Pisa. Rifiuti: discarica di Scapigliato. Pci: no all’ampliamento, senza “se” e senza “ma”

di Ufficio Stampa .Pubblichiamo l’intervento integrale svolto in Consiglio Comunale dal compagno Federico Giovacchini (Gruppo “Insieme per Santa Luce”-Partito Comunista Italiano), in linea con le posizioni politiche della Sezione del Pci “XXV Aprile”di S.Luce.

 

Ribadita la ferma opposizione del Pci ad ogni ipotesi di ampliamento. Respinti i tentativi di strumentalizzazione del centrodestra. Si assuma la sfida di una proposta politica in grado di mettere in campo “un’altra idea” di futuro per il sito e per le nostre colline.

Il progetto Rea denominato ottimisticamente “Fabbrica del futuro” cerca di dimostrare non solo che è necessario ma prevede quale condizione inderogabile per essere realizzato, l’ampliamento dell’attuale discarica di Scapigliato. Una discarica che, lo ricordiamo, già così com’è, è la più grande a livello regionale rischiando di divenire nel caso in cui si realizzasse il Progetto la più ampia a livello europeo!

Da qui il nostro netto dissenso. Eravamo, siamo e saremo contro l’ampliamento, senza “se” e senza “ma”! Per il Pci, che sul tema si è espresso in maniera chiara ed argomentata -come diciamo ed abbiamo scritto- tale questione è “non riducibile” e non negoziabile. E d’altronde questo non a caso, è stato individuato come il primo passo del progetto a cui opporsi. Un’opposizione fatta propria dalle legittime preoccupazioni di parti larghe delle nostre comunità. La discussione, com’era era inevitabile, ha investito e coinvolgerà ancora per lungo tempo le nostre colline, segnando la presa di posizione e il dibattito dei cittadini, delle forze politiche, degli stessi governi locali. Tanto più per questo (e va detto con forza) il confronto consiliare che oggi ci vede impegnati, va tenuto al riparo da tentativi di strumentalizzazione utilitaristica, da derive demagogiche e populiste come quelle messe in atto dalla mozione presentata dalla minoranza consiliare. Noi siamo per la costruzione di un movimento largo, unitario e plurale tale da impedire l’ampliamento e l’avanzamento del progetto. Ma bisogna saperlo costruire con pazienza, stando al merito dei problemi e accettando la sfida del confronto.

Bisogna ascoltarsi ed ascoltare puntando ad una discussione seria e sui contenuti. Altro che ostentazioni interessate di opposizioni di comodo dell’ultimo minuto! Non tutti i “no” portano lo stesso impegno e hanno la stessa efficacia circa la difesa coerente e conseguente degli interessi popolari! I cittadini e i lavoratori devono saperlo e vederlo. Devono saperlo coloro che hanno sottoscritto in queste settimana eccezioni da presentare alla Regione Toscana nella speranza sacrosanta di fare argine contro l’avvio del Progetto. Un tentativo “tecnico” di stoppare il percorso, che come Pci giudichiamo strategicamente utile ma parziale; un primo mattone prezioso ma che da solo non basta. In tal senso, dobbiamo dire che ci ha fatto un certo effetto ascoltare le posizioni con cui i gruppi di centrodestra (Marini-Spikic) hanno motivato il proprio “no” al Progetto “Fabbrica del Futuro”. In modo particolare quelle di Marini che Sindaco dal 2011 al 2016, pur conoscendo bene carattere e peso del Progetto che si veniva preparando, si è guardato bene -allora- di farne motivo di confronto politico pubblico e soprattutto di dissenso rispetto agli intendimenti e agli obbiettivi di Rea.

Se la preoccupazione per la salute delle persone e dell’ambiente è sempre doverosa -e certamente lo è-, allora proprio per questo lo doveva essere anche negli anni dell’Amministrazione Marini, poiché non sono ammissibili paradossali “tempi sospesi” o piegati alla convenienza del momento nei quali si può scegliere di non esercitarla. Allora quelle carte potevano stare in un cassetto e nel caso si condividevano. Oggi si tirano fuori come una bomba atomica. Sì, sono davvero una “bomba atomica” che può incidere a lungo sul destino del nostro territorio, ma chi ieri nulla ha fatto e detto non ha il diritto morale e politico dinanzi alle nostre comunità di ergersi oggi a paladino di un’opposizione necessaria e giusta che non può tollerare strumentalizzazioni e improvvisazioni di comodo. Ma si sa, i tempi cambiano. Così come -all’occasione- si cambiano sensibilità, bandiere e toni. Un’azione quella messa in campo dal centrodestra, apertamente strumentale che dopo aver saccheggiato (copiato) a piene mani parti delle posizioni assunte dal Comitato, oggi tenta di mettere il cappello al movimento popolare di protesta che con toni e accenti diversi ha espresso in questi mesi ferma opposizione alle proposte di ampliamento di Scapigliato.

Non ci stiamo. Così come non ci staremo come comunisti a lasciare che la necessaria opposizione al Progetto di cui fin da subito siamo stati coerente espressione, subisca una torsione a destra e uno sbandamento populista. Ecco perché denunciamo come comunisti la strumentalità della mozione presentata dalle destre. Ecco perché, pur registrando coincidenza di merito con parti di giudizio in essa contenute (su altre continuiamo ad avere diversa opinione), noi voteremo no! Per nostra parte, già nello scorso maggio scrivevamo come non fossimo disposti a “…barattare la difesa del territorio e del paesaggio, la nostra salute e quella dei nostri figli e nipoti, con eventuali benefici e ritorni economici. Governare è avere il coraggio di assumere il nuovo mantenendo la bussola del rispetto delle comunità, il limite della realtà, il criterio del bene comune. Chi sfugge da tale nodo o lo minimizza, nel caso in nome della tutela di interessi sociali o economici parziali o di gruppo, si carica di una seria responsabilità…In tal senso, il Pci non ha difficoltà alcuna a segnalare la propria distanza dalle posizioni di forze che compongono lo stesso centrosinistra che a vario titolo quel Progetto sostengono. Un nodo non semplice da districare e governare che al netto di distinguo e distanze che restano,ci permette di riconoscere l’impegno di questa Giunta che cercando di fare i conti con un tema complesso, sta tentando di spostare in avanti i termini del problema e di far contare di più la nostra comunità. Su questo nodo inedito e non facile, che non è stato oggetto di preventiva valutazione né di accordo programmatico ed elettorale, il confronto resta e andrà avanti. Vedremo. Come scrivemmo appena dopo l’insediamento di questa maggioranza, noi saremmo stati una forza leale ma mai gregaria. Lo confermiamo.

Ad ognuno l’impegno delle proprie scelte e quello di un giudizio e comportamento responsabili e alla luce del sole. La destra sappia che noi non abbiamo né carriere né poltrone da difendere; e tutti sappiano che noi non sottostaremo mai a meno di quelli che saranno i nostri convincimenti che hanno un solo scopo: il bene comune, la difesa del territorio e del suo futuro, degli interessi dei lavoratori e della parte più povera del Paese. La nostra posizione, che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi assumerà sul tema sempre più ampio respiro attraverso iniziative pubbliche, è e rimarrà quella resa nel giugno 2017 e più volte ribadita; ovvero quella del “no” all’ampliamento della discarica di Scapigliato e della proposta di ritiro del progetto Rea. Si tratta di una posizione politica che non si rifugia in furbizie e tatticismi del momento. Una posizione difforme dal giudizio espresso sin qui dal Partito Democratico, e insieme non sovrapponibile per carattere e indicazioni circa il “che fare?“, a quella contenuta oggi nella mozione del centrodestra. Il Pci nel mentre dà ascolto alle giuste istanze dei cittadini; per cultura politica, stile e storia, diversamente dal centrodestra non sceglie di inseguirne le pulsioni più disordinate nel tentativo di farne sponda per un rozzo accreditamento politico. Già a suo tempo abbiamo detto come non sarebbero stati le grida e i tumulti a fermare il Progetto Rea, ma solo una nuova e più avanzata proposta politica in grado di mettere in campo “un’altra idea” concreta e vera, di gestione e futuro per il sito e per le nostre colline. Ne restiamo convinti. Il progetto va fermato!

Bisogna avere realismo e senso del limite, rispetto delle comunità e coraggio circa il non dare nulla per già scritto e definitivo sapendo pur tuttavia, che solo con lo studio e la costruzione di un Progetto alternativo riusciremo ad essere credibili e ad incidere. Servono fermezza e coraggio, ma serve anche realismo o si ingannano i cittadini. I comunisti per esempio, non propongono la chiusura immediata della discarica, come se si potesse fare con un semplice giro di chiave in una serratura, in un modo che definiremmo semplicistico e favolistico. Noi non chiediamo di abbandonare Scapigliato al suo destino (scelta pericolosa e facile!), ma anzi di garantirne un governo più democratico invertendo la rotta. Nostra è la proposta Regione Toscana di deliberare in merito al riconoscimento di una potestà di decisione che sia finalmente di bacino e non in testa al solo Comune di Rosignano Marittimo. Ci sia pari dignità e peso dei Comuni interessati perché uno è il territorio, una la salvaguardia degli animali e dell’ecosistema, una la salute dei cittadini! Ecco perché abbiamo messo a base della nostra posizione l’assunzione della cultura del limite e dunque la sostenibilità del territorio, oltre la quale non si può andare e certamente, non ancora dopo 35 anni di convivenza col sito. Noi diciamo: abbiamo già dato! Senza ampliare, si investano energie in studi che portino ad un processo di bonifica, al riutilizzo delle aree antiche e già consolidate di Scapigliato e al massimo riuso del rifiuto. La politica e in special modo una politica autenticamente di sinistra, non può mai essere strumento di baratto nei confronti dei cittadini. Ecco perché non bisogna impantanarsi o fermarsi alle promesse di ipotetiche compensazioni economiche fatte intravedere ad alcune categorie del territorio circa il danno possibile -se non certo- derivante dallo svolgimento del Progetto. Un atteggiamento ed una piega del dibattito che ci pare grave e mette un conto uno scambio soldi/salute, benefici economici/distruzione del territorio a cui come comunisti ci opponiamo ed opporremo. Questo significa essere per noi una forza seria e responsabile. Una forza che sa dire dei “no”, stare sulle posizioni con coerenza senza rincorrere facili applausi. Mai. Mi avvio a concludere. La mozione presentata oggi dai gruppi consiliari “Santa Luce Democratica” e “Santa Luce Libera” ha dunque il mio voto contrario. Una mozione che pur muovendo da spunti di legittima denuncia e preoccupazione, è inaccoglibile per il suo carattere strumentale e i limiti di una denuncia che non diviene così come invece necessario, proposta di cambiamento. Il Pci è contrario al Progetto Rea. Lo sanno tutti: è il vantaggio di essere una forza politica che ha una sola faccia ed una sola parola. Lo sanno gli Enti, lo sanno le categorie economiche del territorio, lo sanno le forze di centrosinistra con cui lealmente da sempre ci confrontiamo. Noi siamo per dire ai cittadini la verità. La partita è difficile e complessa. La strada è in salita ma non bisogna arrendersi o darla per perduta perché “tanto è tutto deciso”! Non sappiamo se ce la faremo. Sappiamo e restiamo però convinti che la battaglia deve essere data! Serve studiare, organizzarsi, essere in tanti. Per questo svilupperemo il confronto con le ragioni di tanti, appunto. Con quelle “del” o “dei” Comitati, ma non solo. Grazie. (Santa Luce, Palazzo Comunale, 17 novembre 2017)

 

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