Basta censure!

di Ufficio Stampa

Pubblichiamo il testo della lettera inviata all’AGCOM e per conoscenza ai presidenti di Camera e Senato

La presente vuole evidenziare alla Sua attenzione il trattamento censorio attuato dalle televisioni pubbliche nei confronti del Partito Comunista Italiano, una nuova forza politica nata nel giugno dell’anno scorso con un’Assemblea costituente a cui hanno preso parte 500 delegati in rappresentanza di tutte le regioni italiane. Un partito politico che conta 10 mila iscritti su tutto il territorio nazionale, che si presenterà alle prossime elezioni amministrative con il proprio nome ed il proprio simbolo in molte grandi città e capoluoghi di provincia. Un partito che concorrerà alle prossime elezioni politiche nazionali.

Sono numerose le manifestazioni pubbliche del PCI ignorate dalle reti del servizio pubblico. Da ultimo, il giorno 25 febbraio 2017, il PCI ha tenuto un convegno di respiro internazionale e di approfondimento politico sull’Unione europea, la moneta unica e la Nato; a questo appuntamento hanno preso parte 200 persone, con la presenza di insigni economisti come i professori Brancaccio, Cesaratto, Vasapollo e Moro; ha ospitato relatori provenienti da Paesi europei come Portogallo, Cipro, Ucraina, Lugansk, esponenti nazionali di realtà politiche fondamentali per quei Paesi, partiti politici con consenso elettorale rilevante e con un peso determinante nella vita politica nazionale. L’evento è stato completamente ignorato dalle televisioni pubbliche.

Riscontriamo una venatura censoria in questo oscuramento, constatabile nella attenzione mediatica riservata a eventi o manifestazioni politiche con numeri e interlocuzioni assai più modeste rispetto a quelli sopra menzionati. Riscontriamo un carattere censorio nella sistematica preclusione – ai danni del PCI – alla partecipazione alle trasmissioni di dibattito politico nazionale. La presenza nazionale del PCI è facilmente riscontrabile dai fatti e dai dati sopra enunciati (radicamento territoriale, partecipazione alle competizioni elettorali nelle città, nelle regioni, e alle prossime politiche). Questa sistematica esclusione genera una censura nei confronti di una posizione politica chiaramente alternativa nello scenario politico italiano ma presente nella società.

Chiediamo, pertanto, che cessi questo atteggiamento censorio ai danni del PCI e che sia garantito effettivamente il pluralismo politico che costituisce un valore fondamentale per un servizio veramente pubblico.

 

Manuela Palermi, presidente del Comitato Centrale del PCI e Lucia Mango, responsabile comunicazione del PCI

 

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