Antonio Macera, Comitato Regionale Abruzzo e Comitato Centrale PCI
Il NO alla riforma costituzionale è doveroso, necessario, inevitabile. E’ un NO al merito di questo obbrobrio. Il breve spazio di un post non basta a spiegare la portata della deformazione che si avrebbe sul sistema democratico del Paese, sulla forma di governo (si affermerebbe un presidenzialismo di fatto senza i necessari contrappesi) e perfino sulla forma di Stato. Tuttavia, “non basterà spostare la discussione sul merito perché è su questo che (Renzi e Boschi) non hanno niente da dire” (Prof.ssa Carlassare). Ma quello che più sconcerta è la posizione della minoranza Dem. Voterà si se verrà cambiato l’Italicum. La combinazione dell’Italicum con la riforma costituzionale è oggettivamente micidiale, perché favorirà l’affermazione di un modello che deprime, umilia la democrazia.
Lo sostengo, con tantissimi, da molto tempo. Tuttavia, vorrei chiedere agli esponenti della minoranza del PD, ma come si fa a mettere sullo stesso piano una legge ordinaria (la legge elettorale) con una riforma costituzionale? Non sa la minoranza in parola che, ammesso e non concesso, che cambino l’Italicum, nulla vieterà, una volta compiuto lo stravolgimento della Costituzione, l’approvazione di una legge elettorale schifosamente simile? NO alla riforma, senza se, senza ma e senza condizioni!