Scrive Carlo Soricelli che il mese di maggio si chiude con 88 morti sui luoghi di lavoro e altri 15 in itinere. E aggiunge: “Nei primi cinque mesi del 2025 sono morti 592 lavoratori di cui 413 sui luoghi di lavoro. Erano 430 nello stesso periodo del 2024, l’anno più tragico da quando ho fondato l’Osservatorio. Per confronto al 30 maggio 2008 i morti sui luoghi di lavoro erano 222 (…)”.
Se facciamo una semplice proiezione, a fine anno si conteranno, nel 2025, 1.000 morti per infortunio nei luoghi di lavoro e oltre 1.400 includendo l’itinere! I numeri di una guerra.
Naturalmente i numeri “ufficiali” saranno diversi e inferiori a quelli diffusi dall’Osservatorio di Carlo Soricelli che contengono tutti i morti e non solo quelli rilevati nelle denunce a INAIL.
La realtà è questa, una strage senza fine aggravata dagli effetti di malattie professionali in crescita (e, spesso, nascoste all’opinione pubblica) e da infortuni che producono invalidità gravissime. Una strage, di fatto, accettata che, invece di indurre a lottare per contrastarla, produce rassegnazione e fatalismo. Un’apatia dovuta a una sostanziale indifferenza, all’assumere le morti sul lavoro come inevitabili.
È venuto il tempo di ribellarsi. Cominciamo da andare a votare 5 SI ai prossimi referendum su lavoro e cittadinanza. E, comunque vada, operiamo per costruire un fronte di lotta unitario che riesca a produrre risultati tangibili, sapendo che il sistema attuale e chi lo governa non ci regaleranno niente e che che non si farà nulla se non pronunciare qualche inutile frase di circostanza.