PER LA LIBERAZIONE DI MARWAN BARGHUTHI

di Ufficio Stampa

 Al Convegno di Catania del 17 giugno scorso, organizzato dal PCI (“Mediterraneo: cause delle guerre, antimperialismo e libertà dei popoli”) i compagni Renato De Luca (responsabile Questioni Internazionali per il PCI della Sicilia) e il professor Federico Martino (docente di Diritto all’Università di Messina) hanno presentato un ordine del giorno sulla questione relativa all’incarcerazione del leader palestinese Marwan Barghuthi, combattente per la libertà del popolo palestinese e chiuso nelle prigioni israeliane da 15 anni.

L’ordine del giorno presentato all’Assemblea del Convegno è stato votato all’unanimità.

 

Di seguito il testo dell’ordine del giorno.

LIBERTA’ PER MARWAN BARGHUTHI, EROE DEL POPOLO PALESTINESE E COMBATTENTE PER LA LIBERTA’ PER OGNI POPOLO OPPRESSO!

 Marwan Barghuthi, da 15 anni rinchiuso nelle prigioni israeliane, è ormai considerato, da tanti intellettuali, artisti, leader democratici e di sinistra internazionali, da tanti uomini di Stato e governi del mondo, “il Mandela palestinese”.

Sin da giovanissimo Barghuthi sceglie la strada della lotta per la libertà del proprio popolo oppresso: il popolo palestinese. Entrato a far parte di “Fath”all’età di  15 anni, è arrestato per la prima volta dai militari israeliani nel 1976, all’età di 18 anni, per “partecipazione ad una sommossa”.

Barghuthi, nel 1987, è già uno dei leader palestinesi della “Prima Intifada” per la Striscia di Gaza. Nel 1987 viene di nuovo arrestato dall’esercito israeliano ed espulso in Giordania. Potrà tornare dall’esilio solo dopo la firma degli accordi di Oslo, nel 1994. Nel 1966 è eletto nel Consiglio Legislativo Palestinese per poi divenire Segretario Generale di al-Fatah per la Giordania.

Poichè anche il processo di pace evocato dagli accordi di Oslo è sistematicamente violato dai governi israeliani e continua la lunghissima diaspora e sofferenza del popolo palestinese, Barghouthi, assieme al suo popolo, continua la lotta.

Nel 2001 i servizi segreti israeliani organizzano un tentativo di assassinio a Barghouthi, sventato dai palestinesi. Ma il 15 aprile del 2002 il leader palestinese è infine catturato dagli apparti militari israeliani. La sua lotta per la liberazione è considerata dai tribunali isrealiani “terrorismo” e Barghouthi viene condannato a passare in galera tutta la vita, anche se mai Barghouthi riconoscerà la legittimità del tribunale isrealiano e rifiuterà persino la propria difesa.

 

Negli anni successivi, da tante parti del mondo, si sono organizzate campagne per la liberazione di Barghouthi e persino da Israele si sono levate voci autorevoli ( ad esempio il Gruppo Gush Shalom) per la liberazione del leader palestinese.

 

Da questa Assemblea di Catania un’altra voce autorevole si è levata, quella del combattente per la libertà palestinese Bassam Saleh’, che ha chiaramente e nettamente affermato nel suo intervento che la feroce oppressione di Israele sul popolo palestinese chiede al popolo di Palestina di combattere in tutti i modi per la propria libertà. Bassam Saleh’ ha affermato che i partigiani italiani che combattevano contro il nazifascismo non possono essere considerati terroristi e che, quindi, la lotta dei palestinesi, anch’essa, non è terrorismo, ma lotta legittima per la libertà.

 

Da queste parole di Bassam Saleh’ procediamo per affermare che mai e poi mai la lotta di Marwan Barghouthi può essere considerata terrorismo e che tutti i popoli che si battono per la loro dignità e per la loro libertà auspicano e chiedono la scarcerazione del ledaer palestinese.

Come la chiede questa grande Assemblea di Catania, in questo sabato 17 giugno 2017.

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