IL PCI E LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 2017

di Segreteria Nazionale PCI

Nella prossima primavera circa 1.000 Comuni Italiani saranno chiamati a rinnovare sindaci, consigli comunali e circoscrizionali.

E’ un appuntamento elettorale molto importante che interessa complessivamente una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti.

Tra gli altri, sono interessati al turno elettorale una Regione (Sicilia) e 25 Città Metropolitane e/o Capoluoghi di Provincia (Palermo, Genova, Verona, Padova, Taranto, Parma, Monza, Catanzaro, Piacenza, L’Aquila, Lecce, Frosinone, Rieti, Gorizia, La Spezia, Alessandria, Asti, Cuneo, Oristano, Trapani, Lucca, Pistoia, Belluno, Como, Lodi).

A questa importante scadenza elettorale amministrativa si giunge con i Comuni che sono ormai allo stremo, molti di essi addirittura a rischio bancarotta, a causa delle politiche governative che, particolarmente negli ultimi 10 anni, li hanno pesantemente colpiti e penalizzati, e con essi   Regioni e  Province.

Tra tagli e spending review, dal 2010 ad oggi, infatti, le Regioni e gli Enti Locali hanno subìto una riduzione dei trasferimenti dallo Stato centrale pari a circa 30 miliardi di euro.

Una cifra imponente che, in buona parte, presidenti di Regione e Province, sindaci, hanno controbilanciato aumentando le tasse locali, tagliando i servizi e/o aumentando il loro costo.

La politica nazionale, di fatto, ha congegnato un “delitto perfetto”.

Con i tagli alla spesa, lo Stato centrale è in parte rientrato nei limiti imposti dal patto di stabilità europeo, scaricando il problema sugli amministratori locali che hanno agito tali leve.

La minor spesa pubblica a livello centrale è stata pagata in gran parte dai cittadini e dalle attività produttive, che hanno subito un fortissimo aumento delle tasse locali per tutti i servizi pubblici, dall’acqua ai rifiuti, dagli asili nido alle mense scolastiche, etc.

A partire dal 2010, anno in cui il governo Berlusconi ha approvato il Decreto Legge n. 78 che ha dato avvio alla stagione del rigore e dell’austerità dei conti pubblici, i Comuni hanno subito un taglio di oltre 10 miliardi di euro.

Il quadro che emerge dopo 10 anni di tagli ai Comuni è fortemente allarmante.

In riferimento alla specifica situazione finanziaria dei Comuni, il fondo di solidarietà del Ministero dell’Interno fornisce chiaramente, Comune per Comune, il quadro di questa situazione disastrosa.

Siamo addirittura arrivati all’assurdo per cui non ci sono solo pesantissimi tagli, ma circa 800 Comuni italiani hanno un fondo di solidarietà addirittura negativo, cioè si sono visti azzerare il fondo e sono debitori netti dello Stato, mentre anche a livello dei Comuni emerge una “questione meridionale” (su 84 Comuni in crisi finanziaria, infatti, ben oltre la metà, il 60,7%, si concentra in due Regioni del sud, Calabria e Campania).

In questo contesto sociale, economico e finanziario la tornata elettorale rappresenta quindi l’occasione per porre al centro il tema di un profondo e radicale cambiamento delle politiche nazionali nei confronti dei Comuni e degli Enti Locali, rompendo con l’austerità, il rigore, il centralismo ed i tagli per un riscatto delle Autonomie Locali, ma anche nei confronti delle politiche di quest’ultime, per affermare scelte coerenti con gli obiettivi del nostro Partito.

Conseguentemente, nella prossima campagna elettorale amministrativa, il PCI non farà alleanze   con il PD, tra i responsabili, gli artefici delle scelte politiche che hanno colpito le Autonomie Locali ed affossato i Comuni italiani, peggiorando le condizioni dei cittadini.

La nostra scelta è il frutto di una maturazione profonda, sancita dalla Costituente di Bologna del giugno 2016 e dalle successive decisioni del Comitato Centrale del partito.

Il PCI lavorerà quindi in tutte le realtà che vanno al voto con il massimo impegno per la costruzione di liste comuniste aperte, per la realizzazione di alleanze di sinistra alternative al PD.

Presenteremo la nostra proposta ai comunisti ed alle comuniste, a tutte le forze della sinistra che condividono questo progetto politico e programmatico, con l’auspicio che questo primo importante appuntamento elettorale, che vede la presenza del rinato PCI, possa costituire l’occasione per muovere passi avanti significativi nella direzione dell’unità dei comunisti e dell’unità della sinistra, di un cambiamento possibile oltre che necessario.

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