Taranto: un referendum per l’Ilva

di Emiliano La Tanza, Sez.” D’ippolito-La Tanza”

Lo stabilimento e la città hanno vissuto per anni l’abbandono totale da parte dello Stato, degli enti locali e dei sindacati; sono stati violate tutte quelle regole e principi non solo legali, normativi e costituzionali, ma anche e soprattutto etici e morali, le libertà dei lavoratori nonché i diritti alla salute ed alla tutela ambientale.

Tutte le istituzioni hanno il dovere, anzi l’obbligo di prendersi le proprie responsabilità, riconoscendo a Taranto il danno causato alla città e ai dipendenti sin dall’origine, dalla nascita dello stabilimento. Le istituzioni invece hanno contribuito a tutelare gli interessi delle lobby e dei profitti mediante una serie di decreti legislativi che hanno solo dato continuità alla produzione.

Ancora oggi, In un periodo di totale criticità, il governo “Gentiloni – (Renzi)” concorda il futuro dell’ Industria siderurgica con la cordata Indiana “Acerol-Mittal” la quale: non assicura i posti di lavoro, non riesce a tutelare la salute dei concittadini, annuncia e ottiene migliaia di licenziamenti per esubero, facendo così ricadere le responsabilità ed il peso di un eventuale risanamento sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini.

Il PCI di Taranto invita tutti i lavoratori ILVA a pretendere subito un referendum operaio (come avvenuto per Alitalia), dovranno essere gli operai, i dipendenti, a decidere del proprio futuro.

Arrivati ad un punto di non ritorno, oggi più che mai occorre creare una nuova classe operaia creando un comitato capace di interagire ed imporsi, per tutelare il proprio futuro e quello delle famiglie e del figli.

Taranto 10 giugno 2017

 

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