La dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Cannizzaro Galatti” di Messina continua testardamente la sua opera persecutoria nei confronti del prof. Antonio Mazzeo, colpevole solo di denunciare democraticamente la presenza sempre più pervasiva di strutture militari, nazionali e Nato, nelle scuole del nostro paese. Un’ enorme solidarietà si è manifestata attorno ad Antonio, subito dopo l’annuncio, a Maggio, dell’avvio di un provvedimento disciplinare per il dissenso espresso rispetto ad una manifestazione militare nell’istituto dove insegna. Un dissenso coerente con quanto denunciato tante altre volte e coerente, soprattutto, con una vita d’impegno per la pace. Da ogni parte d’Italia si sono levate voci a favore di Mazzeo e contro l’autoritarismo nelle scuole, da insegnanti come da giornalisti, da intellettuali fino a numerosi settori politici e sindacali.
La dirigente scolastica, dott. Giovanna Cacciola, chiusa ottusamente nel suo ruolo di preside -sceriffo, ha deciso, però di insistere ed in queste ore ha emesso la propria condanna irrogando contro Antonio Mazzeo “la sanzione disciplinare dell’avvertimento scritto”. Siamo in presenza di un pesantissimo segnale intimidatorio, all’inizio dell’anno scolastico, rivolto contro tutti coloro che non intendono rinunciare alla democrazia ed alla libertà di espressione nella scuola della repubblica, un segnale che rispediamo al mittente. Ribadendo la nostra solidarietà ad Antonio e facendo appello ad una ancor più vasta mobilitazione contro questa assurda sanzione, confermiamo il nostro impegno ad intensificare la denuncia del crescente condizionamento militare sull’intero sistema dell’istruzione. Un condizionamento che va dai rapporti del sistema militare industriale con le università, al proliferare di progetti di alternanza scuola/lavoro in basi delle forze armate, alle iniziative propagandistiche dei Marines di Sigonella in tante scuole, alle parate marziali non risparmiate neanche agli allievi più piccoli. La scuola della Costituzione è scuola di pace e democrazia, che deve respingere l’ideologia della guerra e l’autoritarismo che inevitabilmente l’accompagna, come anche questa triste vicenda conferma.
di Luca Cangemi, Segreteria nazionale PCI