L’ESERCITO USA ENTRA IN ARGENTINA. L’imperialismo nordamericano estende la propria azione in tutta l’America Latina

A cura del Dipartimento Esteri PCI (fonte: Sputnik)

Il presidente argentino Mauricio Macrì ha dato l’autorizzazione alle forze armate statunitensi di entrare nel Paese per condurre esercitazioni congiunte, il 2 e 3 maggio. L’opposizione si è opposta alla decisione, lamentando la mancata discussione in Parlamento.

I governi degli USA e dell’Argentina hanno dichiarato che le manovre si sono svolte con l’obiettivo dell’ addestramento militare, ” ai fini di contrastare il traffico di armi di distruzione di massa all’interno dell’iniziativa contro la proliferazione d’armi (Proliferation Security Initiative, PSI), che l’Argentina ha firmato”. Gli accordi implicano il dispiegamento di tre basi americane nel Paese: Ushuaia, Misiones e Jujuy.

Ciò che sta accadendo provoca, in Argentina, uno stato di grande fibrillazione politica. L’opposizione afferma che qualsiasi evento nel Paese che coinvolga forze militari straniere deve essere espressamente autorizzato dal Parlamento. D’altra parte i funzionari del Ministero della Difesa sostengono che “ poiché sono presenti analisti e personale addetto alla sicurezza e all’intelligence, l’approvazione del Parlamento non è necessaria”. Questo è ciò che ha tentato di argomentare, a Sputnik Mundo, Mariano González Lacroix, direttore della rivista specializzata “Zona Militar”.

Ciò che non sfugge a nessuno è che negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno aumentato la propria presenza militare in America Latina e nei Caraibi.

Alla luce di questi sviluppi, l’Alleanza d’opposizione, il Fronte per la Vittoria (Frente para la Victoria, FPV) chiede al governo argentino di rendere pubblici i veri motivi della presenza militare americana in Argentina.

Le manovre includono la presenza e il movimento di camion che presumibilmente trasportano armi chimiche e armi di distruzione di massa. E sarebbero pronte, da mettere in campo, operazioni militari atte ad intercettare e annullare la potenza militare trasportata dai camion, tutto ciò per simulare un’azione di guerra “difensiva” in relazione ad eventuali attacchi chimici e nucleari. Scopo: valutare la capacità degli specialisti statunitensi e delle forze militari e di polizia argentine nel caso di un attacco militare portato anche da armi di distruzione di massa.

González Lacroix ritiene che l’impiego di uomini e risorse è “molto significativo” alla vigilia del vertice del G20 che si terrà nel Paese il prossimo 30 novembre.

“L’Argentina non ha mai svolto esercitazioni di questo tipo. La vicinanza del G20 può dare un ulteriore incentivo per tali attività, affinché l’esercito argentino sia in grado di fornire un livello adeguato di sicurezza e rappresentarlo in un forum così importante”, hanno affermato gli esperti militari argentini. Che hanno concluso: ” Forse sarà possibile in futuro beneficiare delle esercitazioni di questo tipo”.

Per il PCI l’entrata dell’esercito USA in Argentina è l’ennesimo e grave segnale dell’estendersi dell’azione militare in ogni aerea dell’America Latina, come risposta reazionaria e “golpista” ai grandi moti popolari, di sinistra, comunisti, di liberazione antimperialista che nell’ultimo ventennio, dal Venezuela al Brasile, dall’Argentina al Salvador, dal Nicaragua all’Uruguay hanno attraversato tutto il continente centro e sud americano.

 

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