(“C’è qualcosa che non va?” disse
“Eh no, caro mio, qua non va nulla”)
Un articolo di «Avvenire» che fa riferimento al Report statistico nazionale 2025 sulla povertà in Italia della Caritas evidenzia una situazione drammatica e in continuo peggioramento.
I dati sono impietosi. I poveri aiutati dalle Caritas diocesane sono aumentati negli ultimi 10 anni del 62,77%. Sono oltre 277 mila i nuclei familiari che, per contrastare l’indigenza, sono raggiunti dalla Caritas.
Un primo problema è dovuto alla deprivazione abitativa che, alla Caritas, risulta essere più grave e diffusa di quanto stimato da ISTAT secondo cui il “5,6% degli italiani vive in grave deprivazione abitativa e il 5,1% non riesce a gestire affitto e bollette”.
Caritas evidenzia inoltre una prevalente fragilità occupazionale. Se il 47,9% di chi chiede aiuto è disoccupato, il 23,5% percepisce un reddito da lavoro insufficiente a proteggerlo dalla povertà.
La situazione fotografata da Caritas smentisce la narrazione, ottimista e positiva, del governo che parla di aumento dell’occupazione nel nostro Paese e di risultati a dir poco strabilianti.
La realtà è che la fragilità di singoli e famiglie, di lavoratrici e lavoratori, di disoccupati e pensionati, che siano giovani o anziani, è concreta e reale.
E, allora, finiamola di far finta che vada tutto bene (o meglio di prima). Stiamo precipitando in un baratro, in un futuro tenebroso fatto di povertà e guerre diffuse. Ci dicono che la priorità è il riarmo e che è necessario fare sacrifici per “combattere il male”. Lo fanno distogliendo l’attenzione dai disastri prodotti da chi bombarda e attua una pulizia etnica contro interi popoli, come quello palestinese, colpevoli di voler vivere in pace nella loro terra. Lo fanno a spese di chi vorrebbe vivere dignitosamente del proprio lavoro nel nostro Paese e nel resto del mondo.
Sono gli speculatori, gli sfruttatori, i costruttori di armi che continuano ad accumulare ricchezze personali inimmaginabili a renderci sempre più poveri, rassegnati, disperati. È compito nostro, di ognuno di noi, contrapporci a questa deriva morale che sta trasformando la democrazia in oligarchia. Uniamoci e lottiamo per un futuro migliore.