di Bruno Steri, Segreteria Nazionale PCI, responsabile Economia (da Marx21.it)
Sabato 25 febbraio p. v. a Roma (dalle 10,30 alle 18,30) il Pci ha organizzato un incontro internazionale sull’Unione Europea, in cui saranno presenti, accanto ad alcuni politici ed economisti italiani marxisti e comunisti, esponenti di diversi Partiti Comunisti d’Europa: parteciperanno infatti all’iniziativa i Pc portoghese, spagnolo, cipriota, ucraino e del Donbass.
Si tratta di forze politiche che, ciascuna nel proprio specifico contesto, sul tema in questione hanno comunque maturato una posizione affine, essendo oggi convinte che gli orientamenti di questa Europa – le sue politiche di austerità, le sue prescrizioni antipopolari, prioritariamente tese alla tutela degli interessi del grande capitale finanziario – sono incompatibili con le necessità, le urgenze sociali dei loro Paesi. L’Europa dei popoli e del lavoro esige la sconfitta del processo europeo di integrazione capitalistica: per questo occorre operare in vista di una rottura con l’Ue e i suoi Trattati e per il superamento dell’euro.
Si tratta dunque di ricostruire ex novo un’alternativa politica e di trasformazione sociale: per la valorizzazione del lavoro, per una giustizia fiscale, per riguadagnare al controllo pubblico i settori strategici dell’economia, per rivitalizzare la partecipazione democratica oggi mortificata dai diktat della tecnocrazia di Bruxelles. E, in tale prospettiva, si tratta di bloccare il ritorno della guerra e della tracotanza neonazista nel cuore del continente. Per questo occorre un’Europa che non sia un’accondiscendente ancella dell’imperialismo Usa e che non faccia della Nato il suo braccio armato. Un’Europa che prefiguri un nuovo quadro politico e istituzionale, un’Europa di pace, di cooperazione economica, di solidarietà tra popoli e stati, che siano sovrani e con gli stessi diritti: una comunità di Paesi solidali dall’Atlantico agli Urali.
I fatti dicono che purtroppo l’Unione europea è irriformabile: i decenni appena trascorsi testimoniano che non c’è spazio per una sua riforma strutturale. Chi oggi la ritiene possibile coltiva un’illusione che rischia di trasformarsi in complicità. Per questo abbiamo ritenuto urgente interloquire con alcuni Partiti Comunisti d’Europa, con l’obiettivo di stringere con più forza le relazioni politiche e giungere ad organizzare azioni comuni, provando a imprimere una decisa accelerazione al confronto che ci vede contrapposti all’Europa di Maastricht, di Berlino e della Banca Centrale Europea.
Unitamente alla prioritaria lotta contro l’imperialismo Usa e per l’uscita dell’Italia dalla Nato, consideriamo la questione europea un impegno di portata strategica. Un impegno da irrobustire nell’interlocuzione con le altre forze comuniste del continente.