di Lamberto Lombardi, Segretario della Federazione di Brescia del PCI
L’attivo degli iscritti della federazione di Brescia del Partito Comunista, considera necessario operare per ricostruire una prospettiva politica autonoma rispetto a quella ormai non più rappresentata dal PD, e questo ritiene anche a livello delle amministrative locali, quali le comunali della nostra città del 2018.
Non è possibile separare le responsabilità della maggioranza in Parlamento, che ha ridotto e ridurrà le rimesse economiche statali alle amministrazioni locali, da quelle del governo cittadino che si allinea a tali scelte col solo intento di attenuarne gli effetti. Diminuisce così la qualità e quantità dei servizi erogati incidendo negativamente sulle condizioni di migliaia di cittadini.
Le esternalizzazioni hanno determinato la mutazione di ruolo della pubblica amministrazione anche sul tema del mercato del lavoro con l’accodarsi alle logiche di impresa con assunzioni tramite terzi e le conseguenze negative su orari, buste paga, diritti e tutele.
Lavoro e servizi sono le due unità di misura che il PCI utilizza per valutare la realtà sociale e che oggi ci impongono di cercare strade nuove.
La sostanziale privatizzazione della gestione dell’acqua pubblica, la difficoltà dei piccoli esercizi di prossimità stritolati dai colossi dei centri commerciali, l’emergenza casa, il riutilizzo sociale dei beni sequestrati alla mafia, l’opposizione al decreto Minniti sono impegni politici che intendiamo qualificanti perchè incidono sulle negativamente sulle condizioni dei cittadini.
Questo disagio profondo e speso ‘invisibile’ va compreso e rappresentato.
Questa città e questa giunta necessitano di una forte opposizione da sinistra.
Comunichiamo quindi la volontà di presentarci con una nostra lista sostenendo un candidato sindaco che rappresenti un programma unitario e un’alleanza più ampia possibile in alternativa alla maggioranza in Loggia.