Dal Coordinamento regionale dell’Abruzzo
Il Coordinamento Regionale del Partito Comunista Italiano esprime solidarietà e vicinanza ai lavoratori Sevel sottoposti ad un feroce ed inaudito sfruttamento.
Uomini considerati alla stregua di macchine da sfruttare fino a quando durano per poi essere gettati via come limoni spremuti, il tutto nel nome del grande profitto padronale, della speculazione e del capitale monopolistico.
Il Partito si affianca alla denuncia della segreteria provinciale di Chieti della Fiom-Cgil, che delinea un quadro assolutamente preoccupante per quanto concerne i rapporti di produzione interni alla fabbrica.
Del resto ciò non deve stupire, il padronato FIAT è sempre stato campione di profitto e sfruttamento.
Quando due anni e mezzo fa Marchionne si presentò in fabbrica come un re, fu alquanto esplicito: disse che gli investimenti Fiat in Sevel avevano modernizzato altamente la fabbrica introducendo nuove tecnologie, robotizzazioni e macchinari. La Fiat aveva investito in ricerca e sviluppo 23,5 milioni di euro dal 2004, ricevendo aiuti statali come previsto dalle norme italiane, per 742 milioni di euro, che il fatturato nel 2012 fu di 84 miliardi di euro, e che i profitti erano triplicati rispetto a dieci anni fa.
Tutto ovviamente a discapito della base produttiva, intesa questa come fardello.
L’aspetto ulteriore fu il suo monito severo sui doveri morali che la classe operaia avrebbe nei confronti dell’impresa, che egli riaffermava così: “Se le forze politiche e sociali non fanno tutto il possibile per rispettare il primato della produzione, le libertà conquistate si asciugano. I diritti di tutti sono una gran bella cosa, ma oggi viviamo in un’epoca in cui se continuiamo a insistere sui diritti, di diritti moriremo. Dobbiamo tornare a un sano senso del dovere, ed anche per questo voi lavoratori dovete valutare i vostri comportamenti, che tradiscono quei valori di responsabilità e fiducia.”
Fiat costringe gli operai a sopportare tre ore di straordinario dopo otto ore di catena di montaggio invece di assumere i giovani operai che in questi ultimi anni sono usciti dal ciclo produttivo dopo anni di supersfruttamento e precariato con contratti interinali.
Nel ricordare che l’investimento Sevel fu tutto ad onere dello Stato, espropriando una delle terre più fertili d’Abruzzo, il Coordinamento Regionale del PCI riconferma l’appoggio incondizionato alla lotta degli operai e della Fiom-Cgil di Chieti, fa appello a tutte le forze della sinistra ed afferma che il Lavoro è l’elemento fondante della nostra Costituzione, e non una semplice variabile discrezionale all’interno dei rapporti di produzione.