’Italia nelle avventure militari e nella guerra imperialista, per l’uscita dell’Italia dall’UE e dalla NATO.

    NÉ GUERRA TRA I POPOLI, NÉ PACE TRA LE CLASSI

    NON UN EURO, NON UNA BASE, NON UN SOLDATO PER LA GUERRA IMPERIALISTA!

    PROLETARI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI!”

    1. Redazione PCI

      Se argomenti va bene, il commento di prima era una mera frase di forte contestazione di una sola parte del conflitto.
      Ci permettiamo di far notare in ogni caso che la Russia potrà aver agito anche con forzature non condivisibili, ma la situazione storica e complessiva di per sé non ha alcun presupposto di condivisibilità parimenti, dato i 30 anni di egemonia NATO, di violazione di stati sovrani che peraltro non erano nemmeno contigui territorialmente a paesi NATO e – se lo fossero stati come la Jugoslavia – hanno subito una mera dinamica disgregativa senza essere una minaccia in quanto il blocco sovietico era collassato e non si parlava di installazione di missili ai confini con gli USA.

  5. Marco

    Va bene, se il commento si prestava ad essere interpretato come contestazione di una sola parte è stato giusto rimuoverlo perchè non lo intendevo affatto.
    Osservo dal 2016 la ricostituzione del PCI con grande interesse perchè mi manca dal 1991 e credo manchi al nostro Paese.

  6. Valeria Taraborelli

    Bravo Marco, concordo con te e ribadisco che l’unica vera voce e vera forza di opposizione può essere solo quella comunista. Per la Federazione Russa il rischio di scomparire nello stato attuale è, purtroppo, altissimo. Il regime putiniano ha praticamente aperto la via alla dissoluzione di ogni regola e legge economica che tuteli le fasce dei lavoratori e dei più deboli. Una recente dichiarazione, fatta durante un incontro con operatrici della compagnia Aeroflot, mette chiaramente in luce l’essenza della “sua” economia. Per battere l’occidente è le sue pesanti sanzione basta “liberalizzare” al massimo l’economia….. Non sembra strano che il suo risveglio al patriottismo è la reazione ai nazifascisti ucraini ed occidentali sia arrivata dopo sette anni e, guarda caso, proprio dopo una pandemia che ha azzerato diritti ed ECONOMIE!

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