Di Luca Zambonin segretario PCI sez. Alto Verbano
Molti sono i temi ai quali dare rilievo per strutturare la strategia dopo aver analizzato la condizione storica nella quale dobbiamo necessariamente muoverci. Uno di essi può catalizzare l’attenzione delle masse e predisporre la tattica sulla quale basare la linea di azione futura.
All’interno della revisione costituzionale vengono rilevate incongruenze e contraddizioni di ampio spessore, che nella maggior parte dei casi portano a riconsiderare la prima parte della carta costituzionale scavalcandola, senza toccare la struttura sintattica ma stravolgendone il senso.
Leggendo la comparazione della costituzione originale con quella revisionata, si incappa con sconcerto nella parte II, Ordinamento Della Repubblica Titolo I – Il Parlamento Sezione I – Le camere. ART.78 La Camera dei deputati delibera a maggioranza assoluta lo stato di guerra e conferisce al Governo i poteri necessari.
Ora dato che si vuole privare di delibera e di veto il senato rimane evidente che con l’ Italicum, chiunque presieda il consiglio dei ministri può avere la facoltà discrezionale delle dichiarazioni di guerra e degli interventi militari relativi, nonostante la presenza del presidente della repubblica, che visto L’art. 87 furbescamente non modificato e che recita: Il presidente della repubblica, ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalla Camera dei deputati. Ad una lettura superficiale può sembrare un articolo in difesa della pace e così era con la costituzione scritta da chi la guerra l’ha davvero vissuta, se invece avvenisse lo stravolgimento, non sarà più così, dato che la dicitura: dichiara lo stato di guerra deliberato dalla Camera dei deputati, obbliga il presidente a dichiarare lo stato guerra perché deliberato da una sola camera, data in mano ad un oligarca.
La Pinotti e il Pentagono confermano: l’Italia avrà 90 aerei F35.
Un aereo concettualmente multiruolo ma in pratica destinato all’assalto e il bombardamento. Che necessità c’è di dotarsi di una flotta consistente di armi d’assalto, peraltro già obsolete, dal costo in grado di risolvere il bilancio italiano se destinato altrimenti, però con una piattaforma e ricambi disponibili in ogni nazione aderente al patto atlantico e in grado di renderle operative in qualsiasi parte del globo, se non in previsione di una guerra? I sogni malcelati del ministro della guerra Pinotti sul terzo impero non sono così distanti dalla realtà constatando la servile obbedienza all’imperialismo guerrafondaio atlantista. Dispiegando contingenti dell’esercito italiano in zone di guerra e altri dove la tensione provocatoria assume connotati da guerra prenucleare, rimane evidente l’incompetenza dell’attuale classe politica che di fatto sta demandato la nostra sovranità ad organismi sovranazionali, la loro incapacità d’analisi, dovuta alla mancanza di senso critico e all’analfabetismo storico, li porta a condurre la loro politica come se il mondo fosse appena nato e la storia avesse inizio da loro.
La nostra risposta sarà quindi articolata in tattiche e obbiettivi.
La dichiarazione di neutralità, integrale e armata, sul modello svizzero del nostro paese in sede ONU, e il recepimento di essa nella nostra carta costituzionale che aggiorni l’articolo 11, diventa una necessità improrogabile. Essa ci consentirà di attivare le masse verso un obbiettivo comune, dando al nostro partito, rilevanza e visibilità. Uno dei nostri punti programmatici, l’uscita dalla Nato, verrà realizzato, dato che un paese neutrale per diritto internazionale ha il diritto di non ospitare basi militari di paesi terzi sul proprio territorio. La ricaduta sulle strategie dell’imperialismo avrà certamente un impatto che porterà a riconsiderarle in tutta l’aerea mediterranea, costringendoli ad una battuta d’arresto. La neutralità integrale inoltre consente di superare la barriere sanzionatorie inflitte a paesi terzi. Non ultimo le simpatie dei paesi non allineati potrà dare al nostro partito benefici economici e finanziamenti elettorali che ne promuovano la tattica.
Esempi di neutralità in Europa ci vengono in tempi recenti dall’esperienza austriaca e finlandese, oltre ovviamente da quella svizzera.
La neutralità offe numerosi vantaggi non ultimo una benefica ricaduta economica, sia data la fiducia ispirata da un paese neutrale nell’ambito internazionale, sia la possibilità di commercio verso paesi che subiscono i blocchi sanzionatori, sia la possibilità di traghettare l’Italia verso l’uscita dall’unione europea e la realizzazione del comunismo.
Tra gli altri vantaggi sono da rilevare l’approvazione e l’appoggio dell’opinione pubblica all’organizzazione politica che promuove l’iniziativa e la contrarietà a chi l’ostacola.
Per chi desidera approfondire l’argomento:
La Neutralità un principio fondamentale – Il vantaggio della neutralità- swissinfo.ch
Convenzioni dell’Aia: V (Droits et devoirs des Puissances et des Personnes neutres en cas de guerre sur terre) e nella XIII (Droits et devoirs des Puissances neutres en cas de guerre maritime).
La Neutralità – Studio Legale Marzorati
http://www.marzorati.org/neutralitaet.pdf
La neutralità austriaca: atlante geopolitico Treccani
Armamenti e disarmo oggi: Rapporto Sipri 1985. A cura dell’Archivio Disarmo e dell’Unione Scienziati per il Disarmo Ed. Dedalo