Sulle elezioni in Venezuela

Di Giorgio Langella, Direzione Nazionale PCI 

In queste ore il popolo venezuelano sta votando per eleggere i rappresentanti all’Assemblea Costituente.

I media italiani stanno dando la notizia come se queste elezioni fossero esempio di dittatura. Bizzarro e allo stesso tempo inquietante. Del resto non ci si piuò aspettare nulla di meno che la manipolazione della realtà da organi di informazioni che non esito a definire “imperiali”. 

L’impero capitalista vuole cancellare qualsiasi esperienza non asservita alla sua volontà. L’America latina in questi ultimi decenni ha alzato la testa riprendendo lotte e ideali che sembravano ormai inesistenti dopo le repressioni brutali e i colpi di stato finanziati dagli USA negli anni ’70. 

L’hanno fatto con azioni finanziate dall’imperialismo. Azioni e manovre che hanno cercato di giustificare come legali (anzi di “ritorno alla legalità) ma che sono caratteristiche della sovversione delle classi dominanti. L’hanno fatto in Brasile e in Argentina. Hanno tentato di farlo in Ecuador. In Venezuela lo stanno facendo con la brutalità e la menzogna alle quali sono abituati. Lo stanno facendo le classi più ricche con serrate, blocchi stradali, il boicottaggio e l’aggiotaggio dei beni di prima necessità.

A Cuba non ci sono riusciti mai.

Oggi il popolo venezuelano deciderà il suo futuro. Una domanda, allora, dobbiamo porre ai paladini di quella “democrazia” pilotata dal “padrone del mondo” che altro non è che una oligarchia repressiva: come è possibile che una dittatura (quale vogliono far apparire il governo chavista di Maduro) dia la voce al popolo con elezioni libere, si badi bene, non per confermare una Costituzione fatta dall’alto (recentemente in Italia abbiamo fatto un referendum su questo), ma per scrivere una nuova Costituzione? 

I “nostri” media ci danno notizia di morti durante i disordini contro “la dittatura”, ma tacciono su chi sono quei morti e su come e cosa li ha provocati. Tacciono sui chavisti uccisi, su quelli arsi vivi dai “democratici oppositori” (tanto democratici da chiedere interventi stranieri e, per Maduro, la fine di Allende).

Rendiamoci conto che la “grande informazione” italiana sta mentendo. Lo ha fatto e lo fa sul Venezuela così come lo ha fatto e lo fa sull’Ucraina e sulla resistenza del popolo del Donbass o sulla Siria. Questa è la situazione. Una situazione di vero declino democratico nel quale tutti siamo coinvolti e per il quale dobbiamo indicare chiaramente i responsabili. A partire dal PD. 

Vari intellettuali e politicanti “illuminati” appartenenti anche a quella “sinistra snob” oggi così di moda fanno notare che Chavez prima e Maduro adesso hanno commesso errori. Che potevano fare meglio. Forse. Ma non è questo il punto.  A chi anche “a sinistra” si schiera con chi vuole la cancellazione dell’esperienza chavista in nome di una ipotetica “libertà” corrosa dalle informazioni dei “servitori dell’impero” che, indubbiamente, impongono il consenso, a “Il Manifesto” che ha deciso recentemente di oscurare gli articoli di Geraldina Colotti perché troppo schierati con Maduro, dobbiamo rispondere chiaramente che in Venezuela, così come a Cuba, nel Donbass e in Siria le comuniste e i comunisti sono contro l’imperialismo senza se e senza ma. 

Noi non siamo equidistanti, non possiamo esserlo. 

Noi siamo partigiani.

Allora teniamo gli occhi ben aperti, diamo la massima solidarietà al popolo venezuelano e al suo governo liberamente e legittimamente eletto. Combattiamo la reazione, il fascismo crescente e la falsa informazione.

Che sia, questa, una buona domenica per il Venezuela e per tutti quelli che lottano contro l’attacco dell’imperialismo.

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