IL PCI SU “SCAPIGLIATO”: DIRE NO ALL’AMPLIAMENTO. CONTINO DAVVERO LE COMUNITA’.

di Segreteria Regionale Pci Toscana – Federazione Pci / Pisa – Sezione Pci “XXV Aprile” / Santa Luce

NO PERCHE’ il “Progetto Futuro” presentato dalla Società REA, amplierebbe l’attuale sito di decine di ettari per smaltire ulteriori 5.030.000 metri cubi di rifiuti fino al 2031! Tutto questo, su un’area da decenni già sottoposta ad una fortissima pressione ambientale e territoriale che al contrario, ha bisogno di essere decongestionata, bonificata, governata seriamente sul terreno del recupero e del riequilibrio naturale ed ambientale. Basta questa terra e queste comunità hanno già dato! NO PERCHE’ tale scelta che impatta con l’intera Toscana  (Scapigliato è già la più grande discarica regionale), rimanda ad una visione sbagliata del governo di un problema che per noi comunisti è strettamente connesso all’idea stessa di democrazia e al rapporto che si vuole mantenere con le popolazioni. Chi non vede o minimizza questo nesso, dicendo che “ormai bisogna fare e procedere perché non ci sono alternative”, mente sapendo di mentire e realizza una forzatura sulla realtà e le coscienze, depotenziando il necessario controllo democratico. Dicono che bisogna che i cittadini devono essere informati: e vorremmo anche vedere! Ma il punto è che non basta “essere informati”, bisogna poter contare nelle scelte! Che nessuno si lasci ingannare da appelli prediche e richieste di pazienza di responsabilità fatte in questi giorni ad un territorio e ad una popolazione che già hanno dato da 35 anni!  Bisogna cambiare strada!

ALTRO CHE AMPLIAMENTO! Si realizzino studi e progetti ugualmente utili ad accompagnare la discarica esistente al suo definitivo assestamento guardando al ripristino e alla difesa ambientale, alla tutela della salute di tutti, del paesaggio e del territorio, alla salvaguardia della biosfera naturale e alla tutela delle acque. Perché il recupero di ciò che già si è accumulato in un trentennio non potrebbe (come altrove accade in Italia ed in Europa), essere un ottimo volano economico e di sviluppo territoriale; mentre l’ampliamento si? E’ inaccettabile la posizione di chi promette successi e vantaggi futuri nel mentre ingigantisce il problema. E’ come se qualcuno decantasse per il domani la bellezza e i benefici di un campo di fiori nel mentre per il presente, intanto chiede di continuare ad asfaltare! La discarica è esaurita e non vi debbono essere ampliamenti. E’ il “Progetto” in sé e ciò che prevede che oggi non è accoglibile, poiché questo territorio non può tollerare altri pesi, Semplicemente esso ha già dato! Non è il “manuale di viaggio”, ma la direzione che si indica che è sbagliata! Non comprenderlo è grave. Così come è grave da parte di chi oggi ci ricorda come i “processi vadano governati” non assumere la “cultura del limite” quale cultura di riferimento che somma sostenibilità, rispetto della terra e della natura, delle popolazioni che qui vivono crescono i figli e lavorano; come confine non superabile. Tale confine non è un’invenzione pretestuosa. E’ il limite della realtà oltre il quale oggi si rischia di realizza una frattura sociale ed ambientale serie. A meno che la pietra di misura non sia il solo profitto! Si parla di un intervento (realizzazione e gestione) che in ogni sua fase pretenderà a tutti i livelli un surplus di trasparenza e ferreo controllo democratico, muovendo appetiti ed interessi enormi. La realtà insegna che quando si punta a realizzare una “magnifica” un’idea che però non tiene conto del concetto di “limite”, spesso si realizza solo uno sfruttamento drammatico (della terra o del destino egli esseri umani) che nulla ha a che fare col bene comune, ma molto -invece- con interessi particolari. Insistere in questa direzione significa far pagare il tutto subito alle comunità locali, e nel futuro ai nostri figli.

 IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO reclamerà in sede regionale una gestione più democratica del “nodo rifiuti”, che oggi insiste con effetti potenzialmente dannosi o critici eguali, su più comunità che però hanno ruoli e capacità nettamente diseguali di controllo e di intervento. Non ci può essere un Comune che decide la sostanza delle cose e sceglie, e gli altri che seguono e non contano! Chiediamo quindi che la Regione Toscana intervenga legiferando circa il riconoscimento delle decisioni in capo a tutte le comunità locali -piccole o grandi che siano- a vario titolo interessate o coinvolte dalle conseguenze e dalle problematiche derivanti dal trattamento e dal riciclo. Le potestà reali non possono che essere di bacino e non riferite al solo Comune capofila o alla società che gestisce il trattamento dei rifiuti. Per il PCI, questo è un aspetto democratico decisivo! BISOGNA FERMARSI E RIFLETTERE! Ascoltare e rispettare le preoccupazioni delle comunità e non allargare le ferite del territorio. Non basta evocare il futuro (“Fabbrica del Futuro”) per darci certezza di un “buon futuro”. Tutt’altro! Il futuro va conquistato con scelte di svolta vera, condivise e sostenibili! Si fermi il “Progetto” avendo la “saggezza del limite” e il coraggio di guardare oltre. Il Pci si batterà perché la Regione Toscana convochi ed ascolti le comunità, le forze politiche, i soggetti interessati. A questo, d’altronde, dovrebbe servire la buona politica!

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