FUORI LA NATO DALL’ITALIA: report 4 marzo: iniziativa PCI a Torino

di Luca Battaglia – Federazione  PCI Torino

Quasi primavera, i manifesti del PCI in tutta la città, una pioggia che gentilmente lascia il posto al sole, un pubblico attento e numeroso. Torino accoglie favorevolmente questo incontro che riporta l’attenzione sul braccio armato di imperialismo e neo-colonialismo.

“La Nato è oggi il primo strumento di destabilizzazione del mondo”, parole del Prof. Angelo D’orsi che perfettamente inquadrano la contrapposizione ideologica tra gli Stati Uniti e la pace. “Quello che spaventa di più è il silenzio, soprattutto a sinistra, sulle questioni politiche internazionali. In continuità con la lenta erosione dello stato sociale e il tentativo di intervenire sui dettami costituzionali”.

Gli Usa sono un paese che, aggiungerà il presidente di Marx XXI Domenico Losurdo, “gode dell’eccezionalismo e sostiene il diritto a calpestare i diritti delle altre nazioni”. Nel quale spopolano pubblicazioni sulle tecniche di sopravvivenza alle guerre nucleari e si persegue “il diritto al primo colpo nucleare impunito”.

La Nato è un’organizzazione, si capisce dal quadro degli interventi, divenuta più aggressiva con la venuta meno del Patto di Varsavia e l’occupazione progressiva delle aree del pianeta ricche di risorse idriche e petrolifere. Un’organizzazione che disarciona l’Onu e sostituisce “l’elemento politico con la forza”.

Disinnescare il capitalismo armato è, a questo punto, un passaggio indispensabile a “fermare la guerra che ci annienterebbe”, come duramente profetizzato nell’introduzione dal compagno Fiodor Verzola di Nichelino.

Introduzione durante la quale vengono fatte emergere anche le contraddizioni di una sedicente sinistra, quella dei parlamentari democratici, che richiede pubblicamente la chiusura degli uffici torinesi della Repubblica Popolare di Donetsk. Un clamoroso regalo alla destra più becera così trasformata nel baluardo della sovranità e dei diritti dei popoli.

Nei disegni di Washington l’egemonia politica e culturale passa anche attraverso una “sempre maggiore e deliberata confusione tra aggressori e aggrediti”, la destabilizzazione dei Brics e, sono parole del direttore di Marx XXI Mauro Gemma, l’opposizione a Russia e Cina “fautori di un mondo senza centri di dominio”.

“L’ombrello si è definitivamente chiuso”, chiarisce il segretario provinciale Giustino Scotto d’Aniello chiudendo con le ambiguità degli ultimi quarant’anni, “non ci sono più alibi per nessuno”.

D’altronde il nuovo corso del PCI ha nell’internazionalismo, nell’antimperialismo e nella transizione al socialismo, tre imprescindibili pilastri; e “come sarebbe possibile costruire il socialismo dentro la Nato?” Sono le conclusioni di Fosco Giannini, responsabile esteri della segreteria nazionale, che individua anche nel “disarticolare il senso comune di una Nato inevitabile” il compito da darci nell’immediato. Le servitù militari sono pagate dalla fiscalità italiana e contribuiscono a quella carenza di risorse per le quali “si chiude l’asilo o il pronto soccorso”. “Questa campagna diventa così anche una campagna per il lavoro e per i diritti”.

 

 

 

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