Per le persone appartenenti alla religione cattolica il papa è il supremo capo spirituale, dotato della massima autorità e autorevolezza. Per tutte le altre persone il papa è un capo di Stato, di uno Stato piccolo ma conosciuto in tutto il mondo e, caso unico, assomma in sé tre caratteristiche: essere il capo dell’unica religione che vanta un capo supremo sovranazionale, essere un capo di Stato ed essere un sovrano assoluto, che però, a differenza dei monarchi assoluti ancora esistenti sul pianeta, viene eletto, sia pure da una ristretta cerchia di “aristocratici” (cioè “ i migliori in assoluto”), che sono tali non per nascita, ma in quanto nominati, per i loro meriti e per questioni di opportunità politica internazionale, dai precedenti sovrani assoluti.
Che si sia cattolici, musulmani o atei, dalla Seconda Guerra mondiale in poi il papa è un personaggio politico di rilevo internazionale e lo è diventato sempre più con l’elezione di pontefici non italiani e con l’avvento dei papi viaggiatori. Poiché il papa è un uomo politico, che fa politica con tutto quello che dice, scrive e fa e che, bene o male, influenza anche la politica italiana, anche se in modo meno plateale rispetto al passato, non possiamo disinteressarci di quello che dice, scrive e fa.
Leone XIV ha assunto un nome che lascia ben sperare, riprendendo il nome di Leone XIII che, con l’enciclica Rerum novarum, aveva dato vita alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica dalla parte degli operai, anche se – ovviamente – per non lasciare spazio al socialismo. Dal 1891 a oggi, però, molto è cambiato: è rimasta, più che mai, la contraddizione capitale-lavoro, ma si sono aggiunte la contraddizione capitale-natura e lo strapotere opprimente delle tecnologie.
Dobbiamo quindi augurarci che la dottrina sociale del nuovo papa resti nel solco tracciato da Francesco per quanto riguarda il rapporto esseri umani-natura. Molto positivo è che Leone XIV, appena eletto, abbia affermato che “oggi la Chiesa deve rispondere a un fattore che sfida la dignità sia umana sia del lavoro: quella dell’Intelligenza Artificiale”.
Papa Francesco è stato massimamente osannato per aver esortato alla pace nel mondo, ma è ovvio che un papa si spenda contro la guerra. La sua vera grandezza sta in altro: nell’aver ribaltato, rispetto alla bimillenaria cultura cristiana, la concezione del rapporto tra esseri umani e natura, nell’aver riconosciuto che la vera causa della povertà e delle disuguaglianze socioeconomiche ( di salute, di istruzione e di reddito) risiede nel capitalismo, nell’aver rivalutato la Teologia della Liberazione, nell’aver riconosciuto – come capo dello Stato della Città del Vaticano – lo Stato di Palestina e nell’aver raggiunto un accordo con la Repubblica Popolare Cinese in merito alla investitura dei vescovi cinesi.
Purtroppo però c’è una grande ombra sull’operato di papa Francesco: il suo aver scritto contro l’aborto – anche nell’enciclica Laudato sì dedicata a tutt’altro, all’ecologia integrale – e il suo aver pubblicamente, e più volte, dichiarato che le donne che abortiscono sono “assassine” e nell’aver dichiarato, altresì, che sono assassini e sicari i medici che applicato la legge 194/1978. L’Ordine dei Medici ha preso posizione, giustamente, trattandosi di un discredito per la categoria e di una ingerenza nella politica italiana.
Ma vediamo questa affermazione con lo sguardo delle donne, coloro che generano, che mettono al mondo, che fanno entrare nel tempo tutti gli esseri umani.
Nessuna persona sana di mente può aspettarsi che in questi anni un papa avalli il ricorso all’aborto: un papa, però, se fosse un innovatore e veramente comprensivo nei riguardi di tutto il genere umano e di tutte le persone in difficoltà potrebbe astenersi dal trattare il tema, potrebbe tacere.
Ci auguriamo che Leone XIV lo faccia.
È ben vero che papa Francesco doveva tenersi buona la fronda interna, i cardinali conservatori che gli rimproveravano le aperture politiche e quella nei confronti delle persone omosessuali. Ma perché scaricare sempre tutto sulle donne, sul corpo delle donne, sul controllo delle donne?
Per le donne è sempre difficile e doloroso, più o meno doloroso, ma sempre doloroso, abortire. Nelle zone di guerra, anche se non solo, molte rimangono incinte in seguito a stupri, usati come vera e propria arma di annientamento della popolazione e soprattutto dei maschi del popolo ritenuto nemico. Spesso le donne abortiscono per difficoltà economiche o per sprovvedutezza, specie se minorenni.
E anche quando abortiscono perché non si sentono ancora pronte a diventare madri o proprio non vogliono esserlo per autonoma scelta di vita, vanno quanto meno rispettate – proprio da tutti – , e devono essere libere di scegliere, in quando decidono sul proprio corpo e sulla propria psiche, decidono sul fatto che sono loro in prima persona a portare in grembo e poi a partorire, nutrire, allevare, educare i figli e le figlie: figli e figlie che hanno diritto di venire al mondo solo se voluti e volute, amati e amate.
La riprova che la condanna dell’aborto non è tanto per l’uccisione di un potenziale essere umano (non ancora un essere umano! sia ben chiaro), ma una forma di controllo, di oppressione e di violenza sulle donne è che i soggetti contrari all’aborto (Vaticano e destre politiche nei vari Paesi) sono generalmente contrari anche all’educazione sessuale obbligatoria per tutti/e nelle scuole e alla contraccezione gratuita indipendentemente dall’età: i soggetti contrari all’aborto sono contrari anche alla prevenzione dell’aborto!
La condanna di papa Francesco nei confronti dei contraccettivi era stata espressa anche in Centrafrica, in cui un eccesso di natalità (e di mortalità infantile) è dovuto a condizioni materiali precarie e disagevoli, a quella povertà che era stata pur riconosciuta come frutto maledetto del capitalismo.
Inoltre le parole che papa Francesco ha detto sulle donne tradiscono una concezione assolutamente tradizionale del femminile, antiquata e paternalista, che non lascia spazio a mutamenti di rilievo. Si citano alcune frasi: “le donne sono di grande servizio…, più coraggiose degli uomini, sanno come proteggere la vita”; “essere una donna significa accoglienza feconda, cura, dedizione vitale”; “ le donne hanno una capacità di gestire e di pensare totalmente differente da noi (uomini, si intende) e anche, io direi, superiore a noi, un altro modo”; “ove abbiamo messo donne subito la cosa cambia, va avanti”; “soffro quando vedo che nella Chiesa il ruolo di servizio – che tutti dobbiamo avere – della donna scivola verso un ruolo di servitore”. Papa Francesco a parole incensa le donne, ma non cambia sostanzialmente la loro posizione, pur avendone in buona parte il potere.
In definitiva anche con papa Francesco la Chiesa cattolica ha continuato ad affermare di voler mantenere sotto controllo le donne, portatrici di una potenza generatrice che gli uomini non possono avere e che invidiano, di voler mantenere le donne sottomesse e asservite alla volontà maschile, in linea con un plurimillenario patriarcato che, pur essendo intrecciato al capitalismo, non viene riconosciuto come forma di violenza.
Queste posizioni sono un appoggio oggettivo alle destre imperanti in Italia come in molti altri Paesi del mondo, Stati Uniti d’America in primis.
Ci auguriamo che Leone XIV se ne astenga, che voglia proseguire nel cammino luminoso di papa Bergoglio tralasciando le ombre.
A.Do.C.