Siria, propaganda e verità di regime.

di Antonio Macera, Direzione Nazionale PCI

 

Tempo fa, nella trasmissione di buoni ed elementari sentimenti condotta da Fabio Fazio, l’ineffabile Littizzetto ha mostrato una foto che ritraeva Razzi (sorridente) ed Assad. Come era facilmente prevedibile, la Littizzetto ha deriso ed insultato Razzi perché non ha trovato nulla di meglio da fare che farsi ritrarre a fianco di un “tiranno sanguinario che scarica bombe sui civili ed uccide i bambini” (Assad). La terribile vicenda dell’attacco chimico in Siria del 4 aprile riconduce ad attualità anche quella triste esibizione della comica torinese, perché fornisce la cifra di come l’informazione (la disinformazione) sia in grado di incidere profondamente sull’opinione pubblica. Anche con interventi leggeri, ironici, umoristici, ma che contengono una granitica ed incontrovertibile affermazione: Assad è un criminale! Alessandro Aramu, sul sito spondasud.it, sostiene, in riferimento all’uso di armi chimiche in Siria «La notizia nella sua brutalità è questa: circa 60 persone sono state uccise in Siria, e precisamente nella regione di Idlib, a seguito di un bombardamento con armi chimiche. La notizia è stata diffusa dai gruppi di opposizione anti Assad, definiti in modo generico “attivisti”, e rilanciata dall’Osservatorio Siriano per i diritti umani con sede a Londra. Nessun dei soggetti che ha diffuso la notizia attraverso video e foto è una fonte indipendente. Malgrado ciò, con assoluta certezza è stato affermato che i responsabili del bombardamento chimico fossero dapprima i russi e, in un secondo momento, le forze aeree siriane. Questa affermazione, di parte e non verificata da nessuna fonte indipendente, è diventata “la verità”, anzi l’unica verità, e come tale è stata rilanciata a livello mondiale dalle agenzie e da tutti i media. Il meccanismo perverso dell’informazione – o della disinformazione – ha generato una serie di prese di posizione politiche dalle quali, come è noto, possono discendere scelte molto pericolose per la già precaria situazione in Siria. Il mostro, come capita sempre in questi casi, è Assad. A nulla sono servite le smentite categoriche dell’esercito siriano che ha chiarito di non essere in possesso di armi chimiche e di non aver “mai usato queste armi, in alcun momento o in alcun posto”, e di non aver intenzione di farlo “mai neanche in futuro”». Sottolinea ancora Aramu come «Nessun media ha verificato la fonte, si è semplicemente limitato a riproporre quanto asserito dai gruppi anti Assad in una regione dove operano numerose sigle jihadiste, a partire da Al Qaeda. Sono, costoro, gli stessi che in Europa chiamiamo terroristi ma che, per opportunità e propaganda anti siriana, consideriamo di volta in volta, a seconda delle convenienze, “attiviti”, “ribelli”, “ribelli moderati”, “oppositori”, “terroristi”, “islamisti”, “jihadisti”».

In questo gioco perverso e pericoloso, che si consuma attorno ad una verità costruita, Lucianina interviene preventivamente con la leggerezza consapevole di chi è dentro i meccanismi rodati del regime. Eppure ci sono ancora molte “iolande” e molti “walter” a cui potrebbe attaccarsi per continuare a farci “ridere”.

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