GKN: occorre unità, ma soprattutto trasparenza.

Dipartimento Comunicazione Nazionale PCI

In queste ore, la vicenda GKN si è colorata di giallo. Per ora senza omicidio, ma abbastanza preoccupante. Infatti, inopinatamente, i responsabili Cisl si affannano a cavillare su appuntamenti dati e cambiati etc. Qual è il problema? Come giustamente rivendicano i lavoratori GKN, organizzati in Collettivo, la questione di “andare a vedere” cosa l’azienda, che sta reiterando i licenziamenti; cosa il Governo e le istituzioni locali stanno mettendo in campo per la reindustrializzazione di GKN; quali sono le eventuali “offerte” a cura di Advisor etc.; sono tutti elementi concorrenti a dover conoscere le cose come stanne per decidere. Quindi non è cosa secondaria se dall’insieme dei lavoratori organizzati, dalle rappresentanze, si va (o si chiamano) per dare notizie certe, oppure se, – e speriamo davvero non sia così – qualcuno viene informato prima. Ecco perché questa questione di trasparenza, invocato e denunciato se disatteso, dal Collettivo, non è questione minimale o secondaria o vezzo di illazioni. Al contrario, i comportamenti trasparenti, in questa fase particolarmente, attengomo proprio alla necessità di svolgere il ruolo consapevole di unità dei lavoratori e del fronte. Per questo, il PCI, che segue questa come le altre vicende analoghe in tutto il Paese, nello specifico condivide tutte le intelligenti condizioni, incluse le motivazioni conclusive, che i lavoratori mettono sul tavolo. Dicono: “chiediamo garanzie e regole di ingaggio chiare nella trattativa:

  1. Decretazione d’urgenza sul caso Gkn: si decreti che una azienda pluridecretata per condotta antisindacale non può riaprire la procedura di licenziamento senza approfondimenti sulla reale dinamica della chiusura.
  2. Approvate subito la legge antidelocalizzazioni
  3. Accordo immediato sulla continuità occupazionale e dei diritti come prerequisito per qualsiasi scenario futuro. Lo firmino ora.
  4. Nessuna discussione sul compratore se prima non si discute del venditore e del mandato di vendita. La vendita deve avvenire in continuità produttiva
  5. L’attivazione di qualsiasi ammortizzatore per riorganizzazione è vincolato e successivo a un preliminare di vendita, non il contrario.
  6. Lo Stato intervenga come ponte pubblico a garanzia della transizione o direttamente con la nazionalizzazione
  7. Non abbiamo in mente una nazionalizzazione sullo stile Ilva o Alitalia. Ma un intervento pubblico che avvenga con il contributo delle competenze e delle intelligenze del territorio e sotto la garanzia e la supervisione dell’assemblea permanente dei lavoratori.
    Per queste ragioni a tante altre: 5 dicembre, assemblea dei lavoratori e delle competenze solidali. Per il polo pubblico della mobilità sostenibile, per il nostro piano di reindustrializzazione.
    Noi siamo tutti, noi siamo patrimonio collettivo.
    Loro delocalizzano, noi territorializziamo.
    Siamo classe dirigente, siamo il piano di rilancio.”. Il PCI sempre dalla stessa parte: coi lavoratori.

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