Libia, facciamo morti per procura senza vergogna

di Alberto Negri, Quotidiano del Sud del 26 Luglio 2019

Lo sappiamo tutti, il nostro governo e anche i leader europei, che mettono la testa sotto la sabbia delle loro vacanze estive: la Libia non solo non è un porto sicuro ma con il loro atteggiamento irresponsabile e complice alimentano le morti nel Mediterraneo.

Circa 150 persone sarebbero affogate nel naufragio di un barcone al largo delle coste della Libia: era salpato da da Al Khoms, circa 120 chilometri a est di Tripoli. A bordo, secondo i primi racconti dei sopravvissuti, c’erano circa 300 persone, ma non è ancora chiaro se nel naufragio siano rimasti coinvolte due imbarcazioni o una sola. I superstiti sono stati soccorsi da un pescatore e poi restituiti alla guardia costiera.

L’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, denuncia: “Se le stime fossero confermate, si tratterebbe della peggior tragedia di quest’anno nel Mediterraneo centrale – ha scritto su Twitter Charlie Yaxley, portavoce dell’Unhcr per il Mediterraneo – Un promemoria, se necessario, che deve esserci un cambiamento nell’approccio alla situazione mediterranea. È urgente la necessità di salvare vite in mare”. Filippo Grandi, commissario dell’Onu Nazioni Unite per i rifugiati, parla della “peggiore tragedia in mare dall’inizio di quest’anno”.

Ecco perché l’Europa e gli Usa sono complici di questa tragedia. Dalla fine di Gheddafi nel 2011, voluta con i raid americani, inglesi e francesi _ ai quali si è unita disgraziatamente anche l’Italia _ la Libia è precipitata nel caos. Inutile girarci intorno: a un certo punto anche la Libia. come Siria e Iraq. stava per cadere nelle mani dell’Isis. Tutto questo nel cortile di casa nostra. Gli stati europei e occidentali insieme alle potenze regionali arabe _ Egitto e monarchie del Golfo _ e alla Turchia hanno messo il naso nelle faccende libiche senza risolvere nulla, anzi hanno moltiplicato in maniera esponenziale la confusione schierandosi o per il governo di Tripoli, riconosciuto dall’Onu, o per il generale Khalifa Haftar.

La Libia è stata lasciata nella più completa illegalità. Non ha mai firmato la convenzione di Ginevra sui rifugiati, quindi ogni migrante è considerato un clandestino. Non ha mai accettato la presenza delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie. E ora da un Paese abbandonato allo stato brado e senza uno stato vero dovremmo pretendere che si tenesse migliaia di rifugiati africani e li trattasse pure bene? Le organizzazioni libiche li seviziano, si fanno pagare e poi li buttano in mare. Criminali? Certo che sono criminali ma noi siamo i loro complici perché vorremmo che se li tenessero a casa loro, cioè in un luogo dove da anni i governi sono soltanto sulla carta e infuria una guerra civile dove gli europei, gli americani, i turchi e gli arabi sponsorizzano fazioni contrapposte. I migranti, come i libici ovviamente, sono le vittime di questa guerra per procura. Facciamo morti per procura e non abbiamo la minima vergogna. Buone vacanze, con la testa sotto la sabbia.

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