di Edoardo Castellucci, Segreteria Nazionale PCI – Responsabile Ambiente e Territorio
Renzi e Mattarella invitano a non polemizzare in un momento come questo, invitano a “lavorare insieme” per ricostruire le zone colpite dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre. Ma dov’erano il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica quando si è messo mano alla legge elettorale ed alla “deforma” della Costituzione senza curarsi di quello che proponevano cittadini e opposizioni?
Oggi, dovendo giustificare delle scelte antipopolari si affidano alla solidarietà e alla disponibilità delle opposizioni, ritornano a proporre di andare avanti insieme. Ieri questo andare avanti insieme era una palla al piede.
I comunisti, oggi come ieri, stanno con le popolazioni colpite dal sisma, stanno con chi non se ne vuole andare, perché andare via affosserebbe l’economia di un territorio che basa la sua vita sui prodotti agroalimentari come le lenticchie di Castelluccio, i prosciutti e le salsicce di Norcia, etc., perché attraverso la ripresa delle attività economiche si potrà ricostruire meglio e presto.
I comunisti stanno con i cittadini terremotati perché difendino, insieme, questo martoriato territorio.
A differenza di questo Governo, che chiede, oggi, di lavorare insieme per il bene delle aree colpite dal sisma, i comunisti lavoreranno per il bene del Paese, dei cittadini, del territorio e dell’ambiente, a prescindere dagli eventi calamitosi.
Lavoreranno e lotteranno, con le popolazioni così gravemente colpite, per dare e garantire un avvenire a questo territorio martoriato, per impedire un ulteriore scempio di un territorio che va ricostruito e difeso e non ulteriormente ferito dal folle ed irresponsabile progetto del Gasdotto “Rete Adriatica” della SNAM.
Un progetto che si svilupperà da Massafra (TA -Puglia) a Minerbio (BO – Emilia Romagna). 687 Km di un “serpente di acciaio” del diametro di 120 cm. posto ad una profondità di 5 m. che produrrà una servitù di 40 m. intorno al tracciato con la conseguente costruzione di strade per l’accesso ai cantieri, a cui si aggiunge la centrale di “compressione e spinta” di Sulmona (AQ – Abruzzo) che occuperà una superficie di 12 ha in località Case Pente a poche centinaia di metri dal centro abitato.
Un progetto che porterà ad un ulteriore consumo di suolo (il DDL è in discussione alla Commissione del Senato), interesserà gli ulivi del Salento e lambirà l’area del “carrubeto” di Polignano, produrrà, nel caso della centrale di compressione e spinta, emissione di ossidi di azoto, monossido di carbonio, nanoparticelle (64 microgrammi/m3 l’ora) e rumore (60 dB), a cui si aggiunge una scelta folle e preoccupante: quella del tracciato che, nel tratto Sulmona-Foligno, passerà sopra l’area delle faglie interessate dai recenti movimenti tellurici del Centro Italia e sulla “faglia del Morrone”.
“Insistere con un’opera tanto pericolosa, in territori così pesantemente colpiti dalla sequenza di terremoti che dal 1997 ad oggi stanno devastando l’Appennino centrale, è una follia. Queste zone terremotate, le cui popolazioni stanno vivendo ore drammatiche tra crolli e macerie, sono le stesse che dovrebbero essere attraversate dal megagasdotto: Norcia, Visso, Preci, Cascia, Serravalle del Chienti …, sono esattamente alcuni dei Comuni sul cui territorio la Snam insiste nel far passare il metanodotto “Rete Adriatica” di 687 km. E’ impressionante constatare come, sovrapponendo il tracciato del grande gasdotto con la mappa della pericolosità sismica del centro Italia, molti dei Comuni attraversati dalla infrastruttura Snam, sono altrettanti epicentri, o località vicinissime ad essi, dei disastrosi sismi degli ultimissimi anni: quello del 2009 a l’Aquila, quello di due mesi fa ad Amatrice e i due recentissimi terremoti di questi giorni. Ha senso perseverare in una ostinata decisione di imporre una infrastruttura che dovrebbe attraversare tutta la dorsale appenninica così critica sotto il profilo geologico e che sta manifestando, in questi ultimi anni, mesi e giorni, tutta la sua forza distruttrice?” (dal Comunicato stampa dei “Comitati cittadini per l’ambiente” – Sulmona, 31 ottobre 2016)
L’undici di novembre entrerà in vigore il decreto per accelerare i tempi di realizzazione delle Grandi Opere, tra queste c’è il Gasdotto “Rete Adriatica” della SNAM.
Il Governo Renzi dimostri, prima di chiedere di lavorare insieme e di mettere da parte le polemiche, non solo a parole ma con i fatti, che tiene alla sicurezza e alla salute del territorio e delle popolazioni che lo abitano.
Dia attuazione a quanto deciso con la risoluzione n. 7/00518, votata all’unanimità il 26 ottobre 2011 dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, con cui si impegna il Governo ad individuare una alternativa al tracciato, a causa dell’elevata sismicità, al di fuori della dorsale appenninica.
Fermi questo progetto folle ed irresponsabile, perché nessuna opera “strategica”, può essere privilegiata rispetto alla incolumità delle persone e del territorio, perché gli interessi della SNAM non possono prevalere sul diritto dei cittadini a veder tutelata la propria sicurezza e la propria salute.