di Marta Marando
A distanza di due mesi le madamine di Torino raggiungono addirittura le istituzioni pubbliche e si fanno promotrici del “si TAV”. Bisogna sempre dire di sì, perché dire di si vuol dire fare parte del progresso. Dire di no ci rende retrogradi, antichi, nostalgici e contro la crescita di questo paese. Allo slogan “posso andare in erasmus e viaggiare più velocemente” c’è ancora chi non sa che noi sulla Tav non ci saliremo mai, lo dicono studi su studi che ci raccontano come la Francia non abbia nemmeno preso in considerazione lo stanziamento di fondi per quest’opera.
Ma il fatto più tristemente reale è che in tutta la narrazione l’unico modo di intendere la sinistra è sitav, il notav come ritorno al medioevo. Sette signore che non hanno mai vissuto la valle e trattano con superficialità il tema, cavalcando un’onda destinata a infrangersi. Noi non c’eravamo ieri perché noi trattiamo il progresso pensando ai veri bisogni di questa città e di questo paese in cui investire . La sanità, l’istruzione, il lavoro sono gli unici temi a cui dire di Sì.