CON IL “CHE” E CON LA RIVOLUZIONE CUBANA. IL PCI ALL’INCONTRO CON IL COMPAGNO FERNANDO GONZALES LLORT, UNO DEI “5 EROI”

di Cristina Benvenuti, Dipartimento Esteri PCI; responsabile questioni internazionali segreteria regionale PCI Lazio

“Vivere è lottare” : così ha esordito lo scorso venerdì 27 ottobre, nei locali dell’Ambasciata di Cuba a Roma, il compagno Fernando Gonzales Llort, uno dei 5 eroi cubani detenuti ingiustamente per 16 anni nelle carceri USA,  per  aver svolto attività antiterroristica per la loro Patria e attualmente presidente dell’ICAP ( Istituto Cubano di Amicizia tra i Popoli). Durante l’incontro, cui ha partecipato il Dipartimento Esteri del PCI, il compagno ha ringraziato per la solidarietà di cui è sono stato oggetto lui e gli altri durante i lunghi anni di detenzione e per l’amicizia e il sostegno verso la Rivoluzione Cubana. Ha risposto agli attacchi dei media borghesi occidentali verso il presunto “antidemocratico sistema politico elettorale cubano” ribadendo la profonda unità del Partito Comunista di Cuba – che assicura il processo rivoluzionario – e del popolo cubano, unità che ha garantito e garantisce la tenuta del sistema socialista cubano contro i continui attacchi, anche terroristici, dell’imperialismo statunitense.

“Tutti i presidenti USA, alla fine del loro mandato, si preoccupano di essere ricordati nel futuro e fanno di tutto per passare alla storia, senza riuscirvi. Il compagno Ernesto Che Guevara, che mai si è preoccupato di queste cose, è stato invece ricordato, per il 50esimo del suo assassinio, in ogni parte del pianeta e non esiste ad oggi in tutto il mondo manifestazione per i diritti dei lavoratori e per la libertà dei popoli che non abbia una bandiera del “Che”. Il “Che” ha fatto quello che pensava e che riteneva giusto e per questo è passato alla storia. Questo è l’insegnamento che ha lasciato ai comunisti di oggi e di domani”: così Fernando ha ricordato il “Che” e descritto magistralmente e con semplici parole il suo valore e il suo lascito. Senza dimenticare un altro grande insegnamento rivoluzionario del “Che” (l’unità dei popoli dell’America Latina) si è poi augurato che l’unità del continente sudamericano si sedimenti e che si possano sventare gli attacchi e le ingerenze dell’imperialismo come ha eroicamente fatto il governo e il popolo  venezuelano, popolo e governo fratello.

A chi gli ha chiesto poi di parlare dell’esperienza della detenzione ha risposto così: “Tutti mi chiedono della galera e molti hanno paura che io, ricordandomi di quegli anni, m’intristisca, ma dovete sapere che  io non ho alcun trauma e vivo tranquillo, anche perché ho sempre avuto il Partito al mio fianco e una grande solidarietà, anche internazionale e internazionalista, e soprattutto  perché ho sempre saputo che il governo americano non odiava me ma la mia Patria, il mio popolo e la nostra Rivoluzione”.

 

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