di Fosco Giannini, segreteria nazionale PCI, responsabile dipartimento esteri
Il Partito Comunista Italiano (PCI) di nuovo denuncia e condanna vigorosamente i reiterati disegni di colonizzazione dell’ Italia da parte di potenze straniere, disegni e azioni che si dispiegano in un silenzio politico italiano quasi generale, in un’ inquietante e supina accettazione di “un’ invasione di campo” volta, oggettivamente, ad attaccare il libero corso politico del nostro Paese e i suoi stessi assetti democratici.
Dopo le plateali e volgari dichiarazioni di voto per il “SI” al referendum del prossimo 4 dicembre da parte di Obama, con a fianco Renzi e trasmesse al mondo e al popolo italiano in diretta dalla Casa Bianca; dopo le minacce lanciate contro l’economia e l’autonomia del nostro Paese da parte dell’ambasciatore USA in Italia, John Phillips ( “ Se vince il “NO” addio agli investimenti americani ”); dopo le dichiarazioni del Commissario agli Affari Economici dell’Unione europea, Pierre Moscovici, che all’inizio di ottobre ha bollato inequivocabilmente l’eventuale vittoria del “NO” come “ Una minaccia populista”, dichiarando, altresì, che, per scongiurarla, l’Ue era pronta a sostenere il governo Renzi in tutti i modi, anche attraverso una maggiore flessibilità dei conti. Dichiarazione di Moscovici ( presto negata) dalla quale sono partiti Renzi e il ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan per fingere di alzare la voce in Europa in relazione alla questione del debito pubblico italiano.
Dopo tutte queste invasioni di campo, pericolosamente legittimate e utilizzate in Italia dal PD e dalle forze – sempre più anticostituzionali – del “SI”, è stata la volta, ieri, del ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizièr a schierarsi attivamente a fianco del governo italiano.
Senza vergogna e abbandonando ogni minimo stile diplomatico, de Maizièr ha affermato : “Quando la struttura parlamentare non è abbastanza efficiente è il popolo a dover intervenire. Riconosco il coraggio di questo governo (il governo Renzi, n.d.r) nel voler cambiare la Costituzione e la struttura decisionale di questo Paese. Potrà dare all’Italia un futuro migliore. Approvare un simile cambiamento per il futuro è una decisione coraggiosa”.
E’ del tutto evidente, da queste parole del ministro tedesco ( positivamente stigmatizzate dal Movimento 5 Stelle), il nesso che c’è tra l’ordine liberista dettato dal Trattato di Maastricht e dall’Unione europea germanizzata e il progetto di scardinamento degli assetti democratici che la stessa Ue vuol portare avanti nei 28 Paesi che ad essa aderiscono. Un nesso dato dall’esigenza di una nuova e selvaggia accumulazione da parte del capitale transnazionale europeo, in vista della battaglia per la conquista dei mercati mondiali, che non può passare – nella testa del grande capitale europeo e della stessa Ue – se non nella distruzione delle Costituzioni democratiche e degli assetti democratico – istituzionali di ogni Paese, il crollo di una diga in grado di far passare sempre più rapidamente l’abbattimento dei diritti, dei salari e dello stato sociale.
E, anche da questo punto di vista, ancor più importante diviene l’esigenza della mobilitazione democratica per il “NO” al referendum del prossimo 4 dicembre.