Marlane – Marzotto: tutti assolti

di Giorgio Langella, Direzione Nazionale PCI

La sentenza del processo di appello per quanto è accaduto alla Marlane-Marzotto di Praia a Mare ha confermato quella di primo grado: tutti gli imputati sono stati assolti. Questa notizia viene data oggi da molti organi di informazione nazionali. Gli stessi che per troppi anni hanno ignorato cosa fosse successo nello stabilimento calabrese e che, adesso, riferiscono che per gli oltre cento decessi a causa di tumore, per l’inquinamento, per il disastro ambientale che là è avvenuto non è stato trovato nessun responsabile. Non c’è nessun colpevole. Certo, l’appello del PM è stato dichiarato inammissibile, è stato respinto. Certo, per i reati contestati avvenuti in periodo precedente agli ultimi tre anni, è scattata la prescrizione. Certo, non sono state ammesse ulteriori indagini e altre testimonianze. Certo, è passato troppo tempo, un processo troppo lungo. Certo, i familiari delle vittime sono stati “liquidati” con qualche decina di migliaia di euro (così da togliersi il “fastidio” di vederli ancora come parti civili). Certo, gli imputati erano “gente di un certo livello” …

Di fatto, oggi, non c’è nessun colpevole. Nessuno è stato ritenuto responsabile di alcunché.

Così, evidentemente, alla Marlane-Marzotto di Praia a Mare, in quello stabilimento dove operaie e operai si ammalavano e morivano, dove secondo molte testimonianze i rifiuti venivano interrati nei pressi della fabbrica, dove c’erano condizioni di lavoro precarie, dove era normale subire ricatti occupazionali; là non è successo nulla di rilevante. Purtroppo è vero, hanno ragione lorpadroni. La Marlane-Marzotto di Praia a Mare era una fabbrica come tante. Perché, quello che è successo in quello stabilimento è normale. Succede. Perché bisogna “essere competitivi”, abbattere i costi. Perché si devono fare sempre maggiori profitti. Lo impone il sistema capitalista. E, allora, i morti e l’inquinamento sono solo “danni collaterali”. Nessuno è responsabile. Nessuno può essere condannato. Tutto rientra nella norma.

Recentemente è stata aperta un’altra indagine per qualche decina di morti. Lavoratrici e lavoratori che lavoravano anche loro nella Marlane-Marzotto. Gli indagati sono in gran parte gli stessi del primo processo. La speranza di vedere emergere la verità su quanto è accaduto nello stabilimento di Praia a Mare e ottenere giustizia sono molto deboli. Sicuramente, dopo gli articoli di questi giorni sull’assoluzione di tutti gli imputati, notizie su questo nuovo procedimento saranno difficili da trovare. Tutto rimarrà sotto traccia. Avvolto in quel silenzio soffocante che abbiamo conosciuto in questi anni. Un silenzio che uccide più delle malattie, degli infortuni, degli incidenti che colpiscono chi vive del proprio lavoro. Sarà così, non bisogna essere grandi profeti per affermarlo.

Ma con altrettanta sicurezza sappiamo che i soliti “sovversivi”, i soliti “comunisti” non si rassegneranno a un sistema, di fatto, spaventoso.

Così continueremo a lottare, a cercare le notizie, a tentare di diffonderle e tenere viva la storia di questa tragedia del lavoro. Lo faremo non per tornaconto personale, anzi. Saremo sempre presenti perché la morte non continui a trionfare.

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