Appello del PCI: una sola manifestazione contro il riarmo, contro la guerra, per la pace!

Il Partito Comunista Italiano, unitamente a diverse altre soggettività politiche, sindacali e sociali ha concorso al successo della manifestazione tenutasi a Roma, in Piazza Barberini, lo scorso 15 marzo.

Una risposta importante alla risoluzione del Parlamento Europeo di investire in deficit, a debito, 800 miliardi di euro in quattro anni in spese militari, con buona pace dei rigidi vincoli imposti alle politiche degli stati membri all’insegna del liberismo, dell’austerità, del patto di stabilità, che in questi anni hanno concorso al precipitare della condizione materiale di tanta parte della popolazione europea.

Una scelta, emblematica sin dal titolo “Rearm Europe”, funzionale a sostanziare la deriva bellicista nella quale è da tempo immersa l’Unione Europea in ossequio ai diktat della NATO, braccio armato di un’alleanza euro atlantica a guida statunitense.

Una deriva che è andata consolidandosi nei mesi successivi, confermando che l’Unione Europea continua ad abdicare alla ricerca della pace, si prepara alla guerra.

È un dato di fatto che i diversi paesi che la compongono, compreso il nostro, sono stati chiamati, sull’onda di una campagna strumentale volta a preparare a ciò l’opinione pubblica, ad incrementare la spesa per la difesa, e dalla iniziale dichiarata necessità di investire pro Nato il 2% del PIL, si è giunti in questi giorni a richiedere in tempi brevi il 5%.

Il sì dei diversi Paesi ad andare in tale direzione, la scelta di promuovere un’economia di guerra, testimoniata anche dalla riconversione di parte dell’apparato industriale in tale direzione, evidenziano il processo in atto.

L’alternativa tra pace e guerra è sempre più stringente, come testimonia quanto sta accadendo in Europa, ove l’Unione Europea, nonostante i fatti,  dichiara di volere sostenere l’Ucraina “sino alla vittoria”, in nome di un diritto internazionale che ha concorso a mettere in crisi, del quale, al di là di dichiarazioni di facciata, si disinteressa quando esso è calpestato in altre aree del mondo, a partire dal Medio Oriente, dalla Palestina, ove da parte del governo israeliano è in atto quello che si configura come genocidio.

Un’Unione Europea che promuove l’idea di una presunta superiorità morale dell’Occidente, che non ha retto e non regge alla prova dei fatti, che asseconda una deriva volta a sostenere una visione unipolare del mondo, che porta con sé il rischio concreto della terza guerra mondiale, anziché aprirsi ad un necessario assetto multipolare.

Nella convinzione che alla manifestazione del 15 marzo occorresse dare continuità, il Partito Comunista Italiano si è adoperato, con tutte le realtà coinvolte, a proseguire in direzione di una crescente mobilitazione contro il riarmo, per la pace (senza se e senza ma) per il riconoscimento dei diritti dei palestinesi, che costituisce un vero e proprio spartiacque politico, anche in rapporto ad altre soggettività che in questi mesi hanno promosso altre manifestazioni ed iniziative.

In funzione di ciò è stata messa in campo un’altra manifestazione nazionale, da tenersi il prossimo 21 giugno, in concomitanza con il vertice NATO che si terrà a l’Aja dal 24 al 26, vertice che ha come fine quello di accelerare in direzione della deriva bellicista in atto.

Una manifestazione alla quale, con diversi passaggi, ivi compresa l’assemblea nazionale che si è tenuta a Roma lo scorso 24 maggio, il PCI e le altre soggettività richiamate da subito si sono impegnate.

È un dato di fatto che altre soggettività sociali, sindacali, politiche, sottoscrittrici l’appello della campagna europea “Stop Rearm Europe”, hanno promosso per la stessa giornata del 21 giugno una manifestazione nazionale, dal titolo “No guerra, disarmo, genocidio, autoritarismo”.

Ad oggi, pertanto, si prospettano nella stessa giornata due manifestazioni nazionali aventi in comune il no al riarmo, alla guerra, la necessità di dire basta a ciò che sta accadendo in Palestina.

Qualora ciò fosse confermato sarebbe oggettivamente di difficile comprensione per le tante ed i tanti che si riconoscono in tali parole d’ordine, che si sono mobilitati ed intendono continuare a mobilitarsi in tale direzione, e finirebbe con l’indebolire un movimento che deve e può crescere ancora, rappresentando la volontà della maggioranza dell’opinione pubblica.

Come Partito Comunista Italiano insistiamo pertanto affinché si giunga rapidamente ad un confronto tra le diverse realtà promotrici le due diverse iniziative, affinché si produca concretamente ogni sforzo volto a dare vita, il 21 giugno, ad una sola manifestazione ed in tale direzione ci sentiamo impegnati. 

La segreteria Nazionale del Partito Comunista Italiano

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