di Segreteria Nazionale PCI
TerritoriĀ che pagano da anni in termini ambientali e migliaia di famiglie che pagano con la vita la mancanza di tutela ambientale.
Non basta. In un paese privo di strategia occupazionale e in cui i piani industriali sono piegati alle miserie ed alle esigenze di una classe imprenditoriale incapace, pagare con la propria salute il mantenimento di un posto di lavoro difficile, duro e incerto non basta piĆ¹.
Ā Il governo ĆØ disposto a trattare con chi parla di 4000 esuberi all’Ilva. E impone che chi resta debba rinunciare allāanzianitĆ , ai diritti acquisiti e sia riassunto con le regole del jobs act, senza le tutele garantite dal contratto in essere ma a ātutele crescentiā, quali siano nel concreto ancora oggi non ĆØ dato sapere. E per chi perde il posto di lavoro? Ammortizzatori sociali per soli 5 anni. Questo il ricatto, che il governo Gentiloni accetta, pur di non far saltare la vendita.
Ā Un governo che nonĀ tutela i propri cittadini ma solo gli interessi dei propri padroniĀ e non coglie, come del resto i governi che lo hanno preceduto, la strategicitĆ del settore metallurgico.
Ā Il PCI sostiene lo sciopero del lavoratori dell’Ilva e si candida a redigere per un governo che non ĆØ in grado di farlo un piano industriale in grado di rilanciare l’occupazione e con essa la produzione industriale di un paese che si sta svendendo al privato, purchĆ© sia.
Nazionalizzare i settori strategici, fare piani di ristrutturazione e di sviluppo degli stessi, che prevedano la cooperazione dei lavoratori. Rilanciare e mettere in sicurezza il settore siderurgico, risanare l’Ilva e i territori che l’accolgono sul piano ambientale e di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro.
Queste le prioritĆ del PCI: occupazione, salute e sicurezza. PiĆ¹ lavoro sicuro per chi ĆØ occupato e per chi non lo ĆØ, meno precarietĆ e menoĀ tagli, che arginano solo la caduta del saggio di profitto di pochi.