Il prossimo 25 Aprile ricorre il 79°anniversario della liberazione dell’Italia dall’oppressione, dalla barbarie nazifascista, e come ogni anno, in tante parti del Paese, si terranno manifestazioni volte a tenere viva e ad alimentare la memoria di quella giornata, simbolo della lotta partigiana e della resistenza, dell’Italia libera. Tale ricorrenza, dopo l’affermazione della destra alla guida del Paese, si carica di un ulteriore particolare significato. La destra, infatti, ne disconosce largamente il senso e la portata, e si rifiuta di sottolineare il carattere antifascista che gli è proprio. Ciò dice tanto del distorto senso dello Stato e delle Istituzioni che tale destra esprime, della sua natura politica. È un dato di fatto che la destra italiana soffia sul fuoco, invoca la piazza, “liscia il pelo” a quanto di peggio muove nella società italiana.
Siamo di fronte ad una destra che porta il nostro Paese ad abdicare ad una politica volta alla pace, ad assecondare la deriva bellicista in atto a seguito della rinsaldata alleanza euro atlantica a guida statunitense e dei diktat della Nato, con buona pace dell’articolo 11 della Carta Costituzionale. Una destra che si limita ad ipocrite parole di circostanza di fronte a catastrofi che scuotono le coscienze, come la rappresaglia genocida di Israele nei confronti della Palestina. Siamo di fronte ad una destra che attua politiche che evidenziano il rischio di una deriva autoritaria, che persegue un progetto di
riforma dell’assetto istituzionale che, tra autonomia differenziata e premierato, mette in discussione principi e valori della Carta Costituzionale e mina gli equilibri tra i diversi poteri dello Stato, la sua
stessa unità.
Quanto persegue la destra italiana promuovendo un attacco sistematico alle ricorrenze che rinviano ai principi, ai valori, ai fondamenti stessi della Repubblica Italiana, capovolgendo e deformando la narrazione degli eventi storici da cui sono scaturiti, dice tanto, e quel tanto non può non preoccupare ogni sincero democratico.
I comunisti, che tanto hanno dato per la loro affermazione, sono e saranno in campo per difenderli, a partire dalle manifestazioni che si preannunciano in occasione del 25 Aprile. La destra becera e
volgare che oggi si ripropone come guida del Paese rappresenta il rischio concreto di un ritorno ad un passato condannato dalla storia e noi, il PCI, ci battiamo contro il vecchio ammantato di nuovo.
Antifascismo e lotta di liberazione, oggi più che mai, sono per noi un patrimonio e valori non negoziabili.
Il Partito Comunista Italiano
Credo che siamo molto vicini al baratro. Non solo il massacro sociale perpretato con lucida protervia da questa destra, in questo senza opposizione che pigola ma esclusivamente per sete di potere.
Ci stanno cacciando in guerra ed ancora prima che deflagra il mondo del lavoro è in continua caduta.
Credo che bisogna fare di tutto per tentare di frenare la deriva.
Per avere una piccola possibilità è necessaria l’unità della sinistra, qiella vera, ma prima di tutto dei comunisti. Se lavoriamo i questa direzione
forse ancora peotremmo salvare ul salvabile