La CGIL si schiera per il NO al referendum costituzionale e viene oscurata da giornali e tv, ovvero: prove pratiche per la macchina del consenso

di Mimmo dieni, Comitato Centrale PCI

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Sembra incredibile, ma nel silenzio delle grandi testate giornalistiche, sono scomparsi cinque milioni e mezzo di italiani. Si tratta degli iscritti alla CGIL, il più grande e antico sindacato, l’unica reale organizzazione di massa rimasta nel panorama della sinistra italiana. Avete presente Susanna Camusso, la FIOM, la Funzione Pubblica, il sindacato pensionati, lo SPI? E con loro gli insegnati della FLC, gli Edili, la FILCAMS del commercio e dei servizi, i chimici, le organizzazioni per i lavoratori precari, i disoccupati, i patronati INCA, i CAF, le sedi, le Camere del Lavoro? Tutto ciò è improvvisamente sparito dalle grandi testate televisive e della carta stampata. Il curioso ed incredibile fenomeno è accaduto subito dopo la fine della Assemblea Nazionale della CGIL, tenutasi a Roma nei giorni 7 e 8 settembre. L’Assemblea è un organismo nuovo di zecca della Confederazione di Corso d’Italia. E’ composto dai Segretari nazionali confederali, dai segretari nazionali delle varie categorie, da quelli regionali e da una parte di platea composta da semplici delegati di posto di lavoro. E’stata deliberata dall’ultima Conferenza di Organizzazione e si riunisce, saltuaiamente, tra un congresso e l’altro, in caso di decisioni importanti da prendere. Tanto per intenderci ha anche l’eventuale compito di eleggere il Segretario o la Segretaria Generale a fine mandato. Bene, già questa sarebbe stata una notizia che avrebbe meritato almeno un occhiello o un trafiletto in prima pagina. ma se cercate in rete le immagini delle prime pagine dei giornali, non ne troverete menzione alcuna.

L’evento tenutosi al Centro Congressi Frentani di Roma ha inoltre visto altri accadimenti di rilievo. La CGIL ha discusso e deciso di come rinnovarsi dal punto di vista politico e organizzativo, ma anche da quello anagrafico. E’ stato rimarcato il pluralismo delle opinioni, ma anche quello generazionale, indicato come ricchezza vera, da valorizzare e mettere in pratica. Di più, si è parlato del superamento delle divisioni e, per dirla prosaicamente, è stata firmata la pace tra la Segretaria Generale Camusso ed il Segretario della FIOM Landini. Pensate che almeno questa sia un’importante notizia da rimarcare? Maddechè… come si dice appunto a Roma. Nessuna traccia! Infine, la ciliegina sulla torta: l’Assemblea Nazionale ha votato, praticamente all’unanimità (con solo tre astenuti e senza nemmeno un voto contrario di eventuali “malpancisti” più vicini al PD e a Renzi), un documento che dà chiara indicazione a tutta l’organizzazione (fermo restando la libertà di coscienza dei singoli), di impegnarsi a fondo per votare e far votare NO al prossimo reerendum autunnale sulle riforme costituzionali volute da Renzi. Questo vuol dire che la CGIL, produrrà volantini, manifesti, iniziative pubbliche, farà insomma campagna elettorale per il NO. Il documento approvato, oltretutto, lungi dal prendere una posizione “ideologica”, scende nel tecnico, parlando di “occasione mancata” per una riforma seria e contestando la farraginosità, la fumosità del progetto del nuovo Senato, l’aumento eccessivo dei poteri del governo ed i pericolosi squilibri che verrebbero a crearsi tra il potere esecutivo e le istituzioni addette al controllo.

Tutto questo da un’organizzazione che molti, superficialmente magari, ritenevano vicina a Renzi ed al suo governo. Sarà una notizia degna di nota questa? NO, silenzio assordante. Silenzio assoluto dal, pur in genere obiettivo e preciso SKY TG 24, dalla oramai “renzizzata” RAI e perfino da Mediaset. Le prime pagine dei giornali nazionali (controllate pure su http://www.dire.it/09-09-2016/74264-prime-pagine-quotidiani-di-9-settembre-2016/) con le sole eccezioni de Il Fatto Quotidiano e de Il Manifesto (che pure non danno eccessivo risalto al titolo) ignorano completamente tutto ciò. La Repubblica lo relega in un articolo di politica nelle pagine interne. Il Corriere della Sera si limita ad un articoletto in fondo a pagina 4. Chissà cosa penseranno di questo i famosi fustigatori di costumi, Rizzo & Stella, sempre pronti a trovare il dipendente pubblico fannullone, ma forse più legati al motto “tengo famiglia”, se si tratta di giudicare il loro editore. il Messaggero si supera. Nella politica interna titola a nove colonne sul No della CGIL al referendum, ma l’articolo incredibilmente non parla per niente dell’assemblea, del dibattito e del documento, anzi, il pezzo è interamente dedicato alla reazione di Renzi che, in una Festa dell’Unità, lancia i suoi soliti strali, affermando che a sinistra, furoi dal PD, oramai c’è solo antipolitica e l’autore dell’articolo, conclude con le ragioni (personali?) sulla necessità di votare SI. L’apoteosi è ovviamente sulla sempre più trista Unità. Quello che fu il giornale fondato da Antonio Gramsci, pubblica la solita foto del Lider Maximo toscano, titolando “Non c’è sinistra oltre il PD”, mentre a bordo pagina in basso c’è il rimando a due articoli. Il primo è di Vannino Chiti che ci spiega che voterà SI (c’era chi ne dubitasse?), il secondo fa parlare alcuni operai di Pomigliano d’Arco che affermano di volere le riforme istituzionali. Peccato che proprio a Pomigliano d’Arco la FIOM sia stata praticamente espulsa dalla fabbrica, dopo essersi opposta all’accordo/referendum capestro imposto da Marchionne che poneva i lavoratori davanti al quesito “o fate come dico io, o vi chiudo la fabbrica e vi licenzio”. E peccato soprattutto che i delegati di posto di lavoro presenti all’Assemblea Nazionale (tra i quali chi scrive), abbiano convintamente ed unanimemente votato per il NO. Probabilmente gli intervistati saranno stati operai cislini, visto che la loro organizzazione, con ben altro risalto da parte della stampa, si è schierata giorni fa a fianco del governo, tanto ormai lì ci stanno praticamente solo loro. La macchina del consenso si è pesantemente messa in funzione. Aspettiamoci di peggio da qui alla data (???) del referendum.

 

 

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