CRONACHE DALLA FESTA DO “AVANTE”: DIBATTITI SUL 100° ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE E SULL’UNIONE EUROPEA

a cura del Dipartimento Esteri PCI

Lisbona, 2 settembre. Festa do “Avante”: con ogni probabilità tra le più grandi feste comuniste del mondo. In tre giorni, circa un milione di compagni/e, cittadini/e provenienti non solo da Lisbona ma da ogni parte del Portogallo. Biglietti per entrare alla Festa venduti già da mesi. Tutte le sere il resoconto politico e di costume della Festa trasmesso nelle maggiori reti televisive nazionali del Portogallo. Il comizio finale (avvenuto di fronte ad un vero e proprio popolo) del Segretario generale del PC Portoghese – compagno Geronimo Sousa – trasmesso in diretta da uno dei canali televisivi nazionali. La Festa ha rappresentato anche una straordinaria possibilità di incontri di natura internazionalista tra le varie delegazioni mondiali di partiti comunisti e di forze rivoluzionarie di ogni continente; circa 70, infatti le delegazioni mondiali; dal Partito Comunista cinese a quello russo; dalle forze comuniste e rivoluzionarie dell’America Latina a quelle dell’Africa, da quelle dell’Asia a tutte quelle d’Europa.

Tra i dibattiti politici organizzati dal PC Portoghese all’interno della Festa, due si sono decisamente caratterizzati per importanza: quello sul 100° della Rivoluzione d’ Ottobre e l’altro sull’Unione Europea. Per la prima volta nella storia dell’ultimo quiondicennio di questa Festa uno dei partiti comunisti italiani sorti dopo il grande PCI è stato chiamato ad intervenire ai due dibattiti: il Partito chiamato ad intervenire è stato il nostro Partito, il PCI. Razionalmente e senza enfasi alcuna, abbiamo interpretato questa decisione del PC Portoghese come un segnale di crescita del nostro Partito, un segno del rispetto conquistato dal nostro Partito per il suo lavoro nazionale ed internazionale.

Particolarmente importante è stato il dibattito, all’interno della Festa, organizzato dal PC Portoghese per il 100° anniversario della Rivoluzione d’ Ottobre. Pochi sono stati i partiti comunisti chiamati – tra le 70 forze presenti – a discutere dell’Ottobre. Pochi e di grandissimo peso e prestigio internazionale: il Partito Comunista di Cuba (a parlare il compagno Rafael Hidalgo Fernandez, del Comitato Centrale); il Partito Comunista della Federazione Russa (a parlare il compagno Rustam Sabancheev, direttore della rete televisiva “ Red Line” del PCFR); il Partito Comunista del Vietnam ( a parlare il compagno Le Khai Hoan, dell’Ambasciata del Vietnam in Francia); naturalmente il PC Portoghese, con un compagno del Dipartimento Esteri che ha introdotto e condotto il dibattito e, infine, il nostro Partito, per il quale è intervenuto il compagno Fosco Giannini, responsabile esteri del PCI. A tradurre in portoghese l’intervento del compagno Giannini, un dirigente ed un intellettuale di spicco del PC Portoghese: il compagno Jorge Cadima.

Ogni esponente dei Partiti Comunisti presenti ha legato i valori della Rivoluzione d’Ottobre alle vicende del proprio Paese: il compagno Le Khai Hoan, del PC del Vietnam, ha ricordato la grandezza della lotta di Liberazione condotta dal PC del Vietnam in relazione alla Rivoluzione leninista; il compagno Rafael Hidalgo Fernandez, del PC di Cuba, ha stabilito la relazione tra la natura in “controtendenza” della Rivoluzione castrista a quella bolscevica ; il compagno Rustam Sabancheev, del PC della Federazione Russa, ha sottolineato il valore universale dell’Ottobre, in relazione alle grandi lotte di liberazione dei popoli e alla vittoria sul nazifascismo che l’Ottobre ha prodotto, ricordando le grandi commemorazioni che il PCFR sta preparando in Russia per il prossimo novembre. Il compagno Fosco Giannini ha ricordato il giudizio di Antonio Gramsci sull’Ottobre (“La Rivoluzione contro il Capitale”, la Rivoluzione, cioè, contro il meccanicismo e il positivismo della Seconda Internazionale, categorie fatte saltare da Lenin, proprio attraverso l’Ottobre, attraverso “ la rottura dell’anello debole della catena”). Una lezione, agire in senso contrario alle “imposizioni della Storia”, oggi particolarmente importante per le forze comuniste, come il PCI in Italia, che vivono una fase difficile in un contesto di profonda egemonia della cultura borghese e capitalista.

Il dibattito, svoltosi di fronte ad un vastissimo e“caldo” pubblico (un fortissimo afflato tra oratori e pubblico) è finito con un lunghissimo appaluso da parte dei compagni e delle compagne presenti, tutti/e in piedi a salutare, a lungo, i rappresentanti dei Partiti Comunisti intervenuti.

In tarda serata si è svolto anche il dibattito sull’Unione Europea. Presenti i rappresentanti del Partito Comunista di Spagna ( a parlare il compagno Francisco de Asis Junquera, responsabile del dipartimenti esteri del PCE); del Partito del Lavoro del Belgio ( Partito Comunista, per il quale, a parlare c’era il compagno Marc Botenga, responsabile per l’Europa nel dipartimento esteri del PTB); del Partito Comunista Francese ( a parlare la compagna Anne Sabourin, della direzione nazionale del PCF); del Partito Comunista Britannico ( a parlare il compagno Nigel Green, del comitato direttivo del PCB di Londra); naturalmente, ad aprire e condurre il dibattito un compagno del PC Portoghese e, per il PCI, il compagno Fosco Giannini.

Pur con approcci diversi (più espliciti nel ritenere necessaria una rottura con l’UE e l’Euro i rappresentanti del Partito Comunista di Spagna, di quello Britannico e di quello Portoghese) gli interventi hanno sviluppato una critica radicale e severa all’UE iperliberista, ponendo la questione del cambiamento totale dello spirito e della lettera dei Trattati. Il compagno Fosco Giannini ha illustrato la linea maturata nel PCI: a fronte dell’irriformabilità dell’UE va svolta una riflessione profonda sulla necessità/possibilità di un’uscita dall’UE e dall’Euro. E sviluppata una lotta sovranazionale unitaria, innanzitutto a partire dall’unità delle forze comuniste e della sinistra di classe dell’UE, sia contro le politiche liberiste e antidemocratiche dell’UE che contro l’esercito europeo in costruzione, che vede tra i protagonisti della stessa costruzione proprio il PD di Renzi.

 

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