Fermiamo la repressione contro i comunisti, gli antifascisti e i difensori della pace in Lituania!

ripreso dal sito Marx21.it

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In Lituania esiste un regime autoritario che ha perseguitato e continua a  perseguitare duramente gli oppositori politici. Ma l’opinione pubblica dell’Unione Europea, di cui questa repubblica ex sovietica fa parte, non ne è informata.

La Lituania, repubblica ex sovietica e dal 2004 membro dell’Unione Europea, si era caratterizzata nella fase che è seguita alla fine dell’URSS e all’avvento al potere di un regime nazionalista violentemente anticomunista e russofobo, per la durissima repressione che aveva colpito in particolare centinaia di militanti comunisti dopo la messa fuorilegge, tuttora in vigore, del loro partito. Una fase caratterizzata da violenze inaudite, imprigionamenti, torture e pesantissime pene detentive comminate a molti di coloro, la cui colpa è stata solo quella di essere rimasti fedeli alla Costituzione dell’URSS e al rispetto delle sue leggi.

Si tratta di quella parte del paese (rilevante, al contrario di quanto diffonde la propaganda dei vincitori) che non aveva obbedito alla demagogia nazionalista di coloro che oggi governano il paese utilizzando truculenti argomenti anticomunisti, anti-russi e di aperta nostalgia persino del tenebroso periodo storico caratterizzato dal collaborazionismo con l’aggressione hitleriana, a sostegno, sul piano interno, di una politica improntata al più rigoroso neoliberismo, che ha fatto arretrare sensibilmente il livello delle condizioni sociali di larga parte della popolazione rispetto all’era sovietica, e, sul piano delle relazioni internazionali, di allineamento supino all’imperialismo USA e alla NATO.

Vogliamo ricordare, tra le innumerevoli e pesantissime condanne comminate, quella a 12 anni di carcere duro (senza alcuna considerazione dell’anziana età e delle sue precarie condizioni di salute) inflitta al Segretario del Partito Comunista della Lituania, Mikolas Burakiavitsious. Mentre sulle dinamiche che hanno condotto alla vittoria di quella che alcuni considerano la prima “rivoluzione colorata” (con la presenza in loco di figure come quella del tristemente noto Gene Sharp) e alla durissima repressione che ne è seguita, raccomandiamo la lettura del recente volume scritto dalla giornalista russa Galina Zapoznikova (“La congiura lituana”, Sandro Teti Editore), ricco di testimonianze e dettagliate ricostruzioni degli avvenimenti che hanno preceduto il colpo di Stato nazionalista e della repressione durissima che ne è seguita contro chiunque abbia avuto anche solo il coraggio di mettere in discussione la versione ufficiale degli eventi storici. Una repressione che si è protratta per decenni e che continua ancora oggi quando, con il partito comunista sempre nell’illegalità, nel mirino sembrano essere finiti soprattutto gli attivisti dei diritti civili e dei lavoratori, della lotta contro la guerra e contro la corruzione, come testimonia la corrispondenza della “Pravda” che abbiamo ritenuto di proporre ai nostri lettori.

Siamo convinti che dopo la sciagurata e pericolosissima decisione del governo Renzi in merito all’invio di truppe italiane nella regione del Baltico, al seguito di USA e NATO impegnati nella scalata bellicista contro la Federazione Russa, sia ancor più doveroso, non solo da parte dei comunisti, ma anche di tutti i sinceri democratici, denunciare le precarie condizioni in cui versa la libertà di opinione in Lituania (e negli altri paesi baltici) e rompere finalmente il vergognoso silenzio dei governi e dell’opinione pubblica dell’intera Unione Europea, smascherando l’ipocrisia che si nasconde dietro ai discorsi di tanti in merito alla difesa di presunti “valori europei”.

Marx21.it



In Lituania è in corso una massiccia repressione
Pravda”, organo del Partito Comunista della Federazione Russa

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

Nella primavera del 2015 in tutta la Lituania erano avvenute massicce perquisizioni negli appartamenti di attivisti di sinistra. Le strutture di sicurezza avevano organizzato la persecuzione di tutti coloro che si oppongono al regime liberal-fascista esistente. Contro tutte le iniziative  dell’opposizione veniva costruito un “caso di attività anticostituzionale”.

Il “caso” è stato imbastito contro i leader dell’opposizione, gli attivisti delle lotte sociali e gli antifascisti, che avevano attuato azioni pacifiche, scritto articoli, realizzato diversi video, che si erano espressi apertamente per la pace e l’amicizia tra i popoli, contro la NATO e le campagne di preparazione della guerra.

Agli indiziati erano stati sequestrati computer, libri, cellulari, vari documenti e altri oggetti personali, che in genere vengono restituiti nel giro di un anno. A questi cittadini non sono state trovate armi, né esplosivi, né ingenti somme di denaro, ma l’indagine è proseguita poiché si è cercato di trovare qualcosa negli scritti sequestrati. L’argomento principale sarebbe quello che si sono trovate pubblicazioni “cattive”, volantini “cattivi” e qualcosa d’altro di simile. E’ evidente che non si riscontrano accuse motivate e che l’inchiesta non è affatto trasparente, ma che è avvenuta in base a un ordine dall’alto.

Questo non ha impedito alla polizia, nel mese di ottobre di quest’anno nella città lituana di Siauliai di fermare un noto personaggio pubblico, Zh, Rasminas. Mentre nella casa di cura “Abromishkes” è stato arrestato il leader dell’Unione dei combattenti per la Lituania V. Shustaukas.

Zh. Rasminas aveva partecipato attivamente a diverse azioni, distribuito volantini contro l’introduzione dell’euro e in diversi modi aveva manifestato costantemente la propria posizione civile. E’ membro dell’organizzazione sociale Fronte Popolare Socialista e del partito politico Unione dei combattenti per la Lituania. Zh, Rasminas è stato accusato ai sensi dell’articolo 121 del codice penale della Repubblica di Lituania (creazione di gruppi anticostituzionali, organizzazioni o gruppi armati, che hanno lo scopo attraverso mezzi illegali di cambiare l’ordine costituzionale dello stato lituano, di insidiare la sua indipendenza, di violarne l’integrità territoriale). Tale attività è punita dalle leggi della Lituania con la reclusione per un periodo tra i tre e i dieci anni.

E’ stato arrestato anche V. Shustaukas, mentre si trovava in una clinica. Questa personalità pubblica recentemente ha avuto problemi cardiaci, che hanno richiesto ripetuti ricoveri. Shustaukas si è distinto nell’organizzazione di iniziative contro la guerra e contro la corruzione.

A Kaunas, di fronte all’edificio della corte distrettuale, si è tenuta un’azione civile in difesa di S. Rakauslene, che da nove mesi si trova in prigione in base a false accuse. Per 26 anni S. Rakauslene ha lavorato negli organi di difesa della legge, ha sempre assolto con cura al proprio lavoro, intervenendo attivamente contro la corruzione, in difesa dei diritti dei cittadini e nella lotta contro le narcomafie.

I partecipanti alla manifestazione hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sul fatto che nella repubblica sono in corso massicce violazioni dei diritti dell’uomo, vengono fabbricati processi penali contro gli attivisti delle organizzazioni democratiche, che la Lituania si è trasformata in uno stato di polizia, dove la parola dei rappresentanti del potere prevarica la legge e la Costituzione. In una dichiarazione approvata dai manifestanti è richiesta la liberazione di V. Rakauskene, si esige che vengano fornite tutte le informazioni in merito al caso fabbricato contro di lei, e che si smetta di violare le norme del diritto internazionale e delle leggi della Lituania.

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